In ascolto di Acireale / Problemi e proposte del MEIC

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Nell’ambito del percorso di ascolto della città di Acireale, riportiamo problemi principali e proposte ricavate da una lettera aperta del MEIC (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale). Il processo di ascolto è coordinato gratuitamente a partire dai primi mesi del 2021 per la Diocesi di Acireale, su invito del vescovo Raspanti, dal giornalista Mario Agostino, direttore dell’Ufficio per la pastorale della Cultura. A seguire, criticità e proposte del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale – Gruppo di Acireale. Come tutti i contributi, anche questo è archiviato nell’apposita sezione del sito dedicata al percorso di ascolto.

In ascolto di Acireale / Problemi e proposte del MEIC

Il Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale ha deciso di apportare due brevi riflessioni nella veste di premessa.

La situazione di Acireale

Segnata non solo da disagi passeggeri, ma da una profonda e complessa crisi. Essa trae origine in ampia parte da una grave crisi economica, precedente a quella innescata dalla pandemia da Coronavirus. Una crisi connessa a fenomeni di lungo periodo, quali il declino a livello locale dei settori trainanti (l’agrumicoltura e il turismo, compreso quello termale), e i bassi tassi di crescita dell’economia. A questa crisi ne è connessa una di carattere sociale. Essa si è espressa nell’aumento della povertà. Nella crescente difficoltà dei giovani a trovare lavoro.

Come anche nel sempre maggiore diffondersi di un clima di illegalità, che si è talora tradotto in un controllo vero e proprio del territorio da parte della criminalità organizzata. L’attuale crisi include una crisi di carattere morale che investe anche la politica che è tentata a dare priorità agli interessi personali o di gruppo rispetto al bene comune. La crisi include anche il mondo dello associazionismo, in cui non di rado le iniziative svolte sembrano rispondere più al desiderio di visibilità che alla volontà di servizio alla comunità.

I comportamenti da assumere di fronte a questa grave crisi

Possono certamente trarre ispirazione dalle parole che Papa Francesco ha rivolto alla Curia romana il 21 dicembre 2020 nell’udienza degli auguri natalizi. In quel discorso Egli ha ricordato che la crisi è “un fenomeno che investe tutti e tutto”, che “causa trepidazione, angoscia, squilibrio e incertezza nelle scelte da fare”. Ma che al tempo stesso è “quel setacciamento che pulisce il chicco di grano dopo la mietitura”. Può quindi rappresentare un’occasione propizia se è guardata con la speranza del Vangelo. L’invito è di trovare il coraggio e l’umiltà di dire ad alta voce che “il tempo della crisi è un tempo dello Spirito”.

Quali sono i disagi (uno principale ed uno secondario), che impediscono uno sviluppo generativo degli studi e della cultura in città?

Tentare di individuare le difficoltà che ostacolano lo sviluppo di Acireale, richiederebbe di distinguere gli elementi della crisi che sono comuni a un territorio ben più ampio di quello acese (il versante orientale dell’Etna, l’area metropolitana di Catania, l’intera regione siciliana) e quelli che riguardano specificamente Acireale. Alcun dubbio che ancora pochi decenni fa prevaleva una lettura un po’ nostalgica della realtà di Acireale. Una città considerata, – forse con un po’ di presunzione – come un’isola felice all’interno della Sicilia.

“Un posto tranquillo”

Non era infatti “un posto tranquillo” il titolo del romanzo di Enzo Marangolo sul fascismo ad Acireale? Era forse “il piacere del Sud” il titolo di un brillante servizio giornalistico dedicato alla città acese del secondo dopoguerra? Non attingono alla nostalgia per un passato che ingenuamente si vorrebbe far rivivere anche le espressioni “Acireale, città della cultura” o “città dei cento campanili”?

L’identità cittadina

In realtà l’identità cittadina, molto forte nei secoli passati, è andata progressivamente stemperandosi man mano che Acireale diventava una parte dell’area metropolitana di Catania. Le sedi delle decisioni più importanti per le attività economiche come per quelle politiche non sono più ristrette alla dimensione cittadina. Fuori da ogni volontà di malizioso accostamento, si può constatare che anche le attività malavitose, connesse al racket o alla droga, hanno dimensioni ben più ampie di quella del Comune acese. E in termini più generali i costumi e gli stili di vita, soprattutto dei giovani, sono stati trasformati dai social network, dalla possibilità di esperienze internazionali di studio e di lavoro, ecc.

