Indirizzare i propri passi verso un cammino politico che miri al “bene” del cittadino, con il pensiero costantemente rivolto alla collettività e a mettere in atto quell’agire “secondo coscienza”, nel pieno rispetto della persona e delle sue ideologie. Questo l’obiettivo che il prof. Orazio Vecchio, nel percorso affrontato con imperturbabile grinta ed animo cristiano, ha perseguito durante gli anni del suo operato. Questo il corrispondente ricordo che la comunità di Acicatena ha di lui e per il quale ha voluto dedicare, a questa figura di rilievo, l’auditorium (ex cinema Savoia), sito in via IV Novembre, a pochi metri dal piano Umberto.
La cerimonia di intitolazione si è svolta nella mattinata di ieri. La numerosa cittadinanza partecipe ha condiviso il ricordo dell’uomo politico, del sindaco, del professore ma, soprattutto, della persona, che al profondo senso civico ha improntato la sua vita. La targa marmorea, apposta all’esterno dell’edificio, riassume i fatti politici di quegli anni. Le testimonianze hanno ricostruito in modo completo la figura del prof. Vecchio. La sua partecipazione alla vita politica locale avvenne dopo il ritorno, nel 1944, dal secondo conflitto mondiale, a cui aveva preso parte in veste di ufficiale dell’esercito. Intanto aveva già ultimato la sua formazione scientifica, ottenendo la laurea in Matematica e Fisica, che gli permise di diventare docente e mantenere, così, la sua famiglia.
Con l’avvento della Democrazia Cristiana sulla scena politica italiana ebbe inizio il suo coinvolgimento attivo, che lo stesso riportò in modo puntuale e coinvolgente in molti suoi scritti. Fin dall’inizio del suo operato agì con grande correttezza nei confronti dei suoi “avversari”. L’attuale sindaco di Acicatena, Nello Oliveri, ne ha dato in tal senso testimonianza, nel suo intervento di esordio: “Ricordo che il prof. Vecchio per ben venti anni si recò puntualmente nella sede del Movimento Sociale per porgere gli auguri di Natale a tutti, indistintamente, con grande rispetto. Non fu mai, infatti, una vittima della parte politica, né si limitava a guardare i colori di appartenenza”.
Fu eletto sindaco di Acicatena nel 1956, nel 1960 ed ancora nel 1964. La sua attività andò di pari passo con le vicissitudini familiari. Nel 1960 perse la moglie e rimase con i suoi sei figli di diverse fasce d’età: dai quattordici ai due anni. La forza d’animo e il profondo senso religioso non lo abbandonarono mai, anzi ne determinarono importanti scelte, come quella di fondare, nel 1958, il giornale La Voce dell’Jonio, che, ancora oggi continua ad informare la collettività su ciò che accade nel territorio e di cui è direttore il giornalista Giuseppe Vecchio, figlio del professore.
“Prima che uomo politico fu un buon cristiano, testimoniandolo nelle parole, nelle sue opere, nella vita familiare e pubblica. Nel suo giornale accolse notizie ed interesse religiosi, tanto che non fu mai facile distinguere se fosse stato realizzato per la comunità o se fosse della comunità diocesana” ha affermato l’ex sindaco Nino Quattrocchi, condividendo con i presenti i suoi ricordi.
I brani letti dai nipoti, tratti da riflessioni e aneddoti del sindaco Vecchio. ne hanno delineato ancora di più la personalità. Tra questi il giornalista Orazio Vecchio ha letto un passo, tratto dal comizio dell’otto novembre 1964, in cui il nonno enumerava le “doti” dell’amministratore comunale, ovvero “l’onestà”, la “competenza”, il “disinteresse”; condizioni indispensabili dal momento che, come continuava lo stesso, “tutti i guai amministrativi derivano dall’abbandono della morale”.
Esporsi in prima persona, com’è risaputo, non è facile, soprattutto in un contesto in cui ogni scelta personale ha risvolti immediati sulla collettività. Il prof. Vecchio conosceva chiaramente l’importanza del proprio agire e delle conseguenze di ciò sui cittadini. Aveva, infatti, individuato due “operazioni” che l’uomo politico doveva svolgere “il dare” ed il “ricevere” e le stesse con connotazione diversa: “ (…) a donare energia si riceve stanchezza, c’è da perdere e non da guadagnare”, come recita il testo di un comizio del venti novembre 1964, riportato dalla nipote Elisabetta. Ciò, tuttavia, non lo scoraggiò mai né determinò incertezze.
Le foto successivamente proiettate, le stesse esposte nella sala, hanno accompagnato questo sentito momento di testimonianze, completato dall’audio, che riportava la voce del sindaco, rivolta ai suoi concittadini in diverse occasioni.
Il giornalista Antonio Foti, moderatore dell’incontro, ha dato la parola al dottor Alfio Vecchio, che ha ricordato un’ultima “regola” seguita dal padre nello svolgere il delicato ruolo di amministratore comunale, quella di non assumere le caratteristiche di una “bandiera al vento”, cioè di “piegarsi alle singole volontà, ma di assecondare il bisogno dei cittadini”.
Rieletto sindaco nel 1985, il prof. Vecchio non poté concludere il mandato per motivi di salute. Morì il ventidue novembre 2003. Durante le sue quattro esperienze di sindacatura realizzò molte opere pubbliche ad Acicatena, quali la Circonvallazione, la rete telefonica urbana, la copertura del torrente Lavinaio, le prime case popolari, etc.
A porre la cornice ad un quadro che ha come icona la complessa figura di Orazio Vecchio, ampiamente ricostruita nell’incontro, l’intervento finale di don Giovanni Vecchio, che ha ringraziato a nome della famiglia quanti hanno contribuito all’intitolazione della sala e all’evento e ha manifestato la gioia unanime, scaturita dal ricordo dedicato del padre.
Ulteriore momento di commozione quando il sindaco Oliveri ha consegnato ai figli del professore una pergamena esplicativa della figura paterna, in ricordo dell’evento. Una personalità, quella fin qui descritta, che ha tenuto presente attentamente l’incidenza della politica nella vita di ogni individuo, ne ha evidenziato le caratteristiche, considerando prioritariamente l’essere uomo piuttosto che la diversa formazione ed il diverso orientamento di partito. Ci piace, dunque, completare con la citazione di un ultimo criterio, seguito dal prof. Vecchio: “ (…) donarsi alla cittadinanza e mai essere soddisfatto di aver donato abbastanza..”.
Rita Messina ««