Mons. Antonino Raspanti a Fiumefreddo. La festa in onore di Maria Ss. della Catena, nella comunità Maria Ss. del Rosario di Fiumefreddo (quartiere Castello) guidata da don Egidio Vecchio, si celebra ogni anno la prima domenica di settembre.
La presenza di mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale, nella celebrazione eucaristica serale ha reso ancor più preziosa questa solennità. Con parole toccanti e sentite il vescovo ha riflettuto sull’episodio proclamato nel Vangelo (Mc 7,31-37).
Il testo richiama il rito del Battesimo che ha esattamente radice in questo brano. Infatti, il sacerdote, dopo l’infusione dell’acqua sul capo del battezzando, compie lo stesso gesto fatto da Gesù: con la mano e col dito tocca la bocca e fa un segno di croce al battezzando e dice: “Effatà” (“Apriti”).
Toccante omelia di mons. Raspanti
“Gesù guarisce un sordomuto – afferma il vescovo Raspanti durante l’omelia – e si comprende bene che effettua un miracolo. Egli compie qualcosa che va oltre le forze della natura e delle cure mediche: rimette in salute un sordomuto. Dimostra così una speciale potenza ed una capacità che non è meramente umana. In questo straordinario gesto Gesù ha lo scopo di curare le malattie e togliere gli ostacoli che la sofferenza infligge alla nostra persona. Desidera che chi lo ascolta e lo guarda possa risalire dal segno del miracolo ad un significato che va oltre”.“Nel brano – continua il vescovo – si racconta che la gente presente, presa dallo stupore e dalla bellezza di quel gesto, ha riconosciuto che Lui ha fatto bene ogni cosa facendo udire i sordi e parlare i muti.
Lo stupore, che è il riconoscimento di una bellezza che si manifesta nei gesti, fa sorgere alcune domande. “Come è potuto accadere? Cosa ha voluto suscitare Gesù, oggi, a ciascuno di noi? E se io fossi quel sordomuto? C’è una sordità nella mia vita? Cosa rende il mio cuore indurito? Perché non riesco a vedere, ad ascoltare gli altri e a parlare con i miei fratelli?
Vedere, ascoltare e parlare sono elementi importanti per entrare in comunicazione con gli altri. Dunque il non poter vedere, udire e parlare significa che si è bloccati nella relazione. A Gesù posso chiedergli: “Signore, libera la mia sordità e sciogli la mia lingua. Cioè sciogli la mia anima e comanda che si apra. Ci sono difficoltà e situazioni di grande sofferenza che possono causare ansie e paure.
Maria intercede per noi
Pronuncia in me ancora Gesù questa parola: “Effatà” e se non ti basta la mia preghiera, c’è Maria che intercede con me e per me. Tu hai donato all’umanità questa donna come Madre nostra e come tutte le madri Lei desidera che la nostra vita non sia chiusa ma che sia aperta a Te, agli altri e all’amore. Possano tornare ad essere presenti in noi relazioni vere, gioiose, aperte e libere”.
Ed il presule conclude: “Vogliamo ripetere i gesti di Gesù perché il cuore della festa è la presenza viva di Maria che si prende cura di noi. Lei chiede al suo Figlio Gesù: “Apri il cuore degli uomini e metti Tu la mano, come hai già fatto, sulla bocca e sulle orecchie di tutti noi. Poni il tuo dito sul cuore di questi figli che sono qui. La presenza di Maria nel mondo ci conforta perchè Lei non sarà mai assente nel vigilare su di noi”.
A.G.