In conseguenza, sia l’analisi delle cause della crisi, sia il tentativo di proporre soluzioni diventano più difficili, perché devono riferirsi ad un contesto ben più ampio del territorio comunale. Limitandoci alle difficoltà che colpiscono il mondo della formazione (in particolare la scuola, ma non solo) e della cultura, ci sembrano particolarmente rilevanti le seguenti difficoltà:

  1. L’emergenza educativa, connessa alle responsabilità di docenti e genitori nella educazione delle giovani generazioni.
  2. La sfida della rivoluzione digitale, che influenza in modo significativo, ma non omogeneo tutte le età (giovani, adulti, anziani).
  3. Il ritardo nel cogliere lo stretto legame tra possibilità di sviluppo sostenibile a livello globale e locale e convinta scelta della ecologia integrale (quale risposta al grido della terra e al grido dei poveri).

In ascolto di Acireale / Problemi e proposte del MEIC – Emergenza educativa

Riguardo all’emergenza educativa, si è convinti che non basti richiamare la responsabilità di docenti e genitori. Magari sottolineando in negativo l’inadeguatezza del loro ruolo di fronte alle sfide del nostro tempo, aggravato in qualche caso dal disinteresse a svolgere il proprio compito di educatori. Ma che occorra riaffermare in positivo che famiglia e scuola, pur nelle trasformazioni sociali avvenute, restano i soggetti prioritari per la formazione dei giovani. In particolare, con riferimento ai compiti formativi della scuola, è generalmente riconosciuto che Acireale continua ad avere buoni istituti scolastici (in qualche caso ottimi). Istituti che riescono a fornire una adeguata istruzione di base ai loro studenti. E ottenendo in tanti casi risultati eccellenti in iniziative regionali/nazionali riferite a specifici ambiti e/o in esperienze di alternanza scuola-lavoro (PCTO).

L’associazionismo

Tuttavia è doveroso segnalare che si sono ridotte o sono del tutto scomparse le associazioni di docenti di varia matrice. Associazioni che, nel secolo scorso, svolgevano con le loro attività un servizio rilevante per l’aggiornamento professionale ed uno stimolo all’assunzione delle responsabilità educative. Anche la tradizione di associazioni giovanili, che hanno avuto stagioni di grande vitalità (si pensi alla FUCI, presente fin dagli anni precedenti la seconda guerra mondiale, alla Gioventù Studentesca, ai movimenti giovanili dei partiti (DC, PCI, PSI, MSI, ecc.), alla Compagnia Acese Teatro, ai gruppi scout, all’Azione cattolica parrocchiale, al Centro Sportivo Italiano, ecc.), sembra essersi interrotta.

Questo avviene non solo per la ridotta tendenza dei giovani ad aderire a comunità che chiedevano un costante impegno e spesso una chiara scelta di campo. Ma anche per il minore impegno degli adulti ispiratori o sostenitori di tali esperienze (docenti, leader politici, sacerdoti per le associazioni di ispirazione religiosa).

In ascolto di Acireale / Problemi e proposte del MEIC

Malgrado la ridotta attività a causa della pandemia, continuano ad essere presenti ad Acireale vari organismi che operano nel campo della cultura e concorrono alla formazione e aggiornamento di varie categorie di cittadini (compresi gli insegnanti). Senza pretesa di completezza, occorre citare almeno l’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici (che celebra nel 2021 il 350° della fondazione). Come anche l’Università Popolare Giuseppe Cristaldi, l’Ente Attività Sociali, la Fondazione Città del Fanciullo, la Fondazione Maria Barbagallo.

Le strutture e le attività culturali

Può definirsi drammatica la situazione delle strutture tradizionalmente destinate alle attività culturali. A causa della situazione sanitaria sono ora chiuse le sale cinematografiche, i teatri, la Pinacoteca Zelantea, il Museo delle divise e quello dell’Opera dei Pupi. Ma ormai da un più lungo periodo Acireale non dispone di una sala pubblica per conferenze di adeguata capacità, non ha un teatro (pubblico o privato) in grado di accogliere gli spettacoli che le società filodrammatiche acesi vorrebbero proporre al loro ampio pubblico.

