Alambicco d’oro / Premiata la Grappa dell’Etna della Distilleria Russo Siciliano

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Alambicco d'oro-grappa dell'Etna

La 38ª edizione dell’Alambicco d’Oro, concorso nazionale promosso dall’ ANAG, Associazione Nazionale Assaggiatori Grappa e Acquaviti, svoltosi a Vicenza,  si conferma il più prestigioso concorso per il distillato italiano di qualità.
Grande – si legge in una nota informativa dell’azienda – la partecipazione di grappe, acquaviti e brandy arrivati da ogni regione italiana.

A trionfare in Sicilia, aggiudicandosi una medaglia d’oro, è stata la Grappa dell’Etna della Distilleria Russo Siciliano, un distillato amabile e di gran pregio. Dall’aspetto limpido e dal gusto morbido, delicato ed armonico. Questa grappa elegante si ottiene dalla distillazione sottovuoto di vinacce fermentate di uve pregiate, maturate alle falde dell’Etna ed al caldo sole di Sicilia.

Tre vitigni per la Grappa dell’Etna

I principali vitigni che concorrono alla creazione di questa raffinata grappa sono: Nerello Mascalese, Catarratto e Nerello Cappuccio. Ecco il perché dei suoi tanti “colori”. Il Cataratto, antico vitigno siciliano ha un buon profilo aromatico con lievi sentori fruttati, note floreali ed un gusto tendente al morbido. Il Nerello Cappuccio, dalla solida struttura gustativa e dal profumo fruttato, cresce soprattutto in provincia di Catania. Il Nerello Mascalese, con il suo corredo aromatico, l’eleganza e la personalità che lo contraddistinguono, conferisce organicità al tutto. Il grado alcolico è di 40% Vol.

Anna Maugeri Russo
Anna Maugeri Russo, responsabile commerciale dell’azienda

Alla degustazione non risulta aggressiva ma, degustata a piccoli sorsi, sprigiona i sentori fruttati come i delicati accenti floreali dei vitigni siciliani che la rendono fine ed elegante all’olfatto. Ottimo fine pasto, la grappa dell’Etna, va degustata esclusivamente nel suo bicchiere, il calice da grappa, che ne fa apprezzare profumi e sapori. Si abbina bene al cioccolato ed alle classiche paste di mandorla siciliane.

Distillazione della Grappa dell’Etna

Lo storico impianto di distillazione della famiglia Russo, grande 150 anni, è di tipo continuo sotto-vuoto. La distillazione continua avviene, nel caso della produzione di grappa, mediante due impianti: il disalcolatore e l’impianto di distillazione vero e proprio. Il disalcolatore permette di far passare del vapore attraverso la vinaccia fresca. I vapori estratti vengono fatti condensare e il prodotto intermedio ottenuto è chiamato ‘flemma’, un liquido con una gradazione alcoolica di circa 15°-20°.grappa dell'Etna

Le flemme ottenute vengono poi distillate nell’impianto di distillazione. Tramite il principio fisico della distillazione frazionata, lungo la colonna, il liquido evapora e ricondensa più e più volte. Così, dopo un po’ di tempo, troveremo nella parte bassa le sostanze acquose e le “code”, nella parte centrale l’alcool etilico e le sostanze volatili proprie della grappa, il “cuore”, e nella parte alta le “teste”.

Un altro principio fisico essenziale è quello secondo il quale all’abbassarsi della pressione si abbassa anche la temperatura di ebollizione (nel caso dell’acqua: 100° alla pressione atmosferica, 60° a 0,2 Atm, 20° a 0,02 Atm). Abbassando la pressione all’interno della colonna e rendendola minore di quella atmosferica è possibile effettuare la distillazione ad una temperatura più bassa. Questo permette una notevole riduzione dei consumi energetici e soprattutto permette di preservare delicati aromi fruttati e floreali.

L’alambicco Russo Siciliano può produrre circa 400 litri di alcool all’ora, è composto da 7 colonne di distillazione in acciaio ed una di rame. La colonna più alta, la rettifica, misura 24 metri. Durante la distillazione della grappa rimane attiva anche la colonna del metilico: questo permette di ottenere una grappa con una bassissima quantità di tale prodotto tossico, di gran lunga inferiore ai limiti di legge italiani.

Al concorso Alambicco d’oro 2021 ad ottenere la medaglia d’argento è stata un’altra grappa siciliana, Rosa Fresca Aulentissima di Al-Cantàra.

 

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