Aci S. Antonio / Gruppo parrocchiale adotta una ragazzina della Guinea Bissau: quando un gesto d’amore può cambiare una vita

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La sala della parrocchia

Sguardo vivace, treccine colorate e sorriso appena accennato; si chiama Mariama.
Così  lo scorso sabato 7 aprile un gruppo di giovani – e meno giovani – hanno dato nome e volto alla ragazza che hanno adottato a distanza, durante un incontro avvenuto nella sala multimediale della parrocchia Sant’Antonio Abate in Aci Sant’Antonio  con l’associazione Amici delle Missioni e il diacono Sebastiano Genco.

La sala della parrocchia

Questa iniziativa ha preso corpo e vita grazie all’impegno e alla buona volontà di due giovani: Rosario Pulvirenti e Agata Spinto. Il progetto, inizialmente nato e voluto dal gruppo Giovani Devoti della parrocchia, ha poi visto coinvolte più persone. Così, con una piccola cifra simbolica, tutti hanno contribuito a rendere per almeno un an migliore la vita di Mariama. La sua foto è passata di mano in mano tra i presenti, e a ogni passaggio il sorriso si è fatto sempre più largo. Con l’orgoglio di sapere di aver compiuto un piccolo grande gesto d’amore, la foto  è stata posata poi sul tavolo, a monito di quanto un singolo atto possa migliorare la vita di qualcuno.
L’incontro è servito non solo a far conoscere Mariama, ma anche per vedere e capire dove e come vive. Mariama ha 13 anni, frequenta la quinta classe ed è molto alta per la sua età. E vive in Guinea Bissau.
La priorità di adottare una bambina rispetto a un maschietto è dovuta alle condizioni in cui vive la donna lì: anche se fa tutto, non vale nulla.
L’associazione si occupa di costruire pozzi, scuole, centri nutrizionali e allargamento di reparti di maternità.
Essere lì da vent’anni permette ai volontari di non essere visti come una minaccia e di iniziare a cambiare il modo di pensare di una sociètà animista – dove è altissimo il tasso di natalità e dove l’ètà media è di quarant’anni–, per cui se tuo figlio sta male o è nato con qualche malformazione non deve essere abbandonato a se stesso, ma può e deve essere curato.
I presenti si sono ritrovati così a riflettere su quanto per cambiare il mondo sia necessario avere  istruzione.
A riflettere su quanto ciò che per noi può essere banale  e scontato – e veramente abusato – come il consumo d’acqua, per altre persone è di vitale importanza.
A riflettere su quanto siamo ossessionati dal consumo e su quanto questo a volte ci renda tristi e vuoti: siamo nati nel lato “fortunato” del mondo, eppure i nostri giovani non hanno sul volto lo stesso splendido sorriso di quei bimbi, che non hanno veramente nulla.
A riflettere sul fatto che forse dovremmo reimpostare le nostre priorità.
Soprattutto a riflettere su quanto  con poco si possa fare molto: un piccolo gesto d’amore, per qualcuno è tantissimo. Perché il mondo si cambia con un “atto reale  e cortese alla volta”.
Perché “Io posso fare cose che non tu non puoi, tu puoi fare cose che io non posso. Insieme possiamo fare grandi cose. Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quando amore mettiamo nel dare.” (Madre Teresa)

 Chiara Michelle Messina

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