E’ chiuso anche il Palasport che accoglieva eventi di livello nazionale. Il proposito di trasformare l’ex-liceo Gulli e Pennisi in un locale museale non ha fatto alcun passo avanti per il mancato finanziamento dei lavori di completamento dei lavori di restauro, avviati da diversi decenni. Nel 1989 si è interrotta, dopo venti edizioni, la rassegna d’arte “Acireale Turistico-termale”, che aveva raggiunto un profilo internazionale. Anche la Summer School organizzata dalla Villa Pennisi in Musica e il festival internazionale di cinema breve Magma non sempre ricevono i riconoscimenti che meritano da parte della comunità locale e resistono per la passione degli organizzatori.

In ascolto di Acireale / Problemi e proposte del MEIC

Non vi è dubbio che sia mancato un convinto sostegno alle iniziative artistiche da parte delle Amministrazione comunali succedutesi negli anni. E che sia anche necessario un maggiore impegno in questo campo, almeno pari a quello dimostrato per il carnevale. La classe politica locale ha mostrato di avere una sensibilità limitata ad alcuni ambiti culturali, concentrando la propria attenzione e indirizzando le ormai esigue risorse finanziarie verso quegli ambiti più funzionali all’acquisizione e al mantenimento del consenso.

La missione educativa

Anche riguardo alla missione educativa dei genitori è da rilevare che si sono ridotte le iniziative di alcuni organismi cattolici cittadini che avevano operato nei decenni scorsi. In particolare il Centro Assistenza Famiglia (CAF), che fin dagli anni ’70 del secolo scorso aveva svolto un’apprezzata assistenza alle famiglie attraverso un consultorio medico e psicologico e successivamente, con i periodici corsi per fidanzati, aveva contribuito alla preparazione al matrimonio in campo medico, psicologico e legale, integrando la formazione spirituale delle parrocchie, ha dovuto progressivamente limitare il proprio campo d’azione. L’Associazione Genitori, presente per alcuni anni, ha chiuso le proprie attività ad Acireale. La Commissione famiglia a livello diocesano continua gli incontri di spiritualità, ma con limitata partecipazione di coppie di sposi.

Probabilmente anche in questo caso risulta indispensabile richiamare la responsabilità comune di laici e presbiteri per approfondire gli orientamenti richiesti per una più incisiva pastorale familiare, in particolare sul nodo dei rapporti tra parrocchie e organismi laicali cittadini operanti a servizio delle famiglie.

In ascolto di Acireale / Problemi e proposte del MEIC – Rivoluzione digitale

Un’altra difficoltà di carattere culturale (ma non solo) è quella connessa alla sfida della rivoluzione digitale. La quale tocca in modo non omogeneo le varie fasce della popolazione. Intendiamo riferirci ai rapporti delle persone con le tecnologie informatiche, per le quali ormai una miriade di studi ha provato a valutare gli effetti positivi e negativi. Tra gli aspetti positivi basti citare i progressi che le tecnologie informatiche hanno consentito nel modo di comunicare, di fare acquisti, di scrivere, di progettare, di gestire i servizi pubblici, di accrescere l’efficienza della Pubblica Amministrazione e ridurre le lentezze burocratiche.

Tra gli aspetti negativi hanno avuto maggiore attenzione quelli che riguardano la dimensione socio-economica. In particolare è stato rilevato con preoccupazione il peso delle grandi imprese della Information Technology (ad es. Google, Amazon, ecc), che ormai hanno bilanci superiori a quelli di tanti Stati e di fatto sfuggono alla capacità di regolazione da parte degli Stati (non è ben chiaro se per incapacità o per complicità). Ma altri effetti non meno importanti della espansione delle tecnologie digitali sono la riduzione dei posti di lavoro, la diffusione di stili di vita di tipo consumistico, la subdola influenza sui comportamenti dei cittadini, ecc.

