Sono trascorsi 27 anni dal tragico incidente accaduto il 29 settembre 1994 lungo l’autostrada Salerno – Reggio Calabria, quando fu colpito da un proiettile il bimbo americano Nicholas Green, ucciso mentre era in vacanza in Italia con i genitori.
L’auto sulla quale viaggiava la famiglia Green era diretta in Sicilia. Scambiata con quella di un portavalori, nel corso del tragitto è stata bersaglio di una sparatoria che ha costretto mister Green a correre verso l’ospedale di Messina, vedendo il suo piccolo colpito nel sonno.
Alcuni giorni dopo, il primo ottobre, la spontanea risposta degli affranti genitori ai medici dell’ospedale di Messina che comunicavano la morte cerebrale del piccolo: “trapiantate i suoi organi”, ha commosso l’Italia. E ha determinato un vero effetto Nicholas che ha incrementato la diffusione della cultura della donazione degli organi.
Sette organi di Nicholas Green espiantati
I genitori del piccolo Nicholas hanno dato una lezione di civiltà al mondo intero autorizzando l’espianto di ben sette organi. Organi che hanno dato vita a sette giovani italiani di Messina, Siracusa, Bari, Roma. Essi beneficiando delle donazioni del piccolo Nicholas hanno continuato a svolgere una vita normale. I suoi organi sarebbero rimasti inerti e inattivi e invece hanno continuato a vivere e durare nel tempo.
Il suo piccolo cuore di bambino buono e bello ha pulsato ancora per altri 23 anni. E ha restituito una vita normale ad Andrea Mongiardo, morto a 37 anni, nel 2016.
Gli altri sei organi sono ancora oggi vivi nei trapiantati. Una di queste, Maria Pia, è diventata mamma ed ha dato al figlio il nome di Nicholas.
Nel corso di questi 27 anni a Nicholas sono state intitolate aule, teatri, vie, scuole, fondazioni. Si sono banditi concorsi regionali e provinciali per stimolare tra gli studenti l’attenzione alla cultura della donazione degli organi e dei tessuti, grazie alla cooperazione dei volontari dell’Aido.
A Bodega Bay tante campane suonano per Nicholas Green
Sulla collina di Bodega Bay, piccolo centro della California, accanto alla tomba di Nicholas, l’artista Bruce Hasson con le tante campane raccolte in Italia, dono di amicizia e segno di perdono, ha realizzato la “Children’s Bell Tower”. E al vento dell’oceano suonano e vibrano le campane italiane nel nome e nel segno di tutti bambini del mondo.
L’effetto Nicholas, salutato positivamente dai mass media, l’eco di ammirazione e di plauso nei confronti dei coniugi Green per il generoso gesto di amore, ha determinato una rapida crescita delle donazioni in Italia. E anche la diffusione della cultura del trapianto di organi. Tra di essi quello della studentessa romana Marta Russo, della giovane Annalisa di Napoli, di Alessandro Giani, sindaco dei Ragazzi di Cassano Magnago, in provincia di Varese. E quello di tanti altri meno noti generosi donatori di organi.
I Consigli comunali dei Ragazzi, in collaborazione con il Parlamento della legalità Internazionale hanno costituito a Messina l’Ambasciata del dono. Diffondendo e praticando così il valore di “ sentirsi ed essere un dono per gli altri” nella concretezza del quotidiano.
L’AIDO e la donazione degli organi
La cultura del dono e del trapianto degli organi, anche grazie alla lodevole promozione dell’Aido, ha modificato comportamenti e modi di pensare. Ed ora è in dibattito al Parlamento la proposta di legge in merito al rendere noto ai familiari il nome del donatore. E consentire anche un contatto tra ricevente e familiari del donatore.
“Io dono, tu doni….essi vivono” non è solo uno slogan, ma resta un monito costante e incisivo per la formazione integrale degli studenti e questa “lezione” fa parte dei contenuti dell’Educazione Civica che comprende anche la sfera dell’educazione alla salute e al benessere.
Giuseppe Adernò