Aci Platani / Una preghiera in chiesa Madre, ancora chiusa per procedure burocratiche, darebbe speranza ai platanesi

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Nonostante i lavori di ristrutturazione della chiesa Madre di Aci Platani siano stati ultimati da oltre un mese, a motivo delle asfissianti ed interminabili procedure burocratiche, rimane ancora chiuso il sacro luogo di culto, tanto caro ad ogni platanese.
In questo momento particolare, dopo il Decreto ultimo del Consiglio dei Ministri sul COVID-19 e delle successive disposizioni della Conferenza Episcopale Italiana, che prevedono la sospensione di tutte le celebrazioni, feriali e festive, compresa quella eucaristica e l’accesso ai luoghi di culto ad un numero esiguo di fedeli, il ritorno nella propria chiesa, tenendo conto delle sue ampie dimensioni, costituirebbe per gli abitanti di Aci Platani motivo di maggiore sicurezza e di tutela della salute pubblica.
L’edificio sacro era stato inserito tra quelli che la nostra diocesi aveva indicato per la messa in sicurezza delle chiese parrocchiali danneggiate dall’evento sismico del 26 dicembre 2018, con interventi finalizzati a garantire la continuità dell’esercizio del culto.
L’ultimo controllo, eseguito il 14 febbraio 2019, da parte del GTS, aveva confermato lo stato di inagibilità. Nello specifico erano state evidenziate nuove lesioni sparse nella volta, a motivo della faglia sismica ancora in movimento e l’ingrossamento di quelle già evidenziate subito dopo il terremoto. Il progetto di recupero, ha previsto una somma di circa 130.000 Euro, che per il 70% è stata finanziata dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) ed il rimanente è stato coperto tramite la raccolta fondi promossa dalla comunità parrocchiale.
Anche se in questo momento, per i citati motivi, la gioia non sarebbe piena, l’ingresso, anche per una semplice preghiera, in quel sacro luogo che i nostri Padri con tanto amore ci hanno consegnato, costituirebbe un segno di speranza per tutti quei platanesi che, da secoli, hanno visto nella chiesa Madre del proprio paese uno dei luoghi più eloquenti dove esprimere la fede e simbolo dell’identità storica e religiosa di una comunità più volte ferita, ma sempre pronta a rialzarsi. Oggi, per la popolosa frazione di Acireale la strada per il completo ritorno alla normalità sembra essere ancora molto lunga: rimane chiusa la secentesca chiesa di San Giuseppe, luogo tanto caro ad ogni platanese, mentre una quindicina di famiglie sono ancora costrette a vivere lontane dalle proprie abitazioni dichiarate inagibili, in attesa di una sistemazione definitiva.
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale, riunitosi in seduta straordinaria lo scorso 6 marzo, si augura che, dopo tanta attesa, gli organi competenti possano al più presto firmare tutte quelle autorizzazioni necessarie affinchè la monumentale chiesa Madre di Aci Platani possa essere riconsegnata al culto dei fedeli.

                                                                                        Giovanni Centamore

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