Tecnologia e relazioni personali nella comunità

Ancora più pericolosi possono considerarsi gli aspetti negativi che toccano lo stesso soggetto umano. Tra le conseguenze più rilevanti sulla vita personale, basti citare l’attacco alla privacy e la perdita delle facoltà soggettive dell’essere umano. Sui rischi per la privacy dell’individuo siamo forse più sensibili. Perché avvertiamo come una violenza sulla nostra libertà l’uso dei dati tratti dalle nostre frequentazioni in rete per individuare il profilo della nostra personalità. Dati da sfruttare per campagne pubblicitarie o per influenzare le scelte politiche.

Ma ancora più grave è il rischio che l’accesso a poteri cognitivi molto più ampi di quelli individuali, attraverso le tecnologie informatiche, riduca il ruolo delle nostre facoltà personali. Quasi atrofizzando la memoria, la razionalità, la fantasia, l’originalità di pensiero, ecc. Un’attività di formazione che conduca a un rapporto responsabile con quanto la rivoluzione informatica continuamente offre, così da coglierne potenzialità e pericoli, appare ora più che mai indispensabile.

In ascolto di Acireale / Problemi e proposte del MEIC – L’ecologia integrale presupposto di uno sviluppo sostenibile

Nel dibattito sui problemi dell’ambiente e del superamento delle disuguaglianze economiche e sociali sia a livello locale che globale, più volte è stata notata l’importanza dell’anno 2015. Nel corso di quell’anno si sono verificati tre eventi-chiave, capaci di dare un nuovo orientamento al futuro: la Conferenza di Parigi sul clima, l’approvazione della Agenda 2030 delle Nazioni Unite, la pubblicazione della enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. A tali importanti eventi la cultura locale non ha dedicato la necessaria attenzione probabilmente perché fondamentalmente condizionata dalla mentalità tipica dell’economia consumistica

Malgrado il crescente interesse per i problemi di tutela ambientale (anche a seguito dell’inaspettato successo mediatico di Greta Thunberg), è facile constatare che sia l’adozione di misure efficaci per la riduzione delle emissioni in atmosfera (necessaria per evitare l’aumento della temperatura ed i cambiamenti climatici), sia l’attuazione delle misure previste dai 17 Obiettivi ONU per lo sviluppo sostenibile (da Povertà e fame zero a Pace Giustizia e istituzioni forti), come anche la “conversione” ad una effettiva “ecologia integrale” per la “cura” della “casa comune”, stentano a realizzarsi.

In ascolto di Acireale: Consumismo e impatto ambientale per il MEIC

Appare evidente che anche nella nostra realtà locale non è rinviabile una presa di coscienza dei ritardi soprattutto di tipo culturale che influenzano la mancata convinta adesione a questi nuovi paradigmi. Anche a livello locale il consumismo rimane dominante. Con tutto ciò che ne consegue sul piano dell’impatto ambientale e del mancato farsi carico, nei limiti del possibile, delle sperequazioni che caratterizzano la distribuzione del reddito. Alle affermazioni di principio non fanno seguito comportamenti coerenti. Le conseguenze di questi ritardi sono avvertite anche nella realtà locale, dalle cronache riguardanti comportamenti “incivili” nell’abbandono dei rifiuti solidi, nel mancato rispetto del paesaggio, nel troppo scarso impegno per superare la crescente povertà, ecc.

Gli obiettivi specifici e le misure per far maturare, anche a livello locale, la consapevolezza della necessità della “ecologia integrale” (cioè di un atteggiamento di rispetto verso la Terra, come verso tutti gli uomini nostri fratelli), appare una priorità al fine di passare da un ambientalismo solo di facciata a concreti comportamenti nella vita quotidiana ed a nuovi stili di vita.

Quali soluzioni o contributi pensate di offrire alla città che vorreste, nell’immediato e nei prossimi 3-4 anni?

Pur condividendo l’impostazione della seconda domanda, tendente a sollecitare un impegno specifico a breve e medio termine del soggetto interpellato, desideriamo richiamare l’attenzione sulla necessità di costruire – con la collaborazione di tutti gli interlocutori – una “visione” generale delle soluzioni che si reputano indispensabili per il futuro della città, all’interno delle quali si colloca lo specifico contributo. Poiché siamo convinti che occorre “ben conoscere” per “ben agire”, risulta, a nostro parere, indispensabile e in qualche modo prioritaria una aggiornata lettura dei cambiamenti economici, sociali, politici e culturali che hanno interessato il territorio acese, lettura che sembra mancare.

