Aci Castello, comune del nord-est della provincia di Catania, ospita un fiero castello normanno dal quale prende il nome. Questa zona è molto frequentata durante la stagione estiva, grazie ai diversi stabilimenti balneari, i quali permettono di godere della leggerezza e freschezza delle acque marine. Il castello, che annoveriamo tra le #PerleDelloJonio, sorge lungo un promontorio basaltico, costituito da colate laviche sottomarine. Inizialmente gli storici attribuirono la nascita di queste ultime, in maniera errata, all’eruzione del 1169. Storicamente i bizantini edificarono un primo castello già nel VII secolo. Sorto su una preesistente fortificazione risalente al periodo romano, fu chiamato “Castrum Jacis”, volto alla difesa della popolazione dalle scorrerie.
L’arrivo degli arabi ad Aci Castello
L’arrivo degli arabi inaugurò un periodo sanguinoso di guerre e distruzioni, descritto dagli stessi scrittori dei nuovi colonizzatori. La fortezza sulla rupe fu distrutta dall’emiro Ibrahim nel 902. E’ probabile che il Califfo Al Moez, nel 909, riedificò sulla rupe una fortificazione che doveva far parte di un più vasto sistema difensivo, atto a proteggere l’abitato di Aci. Gli storici pongono la costruzione del castello tra il 1071 e il 1081, nell’ambito della conquista dell’isola da parte dei normanni Roberto il Guiscardo e Ruggero D’Altavilla.
Aci Castello / Origini e storia del castello normanno
A ben guardarlo, il dongione di Acicastello raffigura una nave arenatasi per non più ripartire. Retto su una rupe basaltica scaturita da eruzioni sottomarine di circa 500.000 anni fa, i normanni lo concepirono come metafora della conquista della Sicilia. Secondo la tradizione sacra, è il luogo in cui nel 1126 Goselmo e Gisliberto, disertata la guardia imperiale bizantina, sbarcarono le reliquie di Sant’Agata, oggi patrona di Catania. Pare le avessero recuperate a Costantinopoli, ove le aveva portate l’ammiraglio Giorgio Maniace nel 1038 dopo averle sottratte a Catania. Nel 1169 una disastrosa eruzione ha investito il paese di Aci Castello e ha raggiunto persino la rupe che, fino ad allora, emergeva dal mare, isolata dalla terraferma. La colata ha ricoperto il braccio di mare antistante la rupe, rendendo inutile il ponte levatoio che serviva a congiungere il castello al paese.
Gli Aragonesi di Sicilia
Dalla fine del XII secolo fino all’età dei Viceré, il castello fu testimone della lunga lotta che contrappose gli aragonesi di Sicilia agli angioini di Napoli. Federico III d’ Aragona, re di Sicilia, tolse il fondo di Aci ed il relativo castello ai vescovi di Catania e lo concesse all’ammiraglio Ruggero di Lauria come premio per le sue imprese militari. Quando però quest’ultimo passò dalla parte degli angioini, il re ordinò di espugnare il castello, entro il quale si erano asserragliati i ribelli. Per uscire dall’impresa il re prese la decisione di costruire una torre mobile, di legno, chiamata “cicogna”. Nel 1320, su concessione ancora di Federico III, il possedimento di Aci andò a Blasco D’Alagona ed in seguito al figlio Artale.
Lo scacco di Ognina
Durante un assalto il maresciallo Acciaioli, per ordine di Ludovico D’Angiò, espugnò il castello e distrusse contemporaneamente il territorio di Aci. Artale, in breve tempo, riuscì ad organizzare una flotta e vinse gli angioini in una dura battaglia navale condotta nel tratto di mare tra Ognina ed il castello. In seguito a questa battaglia, passata alla storia come “lo scacco di Ognina”, liberarono il castello. Successivamente il castello, in possesso di Artale II D’Alagona, fu nuovamente espugnato da Martino il Giovane. Quest’ultimo, approfittando dell’assenza di Artale II, riuscì nell’impresa di occupare il castello e l’Alagona non potè fare altro che constatare la propria sconfitta.
Aci Castello / Origini e storia: il castello normanno nell’epoca moderna
Nell’epoca moderna, i restauri hanno restituito il castello di Aci Castello restaurato e impreziosito, al suo interno, dal museo civico. Oggi si possono visitare le strutture superstiti ed ammirare gli splendidi archi a sesto acuto. Cliccando sul precedente link, è possibile cogliere orari e prezzi per visitare entrambi, sperimentando un intrigante viaggio nel passato. Nel museo civico trovano esposizione oggetti della preistoria, dell’età medievale e di natura mineralogica e geologica. Nel castello inoltre è presente anche un orto botanico: qui, per dodici mesi l’anno, collezioni di piante grasse di notevole valore si offrono ai visitatori in tutta la loro bellezza. Durante la visita al museo civico del castello normanno, è possibile che si incontri un “concierge”. Se sarete fortunati, questi vi consegnerà, di sua spontanea volontà, una monetina da lanciare nel “pozzo dei desideri”.
Arianna Pastore