Ad Acireale, il centro di prima accoglienza “San Camillo” ha ospitato il gruppo volontario dell’Avulss (Associazione per il Volontariato nelle Unità Locali dei Servizi Socio-Sanitari) al fine di annunciare la ripresa delle attività di volontariato sul territorio acese. Dopo la lunga battuta di arresto dovuta allo scoppio della pandemia da Covid-19, il neo presidente Francesco Armenia, insieme ad un cospicuo gruppo di volontari, ha organizzato un incontro formativo sul ruolo del volontario nell’ambito socio-sanitario. Ad arricchire la portata informativa dell’evento, le parole di Don Vittorio Rocca, Docente Stabile di Teologia Morale all’Istituto Teologico “S. Paolo” di Catania e Referente diocesano del cammino sinodale.
Acireale / Avulss: il volontario è strumento dell’amore
Ad accogliere il gruppo di volontari, il discorso di Padre Dario della Casa Sollievo San Camillo, secondo il quale il volontario deve essere “strumento d’amore per alleviare le sofferenze dei più bisognosi”. Ed è proprio questa la matrice alla base della Preghiera del volontario Avulss. Un’invocazione che, oltre che rappresentare un rito per i presenti, sollecita il singolo a spogliarsi del proprio individualismo per abbracciare il bene della comunità.
Acireale / Avulss, il volontario secondo Don Vittorio Rocca
Don Rocca ha esposto ai presenti un discorso articolato in tre punti volto ad approfondire specificamente tre temi, indipendenti tra loro ma anche interconnessi: la società, la sinodalità ed il risultato che ne deriva dal rapporto tra le due. Tale discorso ha richiamato alcune delle questioni più attuali e più urgenti che fanno da sfondo all’epoca in cui viviamo. In questi termini, Don Rocca si è fatto mediatore di una riflessione di ben più ampio raggio rispetto alla sola città di Acireale. “Che tipo di società è quella in cui viviamo? Quali sono le domande che la sinodalità pone ad essa, ed in che modo la società le risponde?” – ha così esordito tra i presenti. Tali interrogativi hanno permeato l’intera sala, concretizzandosi poi, alla fine dell’incontro, in riflessioni, interventi e promesse di azioni future.
Acireale / Avulss: il volontario nella società odierna
“Il nostro tempo è stato definito post-cristiano. Che senso ha parlare ancora di volontariato, accoglienza ed assistenza in un mondo che non è più cristiano?” – ha cominciato Don Vittorio. Fulcro della sua riflessione è stato l’individualismo dilagante nelle società moderne. Ognuno pensa per sé ed il valore del bene comune è stato sostituito dall’interesse per un tornaconto personale. “I legami sociali, la politica, il bene per la cosa comune e per la collettività non fioriscono più” – continua.
Tale discorso ha gettato luce sulla logica del “farsi i fatti propri” che erroneamente viene intesa come un modus operandi ideale per vivere bene. In realtà, il volontario come il cristiano, deve necessariamente interessarsi dei fatti altrui per fare bene, per operare il bene. Nelle società post-moderne si parla di “individui”, il cristiano parla di “persone”, oggi si enfatizza l’io, ma c’è bisogno di dar luce al “noi”.
L’individualismo di cui parla Don Vittorio Rocca è stato individuato anche come una tra le tante cause dell’attuale problema nazionale sulla denatalità. “Non si fanno più figli ed una società che non genera più figli non ha speranza. E’ una società talmente chiusa nel presente che non osa rischiare il futuro” – intona Don Vittorio, concludendo la prima parte della sua orazione ricordando ai presenti che l’individualismo di per sé non sussiste. Inevitabilmente, le scelte del singolo influenzano e condizionano sempre le scelte altrui.
Acireale / Avulss: la risposta del cammino sinodale alla contemporaneità
“La chiesa è l’unica alternativa capace di contrastare questo individualismo” – dice Don Rocca. Egli mette in luce come spesso la Chiesa supplisce l’intervento dello Stato rispetto a questo tipo di problema sociale. Tuttavia, sottolinea che lo stesso cristiano, come il volontario, non sia immune da tale individualismo.
“Molte parrocchie sembrano più delle stazioni di servizio che delle vere comunità…un mezzo per ottenere i sacramenti”– aggiunge. Ed il semplice fatto che a Milano 5 bambini su 10 prendono i sacramenti ed in Francia addirittura un bambino su 10, è dimostrativo di quanto detto. In questa prospettiva, Don Rocca chiede ai presenti: “Che tipo di rapporti possono crescere in questo modo?”. Per concludere la seconda parte del suo discorso, egli suggerisce di provare a riscoprire il piacere di essere una comunità, proiettando sul territorio una nuova immagine benefica di essa. E’ questa la nuova missione della chiesa e del volontario oggi.
Acireale / Avulss: fase conclusiva del discorso di Don Rocca
Per concludere il suo intervento, Don Rocca fa dei riferimenti interessanti al film di Frank Capra “La vita è meravigliosa” (1946), alla parabola del buon samaritano e alla leggenda che vede S. Mauro Abate camminare sulle acque pur di salvare la vita al prossimo. Tutte espressioni metaforiche e figurate per far comprendere all’auditorio quanto sia importante fare il bene fatto bene, senza l’ambizione di un tornaconto personale. Fare il bene anche nelle cose che ci sembrano poco rilevanti, ma che potrebbero comunque avere rilevanza per il nostro prossimo.
Grazia Patanè