Mistica / Raspanti, Longchamp e la ricerca della verità

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Il professor Francesco Pira è stato invitato a presentare a Biancavilla il nuovo libro di Mons. Antonino Raspanti e di Padre Max Huot De Longchamp, intitolato “Cos’è la mistica”. Un pretesto, scrive, per affrontare una questione complessa con l’occhio di chi studia la società: la ricerca della verità e di Dio.

Il 15 marzo presso la Parrocchia SS. Salvatore a Biancavilla, in provincia di Catania, sono intervenuto alla presentazione del libro del Vescovo di Acireale, monsignor Antonino Raspanti, scritto insieme a Max Huot De Longchamp, intitolato “Cos’è la mistica” uscito per i tipi di Citta Nuova nella Collana Prismi. Ha introdotto i lavori il professor Mariano Indelicato, psicologo, psicoterapeuta e docente a.c. di psicometria delle neuroscienze cognitive all’Università di Messina. Ha moderato il prof. Mirko Trovato. Abbiamo discusso con l’autore, Monsignor Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale e Vice Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e il dottor Giuseppe Catalfo, medico psichiatra e psicoterapeuta. Dal dialogo sono emerse tante prospettive degne di approfondimento e conoscenza.

Mistica / Raspanti, Longchamp e la ricerca della verità

L’importanza dell’aspetto mistico è stato affrontato da Papa Francesco fin dal primo momento del suo apostolato attraverso “Evangelii Gaudium” (la prima esortazione apostolica promulgata nel 2013), che dimostra quanto sia necessario oggi parlare di misticismo e sociologia. A giugno 2017, in una delle sue Udienze, il Papa ha ribadito quanto sia importante oggi la presenza di Mistici, dicendo: “La nostra storia ha bisogno di Mistici: di persone che rifiutano ogni dominio, che aspirano alla carità e alla fraternità.

Non siamo soli, la Chiesa è fatta di innumerevoli fratelli, spesso anonimi, che ci hanno preceduto e che per l’azione dello Spirito Santo sono coinvolti nelle vicende di chi ancora vive quaggiù. Uomini e donne che vivono accettando anche una porzione di sofferenza, perché si fanno carico della fatica degli altri. Ma senza questi uomini e donne il mondo non avrebbe speranza. Per questo auguro a voi, e anche a me, che il Signore ci dia, ci doni la speranza di essere santi”. Le splendide parole del Pontefice si incontrano con quanto scritto da Monsignor Raspanti e si completano nella testimonianza che ci hanno lasciato quegli uomini e quelle donne, divenuti gioielli di umanità e amore.

Raspanti, Longchamp / Mistica: relazioni ed esperienza religiosa

Il quarto capitolo del volume è davvero molto bello, poiché viene presentato un paragone interessante sulle relazioni e l’esperienza religiosa: “Nel caso di una relazione umana, la tenerezza dei fidanzati avrà ceduto il passo alla costruzione molto più dura di una famiglia, con i sacrifici necessari. Nel caso di un’esperienza religiosa, avverrà anche una riorganizzazione globale della visione del mondo e di Dio. Colui che rimane fedele alla sollecitazione divina, nonostante questo disseccarsi, diventa sempre più capace di comprendere e di spiegare il mistero di Dio, e sempre più disposto a conformarvisi, pur avendo l’impressione opposta”.

Mi piace far l’esempio di Suor Cristina la suora cantante, vincitrice di The Voice. Tanti giornali di gossip on line più volte hanno annunciato il suo matrimonio, fino a pochi giorni fa. Ma poi leggendo l’articolo, in fondo, molto in fondo si scopre che invece rinnova la sua esperienza mistica decidendo nel settembre 2019 di prendere i voti perpetui e di entrare in maniera definitiva nell’Ordine delle Orsoline. Suor Cristina ha compreso che il suo unico vero amore è Gesù.

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Mistica / Raspanti, Longchamp: Gesù uno come noi?

E leggendo il libro di Mons. Raspanti e Padre Hout de Longchamp ho rafforzato l’idea che già il gesuita Roger Lenaersnel sul libro: “Gesù di Nazaret: uno come noi?” con il punto interrogativo, per sottolineare la domanda, rivisita la figura del Figlio di Dio che si discosta da quella tradizionale. Gesù di Nazaret e la sua divinità. Un Gesù attuale per l’uomo e la donna di oggi. Mi sposterei al capitolo quinto ed in particolare al paragrafo intitolato: “I contraccolpi dell’irruzione del divino” dove si evince come ogni esperienza mistica è un incontro. Incontrare qualcuno è altra cosa che incrociarlo per strada: incontrarlo è prendere coscienza della sua presenza nella nostra vita; era già lì, ma ora fa parte di noi stessi, e questo può comportare reazioni diverse.

E qui abbiamo il principio dei rapimenti, estasi e altre lievitazioni, che hanno in comune una reale disconnessione della coscienza dal mondo esterno.  E qui mi chiedo se l’eccessiva spettacolarizzazione e vetrinizzazione di episodi particolari che accompagnano la vita mistica non rischiano di renderli poco credibili? Ma Mons. Raspanti nella post fazione mi fornisce, e ci fornisce, una risposta. Partendo dall’esplorazione di Padre Longchamp spiega quanto dobbiamo credere che i mistici lungo la storia cristiana hanno aperto di fatto ai loro fratelli una strada che questi non avrebbero trovato senza di loro.  E scrive di una certa miopia ecclesiale che non lascia intravedere soluzioni efficaci alle sfide.

