Ecco come mons. Pio Vigo, vescovo emerito di Acireale, ha commentato le dimissioni del Papa Benedetto XVI:
Il Papa si dimette. Avrei preferito vivere questa notizia nel silenzio e nella preghiera. La decisione ha scosso il cuore e la mente di tutti. Solo il silenzio e lo sguardo fiducioso al Signore, possono dare le risposte migliori ai tanti interrogativi che hanno invaso la mente e il cuore di tutti.
Ho appresa la notizia con una telefonata, mentre ero in macchina. Chi la comunicava era sconvolta, come tanti altri che in questi giorni hanno sentito il bisogno di confrontare le loro emozioni e i loro sentimenti. Mi sono ricordato che ho appreso la notizia dell’attentato alle “Torri Gemelle”, anche mentre ero in macchina: era l’11 settembre; ieri, l’11 febbraio. Una somiglianza per gli effetti mondiali del fenomeno e dell’incidenza d’interesse. Due realtà, però, totalmente diverse, anche ugualmente apprese col senso di stordimento e di disorientamento: la prima, infatti, veniva dall’odio e dalla vendetta; la seconda, è stata dettata dall’amore e dall’interesse per il bene della Chiesa e per la vita spirituale dei popoli. Tutti e due hanno una portata storica sorprendente: il primo evento, ha generato e genera morte: si è parlato dell’inizio della terza guerra mondiale!; il secondo, chiede maturità di fede, presa di coscienza della responsabilità di ciascuno nell’essere “membro del Corpo di Cristo” che è la Chiesa, impegno a vivere e costruire, con umiltà e sincerità, la comunione, rispetto alle sorprese e alle scelte della libertà umana, docilità nella sequela per le vie che lo Spirito apre nel cammino ecclesiale, con la guida di un nuovo Papa.
Chi sa cosa sia passato nel cuore e nella mente del Pontefice; e quanto travaglio abbia dovuto affrontare nella solitudine, prima di giungere alla decisione di ritirarsi dalla missione che Gesù ha affidato a Pietro e ai suoi successori per guidare e reggere la Chiesa!
Del Papa Benedetto XVI ho sempre ammirato la serenità d’animo e la forza della fede di fronte ai gravi problemi che hanno segnato la vita del mondo e della Chiesa in questi anni. Ho sempre ammirato il suo amore intenso e familiare con Cristo Gesù, da non dimenticare mai di parlarci “della gioia e dell’entusiasmo” nel conoscere Cristo Signore. Con l’Anno della Fede, infatti, ha voluto richiamare a tutti l’esigenza di nutrire la fede con la dimensione familiare e intima con Dio.
È pervenuto alla decisione “di rinunziare al ministero di vescovo di Roma, Successore di San Pietro”, come lui stesso attesta nella Declaratio, “dopo aver ripetutamente esaminato la sua coscienza davanti a Dio” e dopo avere constatato con certezza che le sue forze e l’età avanzata, non gli permettevano di “esercitare in modo adeguato il ministero petrino”. La sensibilità e la sincerità della sua coscienza, la sua umiltà e il suo coraggio ad affrontare con serenità le difficoltà, gli hanno suggerito questo “grave atto” di rinuncia. A noi resta il dovere di pregare molto per lui.
Tutto quello che si dice oggi per ricordare il bene che ha profuso nella Chiesa in questi anni, per noi è doveroso e sincero; per lui potrà essere ulteriore ferita che acuisce il dolore della prova e della sofferta decisione.
Il Codice di Diritto canonico, redatto con l’esperienza maturata della vita dell’uomo e della Chiesa, ipotizza la possibilità della rinunzia del Sommo Pontefice al suo mandato. Benedetto XVI si è sentito di fare, per coscienza e lealtà, questa scelta.
Penso che la migliore testimonianza di affetto e di fedeltà alla sua missione di Pontefice che ora lascia il ministero petrino affidatogli, sia oggi, oltre alla preghiera intensa per lui e per la Chiesa, quella di vivere intensamente quanto ci ha insegnato, con il suo esempio e con il suo insegnamento limpido e sicuro.
+ Pio Vittorio Vigo