Sulla piazza di Santa Maria Ammalati, frazione di Acireale, di fronte alla chiesa dedicata a Maria SS. Salute degli infermi, sullo sfondo di un orizzonte che abbraccia le splendide frazioni marinare acesi, si può ammirare un Presepe artigianale.
Un’opera d’arte costruita da diverse mani della comunità parrocchiale che con tanta dedizione e generosità hanno donato il loro tempo nelle fredde serate. Tutti animati dalla gioia di poter offrire il segno del Natale, il Presepe, a quanti si fermeranno a contemplarne la bellezza e recepirne il messaggio.
Al centro del presepe si può ammirare il luogo della Natività, costruita in legno con dentro la Vergine Maria con San Giuseppe e il Bambino Gesù. In una capanna povera ed umile una mangiatoia usata dai pastori per riparare il loro gregge. Una mangiatoia che ha una finestra spalancata sulla piazza dalla quale si vede l’albero di Natale addobbato dai bambini, come a voler dire che, pur nelle fatiche del quotidiano, davanti a Gesù che viene a visitarci, si può solo costruire gioia e speranza.
A fianco una modesta casetta di un pastore con dentro una sedia, un tavolino, qualche oggetto essenziale e la sua pecora, unica sua ricchezza. I pastori sono stati i primi a vedere la gloria di Dio nella povertà di una mangiatoia.
Proprio loro furono i primi a poter tenere in braccio il Messia, persone allontanate dal paese, dalle città perché erano ladri e peccatori. Ma Dio sceglie ciò che nel mondo è nulla e disprezzato, per confondere chi si sente qualcuno e potente.
Un bel Presepe che sorge su una Piazza al centro di una paese, su una strada principale dove scorrono tantissime auto, di fretta. E ognuno è preso dai propri pensieri, dalle proprie preoccupazioni, appesantito spesso da discorsi vuoti e ingombranti.
Un presepe che in questi giorni ci parla proprio dal centro della piazza dicendoci che Gesù desidera nascere nel cuore di ogni uomo. Ci dice che quel piccolo Bimbo è Dio che si è fatto uomo per camminare insieme ad ogni uomo nelle sue fatiche, nei suoi dolori e nelle sue gioie. E ci invita ad aprire il cuore al suo amore rivolgendo a Lui il nostro sguardo.
Un presepe artigianale, icona di bellezza data dalla sua povertà e umiltà che invita a chiedere il dono dell’umiltà, unica via che ci permette di conoscere e accogliere Dio, noi stessi e i fratelli. L’umiltà, condizione essenziale per amare veramente Dio e farlo nascere nella propria vita. Un’icona che invita all’unità e alla pace, guardando a quella colomba posta sopra alla capanna, illuminata dalla stella cometa. Come a volerci dire che il sogno di Dio è vedere gli uomini uniti tra loro, in pace, senza divisioni, litigi e guerre. Un sogno che diventa realtà ogni qualvolta accade il miracolo della riconciliazione, con Dio, con se stessi, con gli altri.
Dando tregua alla propria fretta, in silenzio, mentre i passi si fanno più lenti, camminando lungo la piazza, ci si può accostare alla Natività. E restare in ascolto della Parola che desidera raggiungere il nostro cuore. Gesù che ci sussurra: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” ( Gv 1,14 ).
Letizia Franzone