La Comunità di Aci Platani ha potuto vivere, lo scorso 19 aprile, un forte momento all’insegna dell’amicizia e dei buoni ricordi in compagnia di don Orazio Barbarino e Vincenzo Spampinato. Presente anche don Salvatore Coco, parroco di Aci Platani.
Era l’estate del 1992 quando il cantautore catanese, nei locali dell’oratorio della popolosa frazione acese, preparava il suo tour che l’avrebbe portato in giro per l’Italia. Una estate di tanti anni fa, nella quale si è istaurato un forte legame di amicizia. A distanza di tanti anni, grazie all’impegno di don Orazio e alla disponibilità di Vincenzo Spampinato, è stato possibile rivivere una serata aperta a tutti gli amici di ieri e di oggi. Un momento di gioia e condivisione nel quale si è fatta memoria di una forte esperienza di amicizia che ha sempre bisogno di essere rinnovata.
Il forte legame di Vincenzo Spampinato col territorio acese
Il legame di Vincenzo Spampinato con il territorio acese è stato sempre forte. Ad Acireale infatti volle dedicare una delle più significative canzoni “Je a terra mia”. Un inno alla bellezza della nostra città che negli anni ha consolidato il profondo legame tra il cantautore catanese e la città di Aci e Galatea.
Per Aci Platani gli anni Ottanta e Novanta furono anni di speranza. Grazie all’impegno di tanti, la Comunità platanese divenne centro della vita cittadina. Un vero laboratorio di idee e di una progettualità nuova. Con l’arrivo di padre Orazio si apriva un altro straordinario capitolo nella lunga storia della comunità. La grande consapevolezza che si ebbe nei primi anni della sua permanenza ad Aci Platani è che ancora una volta la parrocchia veniva visitata dalla speranza. Consapevolezza che non nacque solo dalle cose realizzate, quanto invece dal constatare che ogni cosa sembrava essere permeata da uno spirito nuovo. Un nuovo modo di vivere la comunità ed un nuovo modo di concepire l’impegno cristiano furono i freschi germogli spuntati nel fertile terreno delle coscienze.
Significativi momenti culturali vivacizzarono la comunità
All’incontro con Vincenzo Spampinato ne seguirono tanti altri. Momenti culturali che portarono ad Aci Platani diversi esponenti della cultura e della musica leggera italiana, come il cantautore Franco Battiato e il poeta catenoto Michele Pricoco.
Nel salone dell’oratorio si tennero diverse assemblee comunitarie ed incontri-dibattito sulle più urgenti problematiche che ancora oggi, purtroppo, affliggono la comunità platanese.
Come non ricordare gli incontri con l’architetto Paolo Portoghesi, con il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana on. Rino Nicolosi, con il giudice Gianbattista Scidà, presidente del Tribunale dei Minori di Catania, con la Giunta comunale di Acireale di quegli anni, presieduta dal sindaco prof. Alfonso Sciacca, e con i diversi sindaci ed amministratori della nostra Città che si sono succeduti nel tempo.
Ricordi…di don Orazio Barbarino
L’incontro con Vincenzo Spampinato è stato anche un forte momento vissuto all’insegna di una memoria storica capace di guardare al futuro con rinnovata fiducia. «Una memoria – ci dice don Orazio – che si è fatta racconto, rievocazione, nostalgia. Proponimento per una Aci Platani che ancora una volta bussa al cuore dei suoi figli e chiede loro di trafficare con lungimiranza i tanti talenti messi a dimora dal buon Dio nelle viscere di tutti noi. Si tratta di continuare a seminare, specie tra i più giovani, la forza delle radici. Non come venerazione delle ceneri, ma come trasmissione del fuoco vero rappresentato dalla vita del paese, nella sua totalità. In un abbraccio liberante e purificante”.
“Cada ciò che merita di essere superato – continua– ma niente e nessuno sia dimenticato. Viva Aci Platani, luogo dove ogni cosa aspetta di essere raccontata e soprattutto consegnata a quelli più giovani. La comunità platanese può guardare al suo domani con fiducia perché la catena della trasmissione della vita non si è mai gravemente spezzata. Oggi come ieri è tempo di tornare a seminare. Seminare, seminare, sempre seminare!».
L’incontro si è concluso con un momento di convivialità e di condivisione tra i numerosi intervenuti.
Giovanni Centamore