La nuova dimensione del “metaverso”

Qualche giorno fa ho letto su Tempo Stretto, una splendida intervista rilasciata da Mons. Raspanti al Direttore del quotidiano on line, Carmelo Caspanello, dove testualmente ha detto: “Il dato è innegabile. C’è dispersione, confusione, un indebolimento della formazione di molti cattolici. Insomma, una serie di fattori che vanno di pari passo con la generale situazione culturale. La tenuta democratica dei nostri Stati, che hanno una tradizione liberaldemocratica più che secolare è a rischio”. Quanto ha ragione. E quanto misticismo ci vuole oggi per accettare che il Dio, il nostro Dio dell’amore permetta che si possa pensare alla terza guerra mondiale. Che si uccidano bambini. Mentre ancora non siamo usciti dall’incubo della pandemia che ha messo a dura prova, e che lascia a rischio depressione, bambini e ragazzi, fragili, si evince dalle mie ricerche recenti, così come gli anziani.

Noi incapaci di comprendere l’Universo ci siamo ritrovati nel Metaverso. Mark Zuckeberg proprietario di Facebook, Messenger, Intagram e Whatsapp, ha cambiato di recente il nome alla sua azienda. Questo prefisso in tutte le lingue occidentali deriva dal greco antico metà, “μετά”, che significa “con”, “dopo”, ma anche “in mezzo a”. E proprio “in mezzo a” rende l’idea chiara del metaverso, un ambiente pensato a metà tra la realtà e il virtuale che già conosciamo sulla rete. Per dirla con Eric Sadin: “C’è chi si dice molto spaventato dall’instaurazione di una controllocrazia”.

Una sorta di monitoring algoritmico che permette al Grande Fratello di sapere tutto di noi e di spingerci a comportamenti precisi. Il tutto nella nuova dimensione del metaverso. Tra reale e virtuale, tutto assemblato, tutto quasi vero, tutto da scoprire. Probabilmente diventerà sempre più difficile distinguere l’online dall’offline. Un mondo nuovo in cui noi cattolici cristiani dobbiamo trovare una strada e abbiamo bisogno di qualcuno che sappia guidarci.

Mistica / Raspanti, Longchamp e la ricerca della verità

E per citare ancora il gesuita Simon Pierre Arnold: “Siamo abituati a considerare la libertà come un tesoro individuale che bisogna preservare ad ogni costo, o per il quale dobbiamo lottare fino alla morte. E se al contrario non ci fosse libertà al di fuori della nostra inestricabile interconnettività? La libertà è un frutto comunitario, non un capitale individuale. Solo il corpo comunitario è libero”.

Scrive ancora in questo libro Monsignor Raspanti: “Se il mistico prende la parola per carità fraterna o per il grande bisogno di anime, per essere utile o per amicizia, non compie un gesto di sbiadita bontà né soddisfa un bisogno incontenibile di comunicare, bensì obbedisce a una precisa missione, accettata a sua volta nella fede”. Abbiamo bisogno di una Chiesa forte, capace di comunicare. Come il suo straordinario Papa. Ha tuonato contro la guerra in Ucraina e le guerre nel mondo, la strage di migranti nel Mediterraneo, contro chi semina morte, producendo sangue e lacrime.

Mistica / Papa Francesco grande storyteller

Il Papa che sa essere anche autoironico, come quando si è collegato con Fabio Fazio, e ha detto che preferisce abitare nella residenza Santa Marta: “I papi di prima erano santi, io non me la cavo, non sono tanto santo, per questo ho bisogno dei rapporti umani, e per questo non sono andato negli appartamenti vaticani”. Un grande Papa storyteller che ha dimostrato al mondo la sua umiltà, divenuta la sua chiave comunicativa per raggiungere tutti in tempo reale e per arrivare ai cuori delle persone.

Attimo dopo attimo è riuscito a penetrare dentro l’animo di ognuno di noi e lo ha fatto indipendentemente da quello che può essere il nostro credo. Abbiamo bisogno di capire cosa è la mistica, ma anche di capire quale è Chiesa 4.0, che vive e cresce nell’era dell’intelligenza artificiale. Abbiamo bisogno di credere e di capire. Dobbiamo ritrovare la forza di pregare, come ha scritto Monsignor Raspanti. Capire come confrontarci con la Parola, con la P maiscola, ora che è stata sovrastata dalle immagini.

Mistica / Raspanti e Longchamp

Concludo con l’Enciclica di Papa Francesco – Fratelli tutti “Fratelli tutti“, scriveva San Francesco d’Assisi per rivolgersi a tutti i fratelli e le sorelle e proporre loro una forma di vita dal sapore di Vangelo. Tra i suoi consigli voglio evidenziarne uno, nel quale invita a un amore che va al di là delle barriere della geografia e dello spazio. Qui egli dichiara beato colui che ama l’altro “quando fosse lontano da lui, quanto se fosse accanto a lui”.

Con queste poche e semplici parole ha spiegato l’essenziale di una fraternità aperta, che permette di riconoscere, apprezzare e amare ogni persona al di là della vicinanza fisica, al di là del luogo del mondo dove è nata o dove abita. Abbiamo bisogno di amore e di pace. Di fratellanza e condivisione.  Grazie Mons. Nino, grazie Padre Max per questo testo: leggerlo arricchisce. Ci permette di trovare qualcosa di solido in una società, come l’ha definita il sociologo Bauman, sempre più liquida.

Francesco PiraFrancesco Pira Nuove paure quanto è importante la fiducia

Delegato del Rettore alla Comunicazione all’Università di Messina, dove insegna comunicazione e giornalismo ed è coordinatore didattico del master in social media manager del Dipartimento di Civiltà antiche e moderne.

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