Ad Acireale, la basilica di San Sebastiano, gremita, ha atteso, venerdì scorso, Vittorio Sgarbi, per assistere alla conferenza “Caravaggio: le Sette opere di misericordia”, tenuta in chiusura del ciclo di incontri formativo-culturali proposti dalla Basilica collegiata e dal Mubass – Museo della Basilica San Sebastiano.
Prima di tenere la sua lectio magistralis il critico d’arte ha però incontrato la stampa, manifestando il piacere e l’entusiasmo per la massiccia partecipazione della cittadinanza all’iniziativa e raccontando le impressioni provate in occasione di questa nuova visita ad Acireale:
“Non posso fingere di essere sorpreso perché in tante occasioni sono stato accolto con affetto, però mi pare che questa sera ad Acireale ci sia una partecipazione insolita e festosa. Forse è il segnale dell’attenzione per un uomo che, oltre ad essere indipendente e polemico, ha lungamente espresso la sua passione per l’arte. Le cose che ho fatto in Sicilia, di cui l’ultima è stata l’inaugurazione della Cattedrale di Noto con il presidente della Repubblica, sono cose importanti nel nome dell’arte. Oggi ho visitato, prima di arrivare qui, alcuni palazzi che sono conservati in maniera straordinaria. Penso a Palazzo Fiorini, a Palazzo Musmeci, dove mi ha accolto la vedova del proprietario. Ricordo le chiese con gli affreschi del Vasta, che ho visto fin da quando ero ragazzo. Mi sembra che nell’entusiasmo degli amministratori e dei privati ci sia quella coscienza del bene in cui lo Stato si rappresenta. Lo Stato non è quello che possiede e magari abbandona, è quello di cui è cosciente. Qui ad Acireale anche la riapertura del Caffè Costarelli, dove andavo da ragazzo e di cui ricordo ancora le ceramiche, è un segnale importante. Se l’entusiasmo di oggi è l’indice di qualcosa che sta per accadere possiamo essere ottimisti. Un segnale che non riguarda solo Acireale, ma anche altre città. Magari a Palermo è più difficile per la grande quantità di beni, spesso abbandonati, rimetterli tutti a disposizione. Ma è capitato con le cappelle, le chiese, gli stucchi di Serpotta. E’ capitato anche con il dipinto del Caravaggio, rigenerato dopo quello che era stato il tragico momento del suo furto. Non è stato ritrovato, ma la rigenerazione virtuale ha un significato simbolico. Mi sembra che tutto questo entusiasmo e questi interventi siano indicativi del fatto che l’arte comincia ad essere al centro dell’attenzione diffusa di amministratori e cittadini”.
Ma non sono mancati gli attacchi e le critiche del professore ai casi di gestione inadeguata e superficiale dei beni culturali. La recente chiusura di Villa Piccolo, a Capo d’Orlando, a causa di un errore di 50 centesimi sui libri contabili che ha portato la burocrazia della Regione Siciliana a bloccare i fondi destinati alla Fondazione che gestisce la casa-museo, suscita la disapprovazione del critico d’arte che ritrova i noti toni polemici e battaglieri:
” Ho visto molta Sicilia in tante occasioni e molti luoghi tante volte. Ad esempio il borgo di Castelluccio restaurato da privati in modo mirabile. Ho visto privata e poi diventata fondazione, la casa di Lucio Piccolo. Un luogo legato ad un grande romanziere del Novecento, Tomasi di Lampedusa, ad un grande poeta, una casa ben tenuta, una fondazione che la conserva. C’è tutto quello che serve, e per cinquanta centesimi la tengono chiusa. E’ una follia. Arrivi a Capo d’Orlando in piena primavera e questo luogo, che è simbolo della poesia, lo trovi chiuso. Un presidente della Regione, anche se c’è una irregolarità burocratica, prima riapre il bene e poi risolve l’irregolarità. Tutto questo è folle, è un dato negativo. Con così tante meraviglie Villa Piccolo non è la cosa più importante, ma è certamente il santuario di poesia più significativo del Novecento, in Sicilia, insieme a tutto quello che possiamo dire di Pirandello e di Quasimodo, Lucio Piccolo e Tomasi di Lampedusa sono l’ultima grande Sicilia dei Gattopardi. Che uno arrivi lì e questa casa ancora perfetta la trovi chiusa è ridicolo. Ad Acireale ho trovato casa Fiorini aperta ed è stato un segnale positivo. Palazzo Fiorini è stato aperto dai privati, e dove può intervenire il pubblico, come nel caso di casa di Piccolo, Crocetta dorme. Che si svegli “.
E infine, sull’auspicio di un sano rapporto tra politica e cultura, nella prospettiva di uno sviluppo sia economico che civile, si concentrano le riflessioni di Sgarbi: ” La politica e la cultura sono state separate. Riunirle è un’impresa importante, sia per l’economia sia per la politica. Non abbiamo dato negli ultimi decenni segnali molto positivi. L’edilizia schifosa degli ultimi sessant’anni è quella che rovina anche Acireale. Però è vero che, se il potere capisse che nella civiltà e nella cultura può riacquistare dignità e anche un’economia vantaggiosa, potrebbero nascere delle cose importanti. Se la cultura si esprimesse ad un livello di riconoscimento politico, probabilmente avremmo maggiore armonia e maggiore salvaguardia delle città. Invece si fanno pale eoliche e schifezze in cui buttare soldi, distruggendo la bellezza in modo infame. E quando ciò accade è più colpa dei politici che dei cittadini “.
Monica Trovato