Acicatena / Un parco archeologico a Santa Venera al Pozzo, presentato il progetto

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Nella chiesa di Santa Venera al Pozzo, in Aci San Filippo, si è tenuta una conferenza di carattere storico, artistico e culturale dal titolo “PAR.A.sce.VE”. L’evento, organizzato in collaborazione con l’ufficio delle Comunicazioni sociali della Diocesi di Acireale, guidato da don Arturo Grasso, con la parrocchia San Filippo d’Agira e del Comune di Acicatena, è stato introdotto dal prevosto parroco don Roberto Strano; sono seguiti gli interventi del direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi, don Carmelo Sciuto, e dell’ingegnere Salvatore Mario Schillaci, moderati dall’addetto stampa della Diocesi, Rita Caramma.

L’ing. Schillaci, Rita Caramma, don Sciuto e don Strano

Tra gli ospiti ricordiamo, tra gli altri, il sindaco di Acicatena, Nello Oliveri, l’assessore al Turismo Angelo Russo, il consigliere comunale Francesco Petralia.

            La manifestazione è stata finalizzata alla riscoperta delle meravigliose risorse culturali presenti nel sito e soprattutto alla presentazione di un progetto di restauro per la chiesa di Santa Venera al Pozzo, a cura dell’Ingegnere Schillaci. Il titolo “PAR.A.sce.VE”, dal duplice significato, è ciò che colpisce immediatamente. Da un lato, infatti, si potrebbe pensare alla “Parasceve” (ovvero il venerdì della Settimana Santa) giorno in cui, secondo la tradizione, nacque la martire Venera, dall’altro, la presenza della punteggiatura, ricorda la struttura dell’acronimo: PAR(co). A(rcheologico). sce(lto da). VE(nera).

Il progetto, che prevede in particolare il restauro e la rivalorizzazione della chiesetta, mira alla creazione di un parco archeologico, un museo a cielo aperto, nel quale, alla fine di una passeggiata tra alberi secolari e resti archeologici risalenti all’epoca romana, si giunge alla chiesa di Santa Venera al Pozzo, luogo di ristoro spirituale e culturale.

Relatori e moderatrice e (al microfono) il sindaco Nello Oliveri

            Durante il pomeriggio, si sono susseguite interessanti riflessioni sia sulla vita della Santa sia sulle attività che, intorno alla chiesetta, venivano svolte. Mentre don Roberto Strano ha delineato gli aspetti salienti della vita e del culto della martire, praticato in buona parte dell’Italia ed in Grecia, don Carmelo Sciuto ha ricordato come, intorno al III – IV sec d.C., il sito archeologico fosse uno stabilimento termale che sfruttava la sorgente d’acqua sulfurea lì presente, originaria dal vulcano Etna.

La presentazione del progetto di restauro della chiesa, ha un obiettivo fondamentale: riportare allo splendore di un tempo questa zona archeologica, così importante dal punto di vista storico- culturale e religioso.

Ylenia Consoli

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