Il 24 gennaio, in occasione della festività di San Francesco di Sales, a Pennisi si terrà l’incontro-dibattito tra l’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) e l’Ufficio delle Comunicazioni Sociali della Diocesi di Acireale. Abbiamo chiesto a Don Arturo Grasso, direttore delle comunicazioni sociali della Diocesi di Acireale e giornalista pubblicista, e a Domenico Interdonato, presidente regionale UCSI, cosa leghi curiosamente la figura del patrono dei giornalisti alle piaghe del terremoto e della pandemia. L’incontro-dibattito ha come titolo “Ascoltate, il terremoto e la pandemia: le ferite”. Riproporrà il tema dell’Ascolto che Papa Francesco ha scelto per la 56esima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, che si celebrerà nel 2022.
Incontro-dibattito / Cosa lega San Francesco di Sales alla pandemia? La diffusione del messaggio sul tema dell’ascolto
Don Arturo Grasso, organizzatore dell’attività nella festa di San Francesco di Sales insieme all’UCSI Sicilia nella settimana del 24, ci spiega l’intento. “Inizialmente l’evento celebrativo si svolgeva presso il Sacro cuore di Gesù, dove sorge un monastero, perché il santo fu fondatore della congregazione delle Visitandine. Con il mio arrivo lo si ricorda anche in diversi luoghi in giro per la diocesi.
Questo avviene anche nell’intento di estendere il messaggio delle comunicazioni sociali conforme al tema indetto dal Papa. Ogni anno, infatti, nella giornata della solennità liturgica del santo, è diffuso il messaggio del Pontefice preceduto dal tema annunciato nel giorno degli Arcangeli Gabriele, Michele e Raffaele il 29 settembre. Nella Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, celebrata nel giorno dell’ascensione di Gesù si svilupperà meglio il messaggio che uscirà proprio in occasione di San Francesco di Sales. Quest’anno il tema dato dal Pontefice è “Ascoltate” trattato nel 2022. Noi il 24 commenteremo questo messaggio”.
Incontro-dibattito/ Cosa lega San Francesco di Sales alla pandemia? “Dare voce a chi non ce l’ha”
“Quest’anno il Papa ha scelto l’ascolto perché siamo nel tempo in cui la Chiesa, chiamata ad essere in ascolto, celebra il cammino sinodale, che si concluderà il 2025 con il Giubileo. Bergoglio aveva dichiarato: ‘In questo tempo tutti siamo invitati a riscoprire l’ascolto come essenziale per una buona comunicazione’. Io sottolineerò in occasione dell’incontro-dibattito di giorno 24 che voglio cercare di dar voce a chi al momento non ce l’ha”. Ad esserne privati, dichiara Don Arturo, sono i terremotati a Pennisi e le vittime della pandemia.
Le ferite che cambiano la comunicazione
Entrambi gli avvenimenti hanno cambiato il modo di comunicare. Ricorda: “Quando vi fu il terremoto io mi ero insediato da due mesi, da settembre 2018. Fu il primo caso che fronteggiai. Diventai il riferimento per tutte le testate giornalistiche e iniziai ad organizzare l’ufficio stampa. I giornalisti tentavano di ricostruire quanto accaduto la notte del sisma. Ci fu un danno per tutte le comunità colpite. Anche la pandemia ha segnato una svolta nelle comunicazioni. Durante il primo lockdown giungeva una moltitudine di comunicati stampa”. Allora cambiò radicalmente il modo di approcciare non solo alla carta stampata, ma anche al Web.
Questo dilagò ad ampio raggio, con le dirette e i canali per entrare a contatto con la comunità. Riferisce: ”Possiedo una raccolta dei giornali delle più importanti testate nazionali del primo periodo della pandemia. Ho notato che il tema si è evoluto e oggi riscontriamo questo: inizialmente era improntato sulla paura, poi sulla disinformazione e le fake news”.
Incontro-dibattito / Un atteggiamento “empatico” lega San Francesco di Sales alla pandemia
Don Arturo sostiene: “I giornalisti devono dare notizie vere e verificate. Bisogna entrare nella notizia, ascoltare e assumere un atteggiamento empatico verso la notizia stessa. Il giornalista deve nutrire passione nel conoscere, essere curioso e responsabile nel suo lavoro. Altro requisito indispensabile è quello di essere un buon osservatore del fatto. Per questo l’ascolto della gente che in questo momento sta vivendo il dramma del terremoto, a livello locale, e della pandemia, a livello mondiale. La verità della notizia può dipendere anche da un punto di vista, ma uno deve cercare sempre fonti attendibili e cerare di essere più veritiero possibile, senza troppo coinvolgersi, ma deve esserci una certa empatia. Bisogna appassionarsi all’argomento, no riportare una semplice notizia. Il giornalista deve essere rispettoso dei fatti che racconta”.
Dialogare sulle orme di San Francesco di Sales
“Per questo San Francesco di Sales rappresenta un modello di riferimento – afferma don Arturo. – Fu fautore di una comunicazione fatta di manifesti e locandine, ricordato come grande comunicatore che predicò la fede in modo semplice e chiaro. Nella Savoia, dove fu ordinato vescovo, seppe combattere il Calvinismo con il dialogo, attraverso una buona comunicazione. Paolo VI lo indica come modello dei giornalisti. San Francesco di Sales promosse il dialogo, elemento essenziale tutt’oggi, ma al contempo è importante verificare la notizia, perché sia attendibile in un’epoca in cui si scrive tanto”.
Incontro-dibattito/ Cosa lega San Francesco di Sales alla pandemia? Gli obiettivi dei giornalisti cattolici
“Quest’anno ad Acireale, in occasione dei festeggiamenti per San Francesco di Sales, noi giornalisti cattolici ne approfitteremo per attenerci all’attualità. Cercheremo di è trovare dei temi a noi familiari. Dal 20 gennaio siamo soliti riunirci per pianificare la ripartenza dell’anno organizzando un po’ di eventi. Ci ritroviamo proprio nel giorno del ricordo di San Francesco di Sales che è la nostra guida”. Così Domenico Interdonato annuncia la finalità dell’incontro dei giornalisti cattolici in coincidenza alla figura del sanato patrono della professione.
I giornalisti, motore di una ripartenza
Continua Interdonato: “gli uomini con la mente, la ragione e il cuore, hanno l’abilità e la capacità di tramutare gli eventi negativi che subiscono in qualcosa di positivo. Il terremoto, la peste, la pandemia servono a ripartire. Questo è il nostro messaggio. Noi giornalisti in questo abbiamo un grande compito: dobbiamo accompagnare la notizia, non far finta di non vedere e dare la giusta attenzione a tutti. In questo periodo storico assumiamo una grande responsabilità, più che nel passato. Dobbiamo remare per uscire da questa emergenza con raziocinio, con lungimiranza e con la giusta attenzione. Però dobbiamo stimolare anche ad uscire fuori dai drammi, a guardare avanti. Non ci possiamo piangere addosso. Questo è il messaggio che lanceremo a tutti i colleghi in occasione dell’incontro”.
Graziana Caruso