Infrastrutture / I paradossi del Frecciabianca in Sicilia

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Domenica 14 Novembre è stato il giorno della tanto attesa prima corsa del Frecciabianca sulle infrastrutture ferroviarie di Sicilia, dopo la presentazione in pompa magna di una settimana prima alla stazione centrale di Catania. Presenti all’evento, non di meno che il sottosegretario al ministero dei trasporti, Giancarlo Cancelleri, l’assessore ai trasporti regionali, Marco Falcone, e l’amministratore delegato di Trenitalia, Luigi Corradi. Un evento che, tra le altre cose, è riuscito a se non altro a riacutizzare mai sopite polemiche nei riguardi della gestione di un cantiere aperto oramai da anni. Vediamo insieme questa piccola parentesi riguardante le Infrastrutture siciliane e le perplessità sul nuovo Frecciabianca.

TEN-T / Un progetto europeo

Il nuovo servizio Frecciabianca disposto dalla RFI nella tratta Palermo-Catania-Messina non è altro che un piccolo tassello di un più grande pacchetto di interventi sulla rete infrastrutturale su rotaie del Mezzogiorno. Un disegno in fase di realizzazione ormai dal 2014, in accordo con i disegni dell’Unione Europea definiti dal progetto TEN-T (foto sotto). Quest’ultimo mira all’interoperabilità e alla creazione di corridoi Transeuropei che comprendano per l’appunto il rinnovo sostenibile delle reti infrastrutturali del Sud Italia.

FS / Un sunto sommario

Nel territorio siciliano, la tratta principale interessata da tali lavori è la Palermo-Catania-Messina. Andrà a collegarsi con la rete nazionale tramite le linee calabresi, in lavorazione parallela con riferimento allo stesso progetto europeo. Recentemente è stato nominato commissario, per la realizzazione dell’alta velocità ferroviaria di rete Salerno-Reggio Calabria e per la Messina-Catania-Palermo, l’ingegnere Filippo Palazzo. Il provvedimento era arrivato lo scorso anno. Ora si avvale dei interventi impostati dal Ministero delle Infrastrutture grazie al Recovery Plan. L’obiettivo era e resta quello di velocizzare gli interventi di raddoppio, aumento di velocità sostenibile e capacità di traffico.

In attesa dell’inizio dei lavori, la realizzazione dell’infrastruttura delle FS aveva visto fin dall’inizio le proprie previsioni dei costi lievitare nel corso del tempo. Ad oggi ammonta ad un totale complessivo di 8,77 mld di euro, dei quali una parte sostanziale ancora manca di stanziamento. Nonostante tale deficit, alcuni lavori sono già in corso su molteplici punti del percorso, quali il lotto Bicocca-Catena Nuova e la tratta Giampilieri-Fiumefreddo, guidati da un consorzio di aziende con a capo la WeBuild.

Frecciabianca / Una nuova fase dei trasporti tra le infrastrutture in Sicilia?

Cancelleri ha ribadito che il nuovo E464 rappresenta “un servizio” aggiuntivo e che il suo arrivo rimane “solo” un “primo passo” verso la rivoluzione dei trasporti. La Sicilia rimane infatti in attesa dei Frecciarossa, il cui arrivo è previsto per il momento nel 2024. Tuttavia, tale “primo passo” non è dissimile per prestazioni dai normali Intercity che già popolano le rotte siciliane. Della rete ferrata interessata, solo il 60% circa permette di raggiungere al massimo una media di 100 km/h, quando va bene. E alla luce di tali dati, c’è ben poco da festeggiare, almeno per il momento.

Infrastrutture / Numeri e paradossi del Frecciabianca in Sicilia

E’ grave e ancora dolente la bocciatura di una trentina circa di progetti siciliani proposti per la devoluzione dei finanziamenti del Recovery Plan ad inizio ottobre (per il comparto agricolo). Il minimo che ci si dovrebbe aspettare dall’amministrazione attuale, sarebbe per lo meno la possibilità di una spinta in più. Almeno nei metodi di pubblicizzazione dei lavori, nei confronti di uno dei pochi progetti-chiave per l’isola e per la sua popolazione che, dopo tanto tempo di fermo, ad oggi può finalmente godere di un minimo di sostegno, seppur piccolo.

TEN-T

Al netto della necessità dell’attesa, poiché è normale aspettarsi che il completamento di tali lavori richiederà degli anni, quanto è effettivamente lecito riunire personalità così importanti alla stazione di Catania? Solo per annunciare l’apertura di una nuova linea sostitutiva che dell’alta velocità, quella di cui gode ad oggi una buona parte dello Stivale, ha solo la comodità dei sedili? Perché non attendere l’apertura effettiva dei tratti aggiornati AC/AV, vero cuore dell’operazione? O almeno l’arrivo, che dovrebbe essere a breve, dei nuovi mezzi più moderni denominati Pop (comunque vetusti), anziché la sola presenza di un’unica vettura di seconda mano, che non risparmierà praticamente niente in termini di tempistiche all’utenza, proprio a causa della velocità media raggiungibile della rete?

Oltre il Frecciabianca, quale futuro per le infrastrutture in Sicilia?

Quando si potrà di nuovo parlare di una vera prospettiva di lungo periodo, reincludendo all’interno l’ormai triste attesa di un Ponte sullo Stretto ad oggi ormai praticamente vitale per il funzionamento sostenibile di una rete ferroviaria moderna, e non solo? Perché continuare a rimpinzare di aspettative la cittadinanza, siciliana e non, con un’inaugurazione che ha ospitato esponenti del governo, dell’amministrazione regionale e dell’alta industria italiana, per poi far finire il tutto, valutando l’evento e la situazione nel suo complesso, nella definizione plastica di “basso profilo”? Una risposta si potrebbe azzardare, ma la si risparmia ai lettori per evitare di scadere nel più comune dei qualunquismi di pancia. Per ora, l’unica cosa che risulta evidente è la mancanza di serietà, almeno nel cercare il “giusto momento” per annunciare l’arrivo di “un servizio” degno di una regione di 5 milioni di abitanti. Un vero, servizio, almeno tra le città principali dell’isola.

Andrea Chiantello

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