Acireale / Due relazioni sugli altarini votivi aprono l’anno sociale dell’Università popolare

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Foto Consoli

Nella  sala “Cristoforo Cosentini” della Biblioteca “Zelantea” di Acireale ha avuto luogo l’inaugurazione dell’Anno sociale 2018-2019 dell’Università Popolare “ Giuseppe Cristaldi”.
Tra il numeroso pubblico, presente anche il sindaco, ing. Stefano Alì.
Il presidente dell’Accademia Zelantea, dott. Giuseppe Contarino, traccia il profilo del dott. Rosario Sorbello, fondatore dell’UPGC, struttura culturale importante per la città di Acireale, portata avanti con l’appoggio di Rosa Grillo e del mondo intellettuale locale.

Foto Consoli

Seguono le presentazioni, prima dell’attuale presidente dell’Università Popolare, dott. Angelo Pagano, prof. di Fisica nucleare a Catania, molto noto e determinato, e dei due relatori: il prof. Francesco Calì, Segretario generale dell’Accademia, studioso tenace, ricercatore di documenti d’archivio di Acireale; l’ing. Sebastiano Di Marco Pizzongolo, già docente di Topografia nell’Istituto Industriale  acese “G. Ferraris”. Entrambi argomentano su esperienze di riscoperta e recupero di edicole votive di Acireale, tramite video.
Gli “atareddi” di Acireale sono segni di cultura e di fede, che nel  Settecento  e Ottocento hanno arricchito la città. Varie, le relative pubblicazioni: un libro dell’Accademia del 1982, a cui hanno fatto seguito i libri di Domenico Aiello e  Biagio Fichera.

Nel suo lineare intervento, il dott. Angelo Pagano, dopo avere ringraziato per l’ospitalità il presidente dell’Accademia, sottolinea come siano  significative le foto sugli “atareddi”, nell’opera di Michele Pricoco; come ci siano altarini irrecuperabili e infine l’urgenza di un progetto di restauro e recupero di edicole, frutto di dolori e speranze dell’ umanità e  spiritualità del popolo.
La relazione dell’ing. Sebastiano Di Marco Pizzongolo verte sulle tracce del passato artistico e culturale lungo le vie di Acireale: censimento e rilievi delle edicole votive di Acireale, stili architettonici, rappresentazioni  fotografiche.  La ricerca è basata su esperienze vissute con la  generazione dei suoi studenti dell’Industriale “Ferraris” , con partecipazione di studenti del “Geometra”, effettuata sia nel centro storico di Acireale, ricco di circa 170 altarini, sia nei quartieri periferici. “Atareddi” diversi in Corso Savoia e nelle vie Romeo, Cosentini, Tocco,  Aranci, Scinà, Carpinati etc.
Viene messo in primo piano l’altarino monumentale di Piazza Marconi, alto cinque metri, innalzato in onore della Madonna del Rosario, in ringraziamento per la cessazione della peste. Ci piace puntualizzare che alcuni mesi fa ne è stato celebrato il 250 ° anniversario, con partecipazione notevole della cittadinanza. Attraente il video.
La relazione del prof. Francesco Calì è circostanziata, fondata sulla storia della città: mese di maggio, Santo Natale, festa del Corpus Domini, feste di Santi. Dietro ad ogni altarino, una storia, testimonianza di un miracolo. La chiesa della Madonna dei Miracoli, dotata di antiche opere d’arte, in parte rovinate, la chiesa della Madonna dell’Edera e l’altra della Madonna dell’Aiuto, sono sorte, dove prima c’erano altarini.
Talora le edicole rappresentano la riconoscenza per grazie ricevute: chiesa dei Raccomandati. L’altarino di Piazza Porta Gusmana, ovvero l’addio di Gesù alla Madre, è stato restaurato dal Lions Club, alcuni anni fa; dà inizio alla Via Crucis di sei stazioni, lungo il Corso Savoia, con Calvario nella chiesa del Santissimo Salvatore: altarino con la Crocifissione, nell’angolo tra via Principe Amedeo e lo spiazzo della chiesa. Nel 1656, è il gesuita P.  .Luigi La Nuzza, quaresimalista, che riesce a sensibilizzare il popolo acese a raffigurare la Passione di Cristo, secondo questo percorso.
Al prof. Franco Calì abbiamo chiesto:
La Via Crucis dei tempi precedenti, con partenza dalla chiesa della Madonna dei Miracoli, che si trova  nel cimitero, come e dove si svolgeva?
“ Nel 1549 viene demolita la cappelletta della Madonna dei Miracoli, per fare posto ad una chiesetta. Nel 1571, il vescovo di Catania, mons. Faraone, eleva la chiesetta a chiesa sacramentale. Dalle cronache del sacerdote Tommaso Lo Bruno sappiamo che dal 1632 viene data ai rettori della chiesa de Miracoli l’autorizzazione di fare nel Giovedì Santo la rappresentazione dei Misteri della Passione, che continuavano con la processione del Venerdì Santo. Nel 1634 la chiesa, rifatta di sana pianta, è più spaziosa; vengono realizzati gli affreschi, rappresentanti la Crocifissione e il Cristo nel sepolcro; di un periodo posteriore, l’affresco del Cristo Risorto. La processione del Venerdì Santo partiva dalla chiesa della Madonna dei Miracoli e attraverso sentieri procedeva nella campagna, fino a raggiungere la chiesa di San Biagio, e poi proseguire per via Capuana: lunghi e tortuosi i viottoli per salire in alto, a Nord della città, e raggiungere l’ampio spiazzo a terreno battuto, corrispondente al luogo, dove sorge il palazzo del Barone di Santa  Lucia, alla sommità del Corso Savoia.”
Il bellissimo dipinto della Madonna dei Miracoli a quando risale?
“Prima metà del 1400, il ritrovamento del dipinto della Madonna dei Miracoli, su una lastra lavica.”
A Firenze, parecchi anni fa, la città, sensibilizzata dal sindaco La Pira, siciliano, restaurò parecchi altarini, illuminandoli adeguatamente. Ci auguriamo che anche ad Acireale si possa fare altrettanto.

                                             Anna Bella

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