Aci Sant’Antonio / Celebrato in chiesa Madre il ricordo della dedicazione della parrocchia al patrono S. Antonio abate. La testimonianza di un giovane devoto

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Antonio Abate

Ad Aci S. Antonio, Celebrato in chiesa Madre il ricordo della dedicazione della parrocchia al patrono S. Antonio abate. La testimonianza di un giovane devoto. Dopo un triduo di preparazione, si è conclusa ieri, domenica 29, con un celebrazione eucaristica nella parrocchia “S. Antonio Abate”, la festa in ricordo della dedicazione della chiesa Madre al santo protettore.

Aci Sant’Antonio / Celebrato in chiesa Madre il ricordo della dedicazione della parrocchia al patrono S. Antonio abate. La testimonianza di un giovane devoto

La messa, che ha visto la partecipazione di tutti i gruppi parrocchiali, è stata concelebrata dal parroco, padre Angelo Milone e da don Andrea Sciacca, e animata dalle corali riunite della parrocchia. La celebrazione è cominciata con l’aspersione dell’acqua benedetta; durante l’omelia padre Angelo ha detto, tra l’altro: ”Oggi festeggiamo Gesù risorto, il Padre, il dono dello Spirito Santo. Dio è amore, comunicazione

Antonio Abate
Momento dell’aspersione con l’acqua benedetta

costante e nuova tra Padre e Figlio. Se Dio è amore, il suo agire è amore. Antonio ha ascoltato la sua parola.

 

Si è sentito chiamato alla perfezione, alla generosità, alla totalità. Non possiamo amare a paragrafi – ha aggiunto padre Angelo -. Chiediamo a Gesù di saper ascoltare la sua parola, come ha fatto S. Antonio Abate, perché sappiamo vivere quell’amore al quale il Signore ci invita”. In seguito, il mandato agli operatori pastorali: “Che con il vostro servizio possiate mostrare il volto misericordioso del Padre e approfondire il vostro cammino di fede per essere testimoni di Cristo”, ha detto padre Angelo.

A conclusione, la benedizione del fuoco in piazza, la benedizione con la reliquia di Sant’Antonio Abate e la chiusura della cappella del Santo Patrono.
Una testimonianza di quanto il culto di S. Antonio sia sentito in paese ci è stata data da Rosario Pulvirenti, devoto ventottenne del santo. “Ho cominciato ad esprimere la mia devozione in forma d’abito nel 2010 , inizialmente non sapevo nemmeno chi fosse Sant’ Antonio. – ci ha raccontato – Ho cominciato ad appassionarmi a questa figura e ho studiato; non si può descrivere quello che succede quando c’è una sorta di attrazione spirituale nei confronti di una persona che ha fatto delle scelte che, né un tempo e neanche oggi, tanti farebbero. La scelta di Antonio è stata radicale.

Aci Sant’Antonio / Celebrato in chiesa Madre il ricordo della dedicazione della parrocchia al patrono S. Antonio abate. La testimonianza di un giovane devoto

Se sei veramente appassionato per qualcuno, non puoi startene con le mani in mano a guardare, importante è conoscere e far conoscere la sua persona – ha aggiunto Rosario -. Sant’Antonio è una delle colonne portanti della Chiesa e tanti santi si sono ispirati a lui, come Francesco d’Assisi. È proprio nei momenti più duri e silenziosi, che il Signore ci aiuta. L’anno scorso abbiamo formato un gruppo di  giovani devoti che si impegna in azioni umanitarie; ad esempio, nel 2011 abbiamo devoluto del denaro per realizzare un corso di falegnameria in Brasile e dare opportunità di lavoro ai meno fortunati, abbiamo diviso dei buoni spesa a famiglie realmente bisognose.

Antonio Abate
La benedizione del fuoco davanti alla chiesa

cerchiamo di dare, nella carità, nel segno dell’amore che dovrebbe contraddistinguerci come fratelli”. Rosario ci ha  raccontato anche  un po’ della vita del Santo, con tanta devozione e fede. A parlare era il suo cuore: “La domenica più vicina al 25 ottobre si ricorda la Festa della dedicazione della chiesa Madre e la festa del patrocinio. Questa cerimonia fu celebrata nel lontano 25 ottobre del 1574; sia il 17  gennaio, che ad ottobre, si realizzava questa Festa del ringraziamento in cui venivano portati tutti i doni della terra, come adesso. Poi questa festa si andò perdendo; venne ripresa nel 2009 con uno Statuto; la Festa di Sant’ Antonio Abate è il 17 gennaio, e ad Aci Sant’ Antonio si venera da oltre 450 anni”.

 

“Antonio – continua Rosario – nasce a Coma, in Egitto verso il 250 d.C., da una nobile famiglia molto cristiana. Alla morte dei genitori, il giovane aveva circa 18 anni. Un giorno ascolta un brano del vangelo, quello di Matteo, “Se vuoi essere perfetto,và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi”.

Aci Sant’Antonio / Celebrato in chiesa Madre il ricordo della dedicazione della parrocchia al patrono S. Antonio abate. La testimonianza di un giovane devoto

Antonio pensa che quelle frasi sembrano scritte per lui, decide di vendere tutto quello che ha, conserva una parte di dote per la sorella che affida a delle vergini, e comincia a sperimentare la vita ascetica. La sua vita è una vita di silenzio e di preghiera, comincia a girare per trovare una rocca “accogliente”. L’episodio più famoso è quando va in una sorta di castello abbandonato e comincia a sperimentare quelle che sono le tentazioni, il pensare agli amici, agli svaghi, alla spensieratezza.

Il demonio tenterà Sant’ Antonio; verrà pestato così tanto che i suoi amici lo credono morto. A mezzanotte – continua ancora Rosario – Antonio si sveglia, gli appare il Signore che gli dice “Hai vinto Antonio, io sarò sempre dalla tua parte”. “Comincerà per lui un cammino molto difficoltoso, ma capisce come abbattere i demoni, come sconfiggerli. Antonio vive nel silenzio, nella preghiera, la sua fama è così grande che anche i generali dell’imperatore Costantino lo cercano.

Antonio ha diversi carismi, vede il futuro, chi sta per arrivare alla sua porta, famosissimo il miracolo dei due pani, l’incontro con San Paolo eremita, l’attraversamento del fiume sui coccodrilli, l’attraversata nel deserto dove Sant’ Antonio attraverso la preghiera chiede al Signore di far sgorgare l’acqua. Muore all’età di 105 anni, dicendo una frase simbolo che don Vittorio Rocca ha portato alla luce,”Respirate sempre Cristo ed abbiate fede in lui”, motto del giubileo del 2006.

“Secondo la leggenda aurea, tra i simboli di Sant’ Antonio Abate – aggiunge Rosario – c’è il “Tau” che si riferisce all’ultima lettera dell’alfabeto ebraico, rimanda alle “ultime cose del mondo”, quindi alla povertà. Stessa simbologia la possiamo riscontrare nel maialino: nel Medioevo, dei monaci antoniani con il grasso del maiale curavano le malattie del tempo, come il fuoco di Sant’ Antonio, che una volta era provocato da un fungo parassita che si trovava nelle segale. Un altro simbolo – conclude – è la fiamma del fuoco che richiama il terrore dell’inferno”.

Graziella De Maria

 

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