Acireale: alla “Festa della Legalità” protagonisti sono i giovani

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Certo che se Giove pluvio decide qualcosa non c’è altro da fare che subire. È ciò che è successo sabato 30 Aprile con la “4ª festa della legalità” organizzata da don Marcello Pulvirenti, direttore dell’Ufficio di pastorale sociale della diocesi di Acireale. La giornata inizia mostrando il lato brutto della primavera. Una pioggia insistente ha impedito ai ragazzi delle scuole acesi di potersi sbizzarrire con la loro creatività in piazza Duomo, ove era preparato il palco, costringendoli a ripiegare nell’angusto spazio dell’androne del palazzo di città. Chi continua a sostenere che i giovani di oggi siano “senza arte nè parte”, svogliati ed indifferenti è stato sonoramente smentito. Era uno spettacolo vedere tanti ragazzi che brulicavano stretti uno sull’altro per preparare tavoli, schermi e cartelloni per la giornata.

Il tema della giornata “Lo straniero” è stato trattato dai giovani con tutti i metodi di oggi: dalle relazioni alle diapositive, ai filmati. Tutto ha contribuito a far venire fuori ciò che pensano su un tema sul quale hanno lavorato un anno intero. La manifestazione, infatti, era il culmine, il momento di sintesi di un percorso, come ci ha detto don Marcello Pulvirenti, “che abbiamo programmato a giugno dell’anno scorso, in tempi non sospetti, quasi profetici; cosa che non fanno i nostri governanti che vivono alla giornata. A ottobre abbiamo fatto un itinerario di formazione per insegnanti e referenti e, poi, a novembre abbiamo cominciato nelle scuole. Oggi si stanno esponendo i risultati di questo lavoro”.

Don Marcello, comunque, affronta anche il problema di oggi: l’arrivo della massa di disperati provenienti dal nord-Africa. In merito alla preoccupazione che il loro inserimento nella nostra società non sia rispettoso delle leggi, usi e costumi italiani ci dice “Come sappiamo questo avviene non con tutti ma solo con alcuni estremisti così come da parte di estremisti cattolici si ha la pretesa che tutti diventino cattolici. Gli estremisti lasciamoli stare. Noi cattolici abbiamo il buon senso per capire che le politiche dei governi non possono essere di prevaricazione delle politiche dei paesi emergenti ma occorre che, con un po di coraggio profetico, le politiche dell’Europa siano di apertura per questo bacino del Mediterraneo. Non possiamo costringere queste persone a vivere sempre con le scarpe strette, prima o poi rivendicheranno i loro diritti”.

Sul depliant relativo a questo progetto educativo si legge “La situazione di forte conflittualità che si avverte circa la problematica degli immigrati rende necessaria, specialmente per chi ha responsabilità educative e formative in campo culturale e sociale, un confronto approfondito sulla presenza degli stranieri nella nostra società, la cui fragile ed incerta condizione di clandestinità, perseguibile penalmente, li vede continuamente esposti a situazioni di ingiustizia ed illegalità (vedi ad es. i fatti accaduti a Rosarno)”. I giovani hanno dimostrato di essere consapevoli di questa necessità, speriamo che altrettanto riescano a fare coloro che hanno responsabilità “politiche”.

Leonardo Sorrentino