Amore e cucina nell’ultimo romanzo di Costanza DiQuattro. È stato presentato anche a Catania, Giuditta e il monsù l’ultimo romanzo dell’autrice ragusana Costanza DiQuattro, ambientato nella Ragusa dei primi del 1900. Al Piccolo Teatro della città di Catania, nonostante l’esiguo pubblico, il racconto è stato commentato ed apprezzato da noti personaggi del mondo dello spettacolo catanese.
Ezio Donato, regista del Teatro Stabile di Catania, lo ha scomposto ed illustrato con professionalità ma anche tanto coinvolgimento. Insieme all’attrice Lucia Fossi, si è prestato poi alla lettura di alcuni passaggi del romanzo, regalando al pubblico la percezione di una rappresentazione teatrale ed anche molto convincente.
Mario Incudine ha voluto evidenziare che il libro non possiede solo un taglio cinematografico grazie al suo io narrante molto simile ad una macchina da presa. Secondo l’artista poliedrico, nel racconto di Costanza c’è anche molto altro. C’è il teatro, il melodramma e, soprattutto, c’è una fluidità di scrittura che cattura il lettore sin dalla prima pagina. E poi, quando lo lascia, alla fine lo fa con un senso di smarrimento e un bisogno di confronto, se fosse possibile, con la stessa autrice.
Giuditta e il monsù, tradizione e cultura per un romanzo di formazione
Il titolo vuol interpretare l’idea di raccontare una storia che fosse decisamente siciliana e che parlasse di cucina. Ma ammettendo di non essere così brava ai formelli e di non avere una grande cultura culinaria, l’autrice ha fatto appello alla sua grande passione per le tradizioni. E la cucina in sé ha molto a che fare con le tradizioni. Qui in Sicilia, poi, ha molto a che fare anche con la cultura religiosa. Quindi la figura del monsù è stata un’escamotage per arrivare a raccontare la Sicilia e l’ondata di francesismi che nel tempo l’ha coinvolta.
I monsù erano i signori della cucina arrivati dalla Francia, verso la fine del ‘700, su richiesta di Maria Carolina d’Austria. Coloro che davano il tocco di eleganza ed originalità alle pietanze e che si contraddistingueva dagli apprendisti. A Ragusa, però, il monsù era un cuoco assolutamente siciliano, ma questo nome nobilitava la figura del cuciniere, gli conferiva prestigio. E possederne uno era, per le famiglie aristocratiche siciliane, motivo di vanto e orgoglio.
Tuttavia, il vero tema del romanzo è l’amore, in tutta la sua complessità, e che nel racconto di Costanza si complicherà ancor di più. Ci farà scoprire, inoltre, che Giuditta e il monsù è un romanzo di formazione. La formazione di due bambini e dei loro sentimenti ma anche la formazione di due classi sociali completamente diverse.
Giuditta e il monsù, l’autrice
Costanza DiQuattro è nata a Ragusa ma si è laureata in Lettere moderne all’Università di Catania, con un percorso di studi che volutamente appagasse la sua passione per la lettura. Dal 2008 si occupa attivamente del Teatro Donnafugata di cui diviene direttore artistico nel 2010, insieme alla sorella.
Il teatro, appartenente alla sua famiglia è stato restituito alla fruizione del pubblico dopo diversi anni di restauri. Oggi, coadiuvata da uno staff tutto al femminile, vanta importanti collaborazioni artistiche con prestigiosi teatri nazionali e compagnie teatrali di fama.
Oltre a scrivere sceneggiature teatrali, nel 2019 ha pubblicato il suo primo romanzo La mia casa di Montalbano. La storia da romanzo della villa di Puntasecca, da Bufalino a Camilleri, e nel 2020 Donnafugata.
Cristiana Zingarino