Nei primi giorni del nuovo anno liturgico, che inizia con la prima domenica del Tempo di Avvento, in preparazione al Natale, la comunità parrocchiale ‘San Nicola’ di San Nicolò, frazione di Aci Catena, celebra solennemente il 6 dicembre il Santo Patrono, San Nicola di Bari.
Il programma dei festeggiamenti predisposto dal parroco sac. Stefano Panebianco, della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri di Aci Catena e dalla locale commissione per le feste, culminerà con i solenni riti di giorno 6 dicembre.
Quest’anno vi è stato inserito un momento di particolare valenza spirituale: l’inaugurazione della ‘Mensa San Nicola’, con la benedizione dei locali impartita dall’attuale direttore della Caritas diocesana, sac. Orazio Tornabene, particolarmente legato alla comunità sannicolese per le proprie origini.
Si tratta di un’iniziativa di carità, la cui organizzazione non è certamente una casualità per la comunità sannicolese. Il suo Santo Patrono, infatti, è descritto dalle fonti agiografiche come colui che favorisce il dialogo e l’incontro fra i popoli, incarnando in sé il senso autentico e profondo della carità cristiana, quale mirabile esempio di giustizia e di rettitudine.
Il parroco, sac. Stefano Panebianco, ci spiega i motivi e le finalità che ispirano tale benefica iniziativa.
Come nasce la ‘Mensa San Nicola’?
L’iniziativa prende spunto da un’idea di don Mario Arezzi, già direttore della Caritas diocesana. La ‘Mensa’ è stata realizzata grazie al contributo della Diocesi di Acireale con il progetto ‘Caritas Diffusa 8 per mille’ con l’obiettivo di offrire una destinazione d’uso agli antichi locali della casa canonica della comunità parrocchiale, un tempo adibiti ad aule catechistiche, ed è concepita come una possibilità di condivisione di carità per i ragazzi dell’oratorio parrocchiale ma anche per persone che si trovino a vivere in condizioni disagiate.
Quali sono le finalità di tale iniziativa?
L’uso periodico della ‘Mensa’, attraverso i non pur particolarmente ampi locali, che comprendono un vano cucina e due piccole sale da pranzo, consentirà alla comunità parrocchiale di sviluppare uno spirito di sana letizia e fraternità, ma essa sarà particolarmente vicina alle necessità di disagiati e soli, cui consentirà di poter ritrovare un concreto ed autentico spirito di condivisione familiare; a beneficio di costoro, ci sarà anche la possibilità di preparare pranzi o cene ed essi, attraverso l’ausilio degli operatori comunitari della carità, potranno ricevere i pasti anche direttamente a casa.
Questa iniziativa è destinata ad un coinvolgimento delle comunità ecclesiali viciniori?
Certamente lo sarà, le porte saranno sempre aperte alle necessità delle varie comunità previ opportuni accordi con i rispettivi sacerdoti parroci.
Nando Costarelli