Chiesa / Cammino sinodale per fare strada insieme ascoltandosi

0
106
cammino sinodale

Il Cammino Sinodale per la Diocesi di Acireale  si è aperto lo scorso 20 ottobre con la celebrazione presieduta dal vescovo Raspanti nella Basilica Cattedrale. È stato inaugurato un itinerario di ascolto e di confronto che si concluderà col Giubileo del 2025.
Si tratta di un’iniziativa proposta da Papa Francesco per la Chiesa universale, che prevede di raggiungere tutte le Chiese particolari e gli abitanti di tutti i territori.

L’espressione Cammino Sinodale è tratta dalla parola Sinodo che, nell’etimo, indica l’attività del fare strada insieme, e che la Chiesa dei primi secoli ha utilizzato per denominare le riunioni dei vescovi di una particolare circoscrizione territoriale, tenute a pronunciarsi su questioni di fede o di carattere amministrativo.
Oggi il Sinodo dei Vescovi è un organo consultivo del Romano Pontefice (del Papa), che attraverso una Segreteria generale chiama a raccolta una rappresentanza dei prelati del mondo, per discutere sui temi e le sfide che il tempo presente porta con sé. Papa Francesco ha colto l’occasione della riunione del Sinodo dei vescovi per ribadire l’importanza che ha il camminare insieme all’interno della Chiesa. Da qui ha pensato ad un itinerario che potesse ricordare al clero, ai laici e a tutte le persone di buona volontà l’importanza dell’ascoltarsi a vicenda.

Manca la capacità di ascolto

Uno dei grandi problemi dell’uomo contemporaneo è la mancanza della capacità di ascolto. Capacità per la quale è fondamentale riconoscere l’altro come tale e dedicargli del tempo. Stare insieme agli altri, ascoltarne le gioie, le speranze e le angosce vuol dire dedicarsi ad essi mettendosi a disposizione. Se ci facciamo caso questo modo di relazionarsi, che di per sé dovrebbe essere scontato, spesso viene travolto e schiacciato dalle esigenze della rincorsa al fantasma di false sicurezze. In fin dei conti ci si accorge che questa “velocità matta” produce gli stessi effetti che avevamo cercato affannosamente di tenere fuori. Cioè insicurezza psichica, povertà economica e disagio sociale.cammino sinodaleQuesti mali sono entrati anche all’interno della Chiesa che, ovviamente, vive nel secolo e i cui membri sono persone che attraversano con fatica il quotidiano. Anzi, spesso la sordità da mancanza di ascolto è più presente tra i credenti che altrove.

Il Cammino Sinodale, quindi, è un’iniziativa che prevede tempi precisi, ma lo stile che propone è quello del Vangelo, di Gesù stesso. Per questo dovrà essere attuato sempre. Lo scopo, infatti, non è quello di produrre documenti che non leggerà mai nessuno, né quello di organizzare convegni. Ma di far iniziare processi di confronto che dovranno rendere protagonisti tutti coloro che vorranno far sentire la propria voce, specialmente gli emarginati, per rendere la Chiesa bella come Cristo l’ha pensata.

La fase di consultazione nei due anni futuri

Il Cammino Sinodale all’interno del territorio acese, come iniziativa per i due anni futuri, prevede la fase di consultazione. Con l’aiuto dell’équipe di coordinamento diocesano e dei referenti delle parrocchie, si organizzeranno degli incontri con uno schema proposto, all’interno dei quali si cercherà di coinvolgere il maggior numero di realtà presenti sul territorio, compresi coloro che si ritengono lontani dalla realtà ecclesiale.  Si discuterà su alcuni temi caldi del vissuto attuale, così che ciascuno avrà occasione di essere ascoltato in modo serio. Dopo di ciò, si formuleranno delle relazioni che si invieranno al centro diocesano. Questo redigerà il documento da far pervenire alla Conferenza Episcopale Italiana, che a sua volta incontrerà il Papa nel Sinodo dei Vescovi.

Come dicevamo in precedenza, lo scopo primario non sarà quello di produrre il documento: questo sarà l’incentivo a ritrovarsi come Chiesa che cammina insieme. Bisognerà essere certi di non essere presenti solo per riempire un questionario, ma per incontrarsi e creare reti, legami e vere relazioni di amicizia. Per questo motivo, gli incaricati diocesani e parrocchiali si propongono di essere presenti per far sì che la voce di tutti sia importante e sia ascoltata a diversi livelli.

Non bisogna correre, allo stesso tempo, il rischio di pensare alla creazione della “lista comanda del cameriere”. Pensando così di ordinare un desiderio che l’intera Comunità deve esaudire ad ogni costo. L’ascolto vero tra le persone, in fin dei conti, è dono di Dio e proviene dalla sua Parola. Per attuarlo bisogna essere umili, ma attenti.

Francesco Pio Leonardi

Print Friendly, PDF & Email