Certo sono stati pubblicati i risultati di ricerche storiche pregevoli (ad es. i libri di G. Gravagna e C. Gravagna sulla storia di Acireale nei secoli passati ed i saggi di vari autori pubblicati su Memorie e Rendiconti dell’Accademia degli Zelanti), come anche di ricerche sulle potenzialità del territorio (la Timpa, i reperti archeologici), sui tesori artistici e architettonici (libri di C Cosentini, di G. Contarino, di C. Gravagna e A. Scaccianoce).

In ascolto di Acireale / Problemi e proposte del MEIC

Ascolto Acireale Movimento Ecclesiale di Impegno CulturaleNel passato un tentativo di affrontare in modo multidisciplinare i problemi di Acireale è stato fatto dal Centro Studi “Augusto Ajon” che pubblicò il volume “Acireale. Ambiente, cultura, società” (Tipografia ACI,1978). Successivamente due pubblicazioni, anche se orientate prevalentemente a fornire elementi di base per l’azione di evangelizzazione della Chiesa locale, hanno fornito, attraverso un confronto a più voci, elementi d’interesse sulla situazione di Acireale.

La prima riporta gli Atti di una Tavola Rotonda svolta nel corso di una settimana teologica della Parrocchia S. Paolo di Acireale (O. Barbarino et al. Perché il sale non diventi scipito. AB Editrice, 2002). La seconda è una raccolta di interviste con alcuni saggi introduttivi, curata dall’Ufficio della Pastorale della Cultura (M. Lucchesi, G. Palazzolo, G. Rossi. Cambiamento dei valori o valore dei cambiamenti? Sciascia editore, 2006). Si tratta di contributi pregevoli ma datati e circoscritti spesso a singoli ambiti, così da non offrire la visione d’insieme che allo stato attuale si rende indispensabile.

In Ascolto di Acireale / MEIC: mancano studi recenti

Sugli aspetti fisici, economici, sociali e religiosi di Acireale, tranne qualche lodevole eccezione di tesi di laurea a carattere settoriale. Da tali considerazioni nasce la proposta di voler sottoporre alla Convention programmata, di avviare, con metodo multidisciplinare, e auspicabilmente anche interdisciplinare, una analisi aggiornata sulle trasformazioni che hanno interessato il territorio e la società di Acireale negli ultimi due decenni, orientata a fare un bilancio di opportunità ed ostacoli allo sviluppo della città e di identificare le priorità nei programmi concreti d’azione per il prossimo futuro. A questo lavoro potrebbero dare un significativo contributo i club service della città, considerate le professionalità elevate presenti, come peraltro avvenuto negli ultimi decenni del secolo scorso.

Come Gruppo M.E.I.C., oltre a collaborare ad una tale iniziativa, che richiede uno sforzo ben più ampio di quello di un piccolo gruppo, vorremmo dare alcuni contributi che elenchiamo nella risposta seguente.

Cosa sei disposto a cambiare per liberare opportunità di sviluppo della scuola o del tuo settore culturale in città soprattutto nei confronti delle giovani generazioni?

La consapevolezza che il contesto culturale locale è caratterizzato (ancor più di quello nazionale) da elevati livelli di disinformazione e da disinteresse per una riflessione di carattere storico è alla base delle nostre risposte a questa domanda, che interpretiamo come una sollecitazione a individuare gli ambiti nei quali impegnarsi per creare opportunità di sviluppo nel settore culturale. Al fine di fornire strumenti volti a comprendere gli eventi, così da cercare di fronteggiarli evitando di subirli, il M.E.I.C. intende impegnarsi in una duplice prospettiva.

Attenzione e iniziative 

Cercheremo, da un canto, di promuovere iniziative che coinvolgano l’opinione pubblica, con particolare attenzione alla popolazione studentesca, volte a sviluppare una riflessione su scelte e comportamenti che hanno caratterizzato il passato più o meno recente, determinando le attuali criticità. D’altra parte ci impegneremo nella ricerca di strumenti di analisi per la comprensione dei più rilevanti mutamenti del sistema socio-economico nazionale e delle loro ricadute a livello locale, nonché per l’individuazione dei rischi e delle opportunità che da essi derivano.

