Aci Sant’Antonio / Il sindaco Rocca: “Il manifesto una provocazione per non dimenticare l’Olocausto”

0
28
Aci Sant'Antonio Rocca

Ad Aci Sant’Antonio, a pochi giorni dal 27 gennaio, giornata della Memoria, Quintino Rocca, primo cittadino della città del Carretto Siciliano, ha affisso, negli spazi pubblici del Comune, un manifesto provocatorio. Quest’ultimo è ispirato al Manifesto della Razza del 5 agosto 1938. Il documento, pubblicato originariamente sulla rivista fascista “Il giornale d’Italia”, a distanza di 87 anni è esposto in due versioni. Una prima versione integrale ed una seconda, modificata.

Quest’ultima presenta, invece, le parole della senatrice Liliana Segre, che condanna il concetto di razza, sottolineando l’importanza del rispetto. L’affissione di questi due manifesti, nei pressi dei luoghi comunali, ha scatenando un acceso dibattito tra i cittadini e ha suscitato reazioni a livello locale. Ma l’iniziativa, voluta fortemente dal sindaco, ha solo l’obiettivo di provocare una riflessione sulla pericolosità delle ideologie razziste e totalitarie che hanno segnato tragicamente la storia del Novecento.

Aci Sant’Antonio / Rocca: “La memoria come antidoto”

L’episodio di Aci Sant’Antonio riaccende il dibattito sul rapporto tra memoria storica e provocazione culturale. In un momento in cui l’Europa e il mondo intero si trovano ad affrontare nuove ondate di intolleranza e populismo, iniziative come questa sollevano interrogativi importanti sul modo migliore per educare al rispetto e alla convivenza.

“Sembra quasi, a distanza di anni, che l’orrore dell’Olocausto sia una mera narrazione, che appartenga alla penna di uno sceneggiatore, quasi che appartenga ad un super villan di un fumetto fantascientifico. Per quanto sia davvero un qualcosa da villan, è davvero successo. Ed è successo qui in Italia. Anzi! E’ stata promossa e portata avanti dal governo del tempo: il governo fascista italiano. Quel governo che si dice “abbia fatto cose buone” ma che invece ha fatto solo cose terribili e pessime”.

In foto, il primo cittadino Quintino Rocca

La provocazione del sindaco di Aci Sant’Antonio rappresenta un tentativo controverso di stimolare un dibattito pubblico su temi delicati e sempre attuali. Ciò che è certo, però, è che episodi come questo dimostrano quanto sia ancora necessario lavorare per costruire una memoria condivisa e una cultura basata sui valori democratici e inclusivi.

La provocazione è uno strumento che, se ben calibrato, può scuotere le coscienze e favorire un dialogo costruttivo. Tuttavia, è essenziale che venga accompagnata da un contesto educativo chiaro e inequivocabile, per evitare fraintendimenti. Iniziative di questo tipo richiedono una comunicazione attenta, che ponga al centro non solo la memoria storica, ma anche i valori morali. La difesa della dignità umana, il rispetto delle diversità e la promozione di una cultura della pace devono essere il cuore pulsante di ogni azione pubblica che intenda ricordare i tragici errori del passato.

Giorgia Fichera