Organizzato dall’Ufficio diocesano Migrantes ‘Stella Orientis’ della curia acese, diretto da don Marcello Zappalà, con la collaborazione delle comunità parrocchiali ‘San Giovanni Battista’ di Aci Trezza e ‘Santa Maria La Scala’ dell’omonimo borgo marinaro acese e dei rispettivi parroci padre Giovanni Mammino e padre Francesco Mazzoli, si è svolta in Aci Trezza, dinanzi ad un pubblico numeroso e festante, l’ennesima edizione dell’annuale convegno diocesano per i migranti italiani. Intitolato quest’anno ‘Argentinissimo’, il convegno conferma una ormai trentennale tradizione, come riferiva padre Marcello Zappalà, da due anni al timone dell’Ufficio diocesano Migrantes, al posto di don Vincenzino Di Mauro.
Immagini, testimonianze ed interventi in videoconferenza della comunità dei trezzoti e scaloti a Mar del Plata, in Argentina, sono stati gli ingredienti di una serata piacevole, piena di ricordi ed emozioni. L’attuale comunità di siciliani in Argentina costituisce la seconda o terza generazione, ove si pensi che l’emigrazione verso quei luoghi per motivi di lavoro risale addirittura al periodo precedente al secondo conflitto mondiale e/o immediatamente successivo alla stessa.
I lavori del convegno, che si svolgevano proprio a ridosso della ricorrenza del martirio di San Giovanni Battista (29 agosto) e della festa della Madonna della Scala (domenica 31 agosto), sono stati introdotti da padre Giovanni Mammino, mentre i relatori erano don Marcello Zappalà, don Stefano Messina (missionario e direttore regionale Migrantes della Toscana e della diocesi di Firenze), don Michele Caciutto (direttore Migrantes della diocesi di mar del Plata) e don Franco Ferrante (referente dei migranti italiani nella diocesi di Buenos Aires). Presente anche, con un saluto, un esponente della giunta municipale di Aci Castello, nel cui territorio ricade Aci Trezza. Un pensiero non poteva mancare nell’occasione per il più illustre degli ‘Argentinissimi’, il Santo Padre Francesco, il quale dalla lontana nazione sudamericana è stato chiamato sin dallo scorso anno al timone della ‘barca di Pietro’, la Chiesa.
Un rafforzamento dei contatti con le comunità italiane in Argentina è stato certamente favorito dal recente viaggio di don Marcello Zappalà in Argentina, come emergeva dal resoconto di un’accoglienza che è stata assai cordiale e generosa. La visita di don Marcello in Argentina ha posto le basi per un ormai prossimo gemellaggio tra la locale e la nostra diocesi. A tal proposito, don Marcello, infatti, dava notizia di comunicazioni via e-mail tra il vescovo sudamericano e mons. Antonino Raspanti. Inoltre, già otto anni fa, le comunità di Aci Trezza e Santa Maria La Scala furono accolte a Mar del Plata nella chiesa della ‘Sagrada Familia’, sede del culto sia a San Giovanni Battista che alla Madonna della Scala.
Padre Michele riferiva di come la diocesi di Mar del Plata conti circa 1.500.000 abitanti, in gran parte emigranti del meridione d’Italia: sono moltissime, infatti, le comunità di siciliani, calabresi, campani e pugliesi che, ivi residenti, desiderano mantenere i contatti con le proprie terre d’origine e con le tradizioni che hanno da sempre conosciuto e sviluppato con i loro antenati, considerando anche che non pochi tra di loro non hanno potuto più fare ritorno in Italia. La fede in Dio, nella famiglia e nella Patria sono gli ideali che animano questi nostri connazionali e proprio la loro religiosità popolare era sottolineata da padre Ferrante. Padre Messina, dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, definiva le nostre comunità di emigranti un mosaico di popoli e di fraternità, auspicando che l’Europa possa coraggiosamente intraprendere tutte quelle iniziative utili a favorire il futuro dei popoli. Su cosa voglia dire il ‘senso del migrare’, così si esprimeva il compianto sindaco di Firenze on. Giorgio La Pira, per il quale è in corso il processo di beatificazione: “Ogni uomo ha bisogno di tutti e tutti hanno bisogno di ciascuno per il soddisfacimento di bisogni materiale e/o spirituali. La legge dell’integrazione regola e presiede la società umana”.
Di seguito l’intervento di padre Francesco Mazzoli, dal 5 gennaio 2014 nominato parroco di Santa Maria La Scala a conclusione dei quasi sessant’anni di ministero del predecessore, l’anziano parroco padre Alfio Maccarrone. Egli riferiva che, subito dopo la nomina conferitagli dal Vescovo, riceveva i primi auguri via Facebook proprio dalla comunità degli scaloti di Mar del Plata, una delegazione dei quali tra maggio e giugno scorsi fa ritorno per qualche giorno nei luoghi d’origine, per una significativa esperienza di evangelizzazione, di comunione ecclesiale, di una Chiesa che, in tal modo, vuol esprimere la propria unicità pur nella diversità obbligata dalla lontananza fisica dei suoi fedeli, una lontananza che nell’occasione di questo Convegno è sembrata assolutamente inesistente, come testimoniavano i diversi interventi dell’attesissimo momento di videoconferenza con i nostri fratelli d’oltreoceano.
Nando Costarelli