ABA / Arte precaria al tempo di Covid, incontri sul web

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ARTE PRECARIA

Arte precaria al tempo di Covid. I luoghi d’arte e le pagine culturali stanno cambiando pelle. Quali sono le nuove professioni e come si è trasformato il rapporto con il pubblico?
Con l’obiettivo di offrire agli studenti la possibilità di avviare importanti confronti con il mondo del lavoro, Ambra Stazzone e Lorenzo Madaro, docenti di Storia dell’arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, hanno curato un ciclo di incontri sul web dedicato all’ “Arte precaria” al tempo del Covid.

Arte precaria: il progetto

Otto gli appuntamenti, proposti sulla piattaforma Teams e sul canale YouTube, ricchi di confronti, dialoghi ed esperienze di alcuni tra i più attivi protagonisti del mondo dell’arte contemporanea in Italia.
Evidenziando importanti realtà italiane ed estere, gli appuntamenti si sono rivelati una preziosa occasione di promozione per l’Istituto, ma non solo. Fra gli obiettivi, anche quello di avviare una riflessione corale su quanto sta accadendo nelle professioni dell’arte contemporanea, in questo momento di straordinaria precarietà ma anche di trasformazione. Abbiamo chiesto alla professoressa Stazzone qualche particolare in più.

Quali erano gli obiettivi di questa serie di talk?

Abbiamo voluto presentare alcuni protagonisti della scena dell’arte contemporanea, coinvolgendo il pubblico e utilizzando le opportunità che provengono dalla modalità incontri online ai quali ci siamo, obtorto collo, abituati.incontri arte precaria

Che tipo di ricerca avete svolto e che strumenti sono stati adottati?

Siamo partiti dal generale per arrivare al particolare. Premesso che un ciclo del genere deriva naturalmente dal mettere a frutto anni di ricerche personali nel campo dell’arte contemporanea. Si è disegnata una sorta di mappa, considerando la situazione italiana e non solo.
Abbiamo infatti “sconfinato” andando in Svizzera e in Gran Bretagna, coinvolgendo comunque professionisti italiani che operano in quelle realtà. Abbiamo parlato a lungo a tutti del progetto, coinvolgendo tutti gli attori cosicché potessero essere partecipi alla “regia” di ogni singolo incontro.

Nel ciclo dedicato all’Arte precaria, che figure professionali sono state coinvolte?

Abbiamo coinvolto il direttore di un museo d’arte contemporanea (Luca Lo Pinto), un artista/curatore/gallerista (Gino Gianuizzi), una curatrice e docente accademica (Laura Cherubini). Ancora, una curatrice specializzata anche in Archivi dediti al contemporaneo (Bettina Della Casa), un’artista impegnata nell’arte come ricerca oltre che docente universitaria (Elena Cologni). E anche una curatrice di un museo d’arte moderna e contemporanea (Rosaria Raffaele Addamo).

Completano l’elenco il vicedirettore della sezione cultura di una delle più importanti testate italiane (Dario Pappalardo) e l’ideatrice di uno dei più seguiti blog sull’arte contemporanea (Elena Bordignon). E infine la responsabile cultura di una fondazione dedicata ad un importante episodio della vita artistica e culturale del Novecento (Nicoletta Mongini).

Che tipo di risposta da parte degli studenti?

Il pubblico di questo ciclo di incontri è stato molto vario, anche se prevalentemente formato da studenti della nostra e di altre accademie. Agli incontri però hanno partecipato anche studenti universitari, addetti ai lavori e pubblico genericamente interessato all’arte contemporanea. Gli studenti si sono mostrati decisamente contenti dei vari appuntamenti, partecipando attivamente con domande interessate e interessanti e inviandoci messaggi di ringraziamento e di apprezzamento per l’iniziativa.

Cristiana Zingarino

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