Ad Aci Platani, volge al termine il doloroso processo di demolizione delle abitazioni dichiarate inagibili in seguito al sisma del 26 dicembre 2018. Tutto ciò si consuma mentre trascorrono velocemente gli ultimi mesi del quarto anno che ci separa dal tragico evento che ha sconvolto la vita di tante famiglie.
Oggi, camminare per le strade di Aci Platani è una grande tristezza! Si rimane fortemente colpiti dalla vastità dei vuoti rimasti, dal silenzio che si avverte nelle strade interessate dal sisma, dal senso di abbandono in cui versa via R. Messina… un’atmosfera davvero surreale.
Demolite le abitazioni inagibili
Finite le demolizioni alcune domande si fanno sempre più urgenti: che ne sarà delle aree liberate dalle macerie? Esiste un progetto congiunto tra istituzioni e abitanti del luogo per il recupero di questi spazi? Resteranno abbandonati o possono costituire una opportunità di sviluppo per il territorio? E quanto bisogna ancora aspettare prima che avvenga la tanto attesa riapertura al traffico della via R. Messina? Domande legittime che gli abitanti di questa antica e popolosa frazione si pongono e che aspettano immediate risposte.
L’apertura al traffico della via R. Messina, importante arteria di collegamento tra Aci Platani e Aci Catena, deve avvenire subito! Non è possibile aspettare ancora! Aprire questa importante strada oltre a migliorare la viabilità, significherebbe diminuire i disagi e lo stato di sconforto e di abbandono che vivono da troppo tempo gli abitanti del luogo.
Riqualificare le aree vuote dopo le demolizioni
Ancora una volta vogliamo essere fiduciosi e ci auguriamo che chi di dovere si adoperi affinché possano essere utilizzate al meglio tutte le risorse disponibili. Così da poter realizzare nelle aree rimaste vuote dopo le demolizioni, progetti che aiutino a recuperare l’identità storica e sociale di una comunità fortemente segnata dall’evento sismico. Progetti capaci di ripristinare valori collettivi sui quali si fonda una comunità.
La cosa che bisogna ad ogni costo evitare è che, con il passare del tempo, questi spazi possano diventare luoghi di abbandono e di degrado. Si spera che non sia così! E che attraverso un’attenta concertazione tra le istituzioni e le realtà presenti nel territorio (parrocchia, scuola, ecc.), questi vuoti possano essere al più presto riempiti di contenuti positivi. Con progetti di pubblica utilità, che permettano di dare respiro ad un territorio fortemente provato.
Giovanni Centamore