L’esperienza pandemica

Ha spinto ampia parte della popolazione verso l’accettazione, nell’ambito della comunicazione, della modalità telematica, facendo apparire complessivamente “sostenibile” un’attività formativa svolta attraverso la rete. Va preso atto, a tal proposito, che l’uso delle piattaforme digitali può consentire una presenza diffusa sul territorio e tempestiva. Ponendosi in questa prospettiva, il gruppo MEIC di Acireale intende sviluppare, insieme ad altre organizzazioni laicali e ad enti e associazioni espressione della società civile, momenti di confronto e di formazione su argomenti ritenuti cruciali, in vista delle scelte che la comunità locale nel suo insieme e i singoli componenti sono chiamati a operare.

È nostra intenzione proporre attività di indagine e divulgativa su argomenti diversificati. Tra questi, a titolo meramente esemplificativo:

– dinamiche demografiche e flussi migratori.

– mutamenti del contesto socio-economico, con particolare riferimento al mercato del lavoro.

Sotto il profilo più propriamente formativo, penseremmo di operare, tra l’altro, sui seguenti fronti:

– educazione alla cittadinanza attiva, attraverso anche la promozione e valorizzazione del patrimonio artistico e paesaggistico.

– dialogo interculturale.

– formazione a comportamenti coerenti con uno sviluppo sostenibile ed equo.

Riteniamo che debba essere attentamente valutata l’opportunità di riproporre l’idea di una “scuola di economia civile” (già avviata negli scorsi anni). Un istituto che utilizzi molteplici canali e forme comunicative. E che si caratterizzi per un’offerta formativa poliedrica (dal corso di breve durata, al seminario, alla ricerca sul territorio). Essa, oltre a porre in essere iniziative oggetto di singoli seminari, dovrebbe svolgere anche una funzione di approfondimento tematico, concentrandosi in modo organico annualmente su uno specifico profilo.

Il ruolo di enti e istituzioni

In tale prospettiva un ruolo decisivo potrebbe essere svolto da enti diversi riconducibili all’area ecclesiale presenti sul territorio, cui è istituzionalmente devoluta una funzione formativa (E.A.S., Fondazione Maria Barbagallo, Fondazione Città del fanciullo, Basilica di San Sebastiano). Tali soggetti potrebbero altresì operare, secondo una tradizione che vanta illustri precedenti, anche congiuntamente a entità esterne all’ambito ecclesiale – che si caratterizzino per un approccio scientificamente rigoroso – che siano esse espressioni del mondo della cultura e della formazione (Accademia degli Zelanti e dei Dafnici, ConLab, Università degli Studi di Catania, Università Cattolica del Sacro Cuore) o della società civile (fondazioni bancarie, associazioni sindacali, associazioni di categoria, centri di studio o di ricerca, club service, ecc.).

In ascolto di Acireale / Problemi e proposte del MEIC – Sommario

Il Gruppo MEIC di Acireale nelle risposte al questionario segnala in via preliminare la complessità della crisi che investe Acireale (al tempo stesso economica, sociale e morale) e ripropone l’affermazione di Papa Francesco che ogni crisi può trasformarsi in una occasione propizia. Sottolineando che le cause della crisi, come anche le proposte di soluzioni, richiedono di considerare un ambito territoriale più ampio di quello comunale, il Gruppo illustra tre priorità riguardo ai temi di scuola, formazione e cultura: i) emergenza educativa e responsabilità di docenti e genitori; ii) impegno a cogliere potenzialità e pericoli della rivoluzione digitale; iii) scelta della “ecologia integrale” quale presupposto di uno sviluppo sostenibile.

Un primo contributo che il Gruppo MEIC intende offrire alla città

Riguarda la collaborazione ad uno studio multi-disciplinare sulle trasformazioni del territorio e della società di Acireale per sviluppare programmi di interventi per il futuro. Con riferimento ad iniziative di formazione e dialogo con enti ed associazioni propone una lista di temi d’interesse, comprendenti: flussi migratori, mercato del lavoro, educazione alla cittadinanza attiva, dialogo interculturale, stili di vita coerenti con uno sviluppo sostenibile ed equo.

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