Ricordo / La mamma del vescovo Raspanti, una vita di preghiera

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mamma vescovo Raspanti

Ho conosciuto la signora Francesca Pitò, mamma del nostro Vescovo monsignor Raspanti,  il 30 settembre del 2011. Era arrivata da Alcamo, a tarda sera,  per partecipare – l’indomani – all’ordinazione episcopale e relativo inizio del ministero pastorale del figlio. Nonostante avesse ottantuno anni (era del 1930, come la mia mamma), era piena di vitalità. Tanto da essersi assunta il compito di accudire i suoi tre vispi nipoti.

Tante altre volte, nel corso degli anni, ho avuto modo di incontrarla. Discreta e riservata, se ne stava nella camera preparata per lei. Mi faceva una positiva impressione, tutte le volte che andavo a salutarla, di trovarla in poltrona, con il volumetto “pregate, pregate” tra le mani. Accompagnava così i suoi figli, i nipoti e le persone care con la preghiera continua.

Durante la prima fase della pandemia  fu ospite del figlio in vescovado, ma – ahimè – pian piano i segni della senilità e della lucidità andavano manifestandosi sempre più. L’ultima volta che la vidi non mi riconobbe più, sebbene continuasse a manifestarmi segni di accoglienza e mi accompagnava con il suo dolce sorriso.Francesca Pitò

La presenza spirituale della signora Francesca Pitò

Per un prete, così come per un vescovo, la mamma resta – inevitabilmente – il più grande affetto terreno a cui ci si lega. La morte della mamma ci fa diventare “adulti”, perché ci priva della possibilità di essere “figli”.

Mons. Claudio Sorgi, nel suo libro “Faccia da prete”, così scrive, ricordando la morte della sua mamma: ““Mamma, ogni volta che una di voi lascia un figlio prete, da solo, si fa il deserto, ma una Messa diventa più completa. La fede, la tua preghiera, il ricordo, il tuo stare silenziosa e dolce accanto a me, ogni giorno, mi daranno la forza ancora di tornare a casa, la sera, senza trovarti, con lo stesso bisogno di dirti che sono stato prete …. Continua ancora a pregare e chiedi al Signore che tutti coloro che incontreranno tuo figlio sacerdote, siano arricchiti per questa tua preghiera. Mamma, stammi vicina, resta con noi, con tutti quelli che hai amato e che ti hanno pianto. Perché tu sia madre ancora, sempre, sino al giorno in cui ci rivedremo”.

Sono vicino al  Vescovo (e anche al fratello Giacomo),  in questo momento così doloroso per lui, e gli auguro di percepire la presenza spirituale della sua mamma accanto a lui e da essa ne tragga forza per l’adempimento quotidiano del suo ministero episcopale.

Come chiese S. Monica al figlio Agostino, ricorderemo la signora Francesca “all’altare del Signore” dove, nel memoriale eucaristico, passato, presente e futuro si fondono in unicum, nell’attesa del giorno “senza tramonto”, quando tutti riuniti in Cristo, faremo festa in eterno e senza fine. A – Dio, carissima Signora.

Don Roberto Strano

 

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