A mezzogiorno / Porti turistici in rete. Con il progetto “Signa Maris” alla conquista di nuove fette di mercato

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Porto turistico dell’Etna di Riposto

Trentotto porti turistici meridionali sono stati messi in rete grazie al progetto “Signa Maris”, promosso dal Ministero dei Beni Culturali, in collaborazione con Invitalia, l’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e Automobile Club Italia. Sono quattro le regioni coinvolte, interessate dal POIn “Attrattori culturali, naturali e turismo”: Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Per ogni approdo, sono indicati oltre i servizi nautici a disposizione anche itinerari e percorsi – di carattere artistico, archeologico e naturalistico – per attrarre chi arriva con la propria nave o con i charter nautici e per conquistare chi rifiuta il turismo nel Sud Italia, favorendo altri Paesi del Mediterraneo, Croazia, Grecia e Spagna, in particolare.

L’obiettivo è quello di valorizzare il patrimonio culturale e naturalistico dei siti di accoglienza, che è parte integrante del valore del porto turistico stesso, al fine di veicolare flussi turistici aggiuntivi rispetto a quelli già esistenti, – realizzando un’attività di promozione e comunicazione volta a intercettare la domanda turistica, anche e soprattutto straniera, coinvolgendo e sensibilizzando l’imprenditorialità della filiera turistica che ciascun territorio esprime.

Le Regioni interessate dal progetto non sono tutte allo stesso livello per quanto riguarda la promozione turistica. Una recente indagine – che ha considerato il primo trimestre del 2014 e il periodo corrispondente del 2015 – ha individuato significativi incrementi per la Puglia, in particolare per Vieste e Lecce (che registrano un aumento del 120%) e Bari (relativamente al periodo pasquale, è risultata una delle dieci città più gradite, come confermano i dati sul flusso aeroportuale proveniente da 21 paesi europei); in controtendenza, Taranto, che registra un calo del 90%, in considerazione delle vicende ambientalistiche che l’hanno coinvolta. Come rivela il “Rapporto sul turismo 2015” di Unicredit, in collaborazione con il Touring club, il settore turistico impegna il 10% degli occupati in Calabria e rappresenta il 6% del valore aggiunto, più della media del Paese (3,9%). Nella regione, Unicredit investirà, entro il 2018, 15 milioni di euro dei 160 messi a disposizione per il “Sud continentale”, territorio che comprende anche Puglia, Campania e Basilicata. Per quanto riguarda la Campania, occorre sottolineare un dato di grande rilevanza, emerso dall’indagine Bandiere Blu: la regione conta 14 località balneari d’eccellenza e si classifica quarta in Italia e prima al Sud. Dati contrastanti provengono invece dalla Sicilia, dove solo l’8,7 % degli occupati lavora nel settore turistico, nonostante il 19,7 % del totale nazionale di chilometri di coste e il 14,3 % di siti Unesco; conta appena il 4 % di presenze – 14,5 milioni all’anno – e il 4,4 per cento di arrivi (includendo i pendolari) del totale nazionale. Il Veneto, che è la Regione maggiormente turistica d’Italia, arriva al 30%, con oltre 61 milioni di presenze annue. Questi dati, sono il risultato di una sofferenza infra-strutturale enorme dell’isola, che è condivisa dal resto del Sud Italia. Basta pensare che su un totale nazionale di 377 milioni di presenze annue, la provincia di Bolzano produce turismo (27 milioni) come l’intera regione Lazio (30,7) e quasi il triplo della Sardegna (10,7).

In questa situazione, il progetto “Signa Maris” potrebbe contribuire a rilanciare l’idea di un Sud turistico e di mettere a disposizione per lo sviluppo dei territori meridionali, competenze e obiettivi per consolidare l’ambizione di costruire una grande industria di servizi, utilizzando risorse “libere”: ambientali e storiche, di grande valore universale.

Roberto Rea

 

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