Vangelo domenica 3 ottobre / L’amore coniugale deve donarsi all’altro rispettandolo

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sposalizio della vergine

Canto al Vangelo domenica 3 ottobre ( 1 Gv 4,12 )

Alleluia, alleluia. Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi.
Alleluia.

Vangelo domenica 3 ottobre ( Mc 10,2 – 16 )

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?».
Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».

A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».sposalizio della vergine
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.
Parola del Signore.

Riflessione sul vangelo di domenica 3 ottobre

La Liturgia di questa domenica presenta il brano del vangelo di Marco nel racconto di Gesù interrogato dai farisei sul ripudio del coniuge.

Il brano si apre con la questione posta dai farisei se fosse lecito o no per il marito ripudiare la propria moglie. A questa domanda Gesù risponde fermamente ricordando che in principio Dio fece l’uomo e la donna affinchè i due diventassero una sola carne e quindi l’uomo non deve dividere ciò che Dio ha unito. Il progetto originario di Dio infatti è che, creando l’essere umano maschio e femmina, aveva concepito il matrimonio come espressione massima di unità e di amore, superiore ad ogni vincolo anche il più stretto.

Come in tutte le altre dispute, Gesù non risponde alla domanda degli avversari, ma sposta il tema del dibattito, operando un salto qualitativo e dischiudendo un nuovo orizzonte; Gesù non risponde sulle questioni della legge, ma con autorità presenta se stesso come l’inizio del tempo nuovo per l’uomo. Cristo insegna la logica dell’amore, la logica del dono e del servizio che libera dalla logica del dominio e del possesso. Il matrimonio così diventa espressione di questo amore che Dio ha per l’uomo e gli sposi sono chiamati dentro la loro vocazione, ad essere sua espressione.

Il brano si conclude con l’immagine di Gesù che esalta la semplicità dei bambini esortando ad imitare la loro piccolezza ed il  loro sapersi affidare con fiducioso amore.

Il cristiano infatti, deve vivere questa logica di un amore che sa donarsi all’altro rispettandolo, come si legge nel Canto Alleluiatico di questa domenica: “Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi”.

Letizia Franzone

 

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