Intervista / Turi Sottile: “Ho imparato l’arte della pittura girando il mondo”

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Turi Sottile

Una prestigiosa mostra di pittura si apre il 15 gennaio a Marina di Ragusa per onorare un rinomato artista acese: il maestro Turi Sottile. In occasione di questo evento lo abbiamo incontrato per ripercorrere la storia delle sue vicende artistiche.

Maestro Sottile, quando si è reso conto della sua passione per la pittura?

Il momento esatto non lo ricordo, so che sin da piccolo scappavo di casa, abitavo in via Lilibeo, 18, e salendo per via Giuliani arrivavo a San Biagio e mi recavo nello studio di Bella Vasta, che era intento a dipingere, e stavo lì a guardarlo con passione. In seguito andai da lui per apprendere l’arte della pittura. Da sempre sono stato attratto dai colori e da come, mischiandosi, riuscivano a creare certe emozioni.

Poi come ha continuato? Ha studiato?

Io non ho studiato arte da ragazzo. Diciamo che ho iniziato da autodidatta. Ma ho studiato arte, e molto, da adulto. La mia conoscenza è venuta fuori dai miei innumerevoli viaggi in molte parti del mondo. Sono stato nei grandi musei ed ho personalmente conosciuto grandi artisti. Questo è stato il mio metodo per emancipare la mia arte. Ho iniziato dal paesaggio e dalla figura ma poi, man mano, tutto mi sembrava facile ed ho cercato nuove tecniche. Turi Sottile Naturalmente ho iniziato nella mia città, Acireale, negli anni ’50 ho aperto in via Tono una galleria d’arte. Ho ideato e realizzato una grande “Rassegna Internazionale d’Arte” ad Acireale, con il sostegno del presidente delle terme. La mostra si svolgeva a cadenza annuale, ed era divenuta, anno dopo anno, il fiore all’occhiello per tutti i critici d’arte italiani. Ad ogni rassegna, tutti volevano essere presenti e facevano a gara per poterci essere. Ne ho avuto la direzione per 18 anni. Quando andai via, però, il primo gennaio del ’74, la rassegna ebbe breve vita.

Qual era la sua forza nel volere questa rassegna?

Innanzi tutto come artista sentivo questa spinta a realizzare qualcosa di sublime e poi sapevo che una rassegna di quella portata faceva del bene alla mia città. Acireale era conosciuta nel mondo anche grazie alla Rassegna. La galleria si svolgeva, ogni anno, in via Tono, a due passi dal cuore della città.

Turi Sottile viene ancora ad Acireale?

Da qualche anno non scendo più. Il sindaco Barbagallo mi aveva promesso, assieme all’assessore al ramo, un museo a mio nome. Erano venuti a cercarmi nello studio a Roma e avevano, anche cominciato a lavorare al progetto. Poi le vicende ne hanno impedito la realizzazione. Anche il sindaco Alì era venuto a Roma per lo stesso motivo ma poi tutto è caduto nel dimenticatoio.

Ci fa un esempio del metodo che ha usato per imparare e fare sua l’arte dei maestri?

Le faccio un esempio. Una volta sono stato in Russia per potere constatare come facevano le icone. C’erano sei scuole nel territorio. Io ho girato, in quella che era l’Unione Sovietica ed ho visitato tutte queste scuole. Dopo avere imparato e studiato mi sono fermato un po’ di tempo lì a dipingere le icone. Dopo il percorso per conoscere l’arte ho cercato di farla mia, interpretandola. Tornato in Italia, infatti, ho dipinto le mie icone profane con una mia personale interpretazione. La stessa cosa ho fatto in altri luoghi come per esempio l’Argentina, Parigi, fermandomi diversi mesi per conoscere prima l’arte e poi reinterpretarla e farla mia.

Il quindici gennaio parte la sua nuova mostra a Marina di Ragusa, “Turi Sottile l’ombra del gesto”

Si, questa mostra è un compendio di tutta la mia attività. Ci sono le mie opere da quando ho iniziato a dipingere, non la realtà ma quello che avevo dentro, cose che sono solo mie come le strisce, le fenditure. In quest’ultimo periodo mi sono ispirato alla fine del ‘700 e sto usando una tecnica dei decoratori delle chiese del finto marmo. Ho ripreso questa arte riadattandola ad oggi e facendola mia. La mostra conterrà cinque di queste opere con la nuova tecnica.

Sicuramente questa è l’ultima di tante mostre!

Durante la mia vita artistica di mostre ne ho fatte tante e in diverse parti del mondo. Ho esposto in Italia, in Argentina, in Giappone, in Africa, in Francia, in nord America: un po’ dappertutto. Questa di Marina di Ragusa, che io definisco l’ultima, perché ho ottant’otto anni, perché ci vedo pochissimo, perché la mano destra non mi funziona più. Però dico anche – ma chissà! -, può succedere un miracolo. Intanto ringrazio Antonio Vitale, catanese, portentoso creatore di luoghi d’arte, che ha proposto questa mostra. Ringrazio il “Silva Suri Museum” che mi ospita assieme alle mie opere.

Mariella Di Mauro

 

 

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