Acireale / Conclusa la rassegna dedicata al regista Andò: c’è ancora spazio per il cinema d’autore?

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Nella villa “Belvedere” di Acireale, si è tenuta, dal dieci al quattordici luglio, la rassegna cinematografica “Le stranezze di Roberto Andò: da Tomasi di Lampedusa a Luigi Pirandello” dedicata al regista palermitano.

Il film che, ha aperto la rassegna è stato “Una storia senza nome”. Nel film l’omicidio irrisolto di un critico d’arte, a Palermo, serve a denunciare l’efferatezza della mafia palermitana, e la sua penetrazione nel tessuto sociale.
Giovedì undici luglio, è stato proiettato il docufilm “Solo per passione- Letizia Battaglia fotografa”, che racconta la vita della foto-reporter palermitana Letizia Battaglia. Letizia è stata una delle prime foto-reporter che, dagli anni settanta fino alle stragi di Capaci e via D’Amelio, ha testimoniato, con le sue fotografie, i delitti e gli attentati di mafia.

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Venerdì dodici luglio, è stata la volta del film “Viaggio segreto”. Qui il protagonista affronta il dolore della sua infanzia compiendo un viaggio in Sicilia.
Sabato tredici luglio, la proiezione del film “Le confessioni”. Vi è narrato lo spietato connubio finanza-politica messo in dubbio da un suicidio, e una conseguente presa di coscienza.

“La stranezza” con Ficarra e Picone ha concluso la rassegna dedicata al regista Andò

La rassegna si è chiusa con il titolo, che dà il nome alla rassegna stessa, “La stranezza”. In questo lungometraggio si narra la parabola letteraria di Luigi Pirandello, dagli esordi in sordina come autore teatrale fino al fiasco, a Roma, del suo dramma “Sei personaggi in cerca d’autore”. Dramma che, però, da lì a pochi mesi sarà presente in tutti i cartelloni dei maggiori teatri al mondo. La presenza degli attori protagonisti Ficarra e Picone ha concluso con un tocco di brio e comicità la rassegna.

Ficarra e Picone
Ficarra e Picone

C’è ancora spazio per il cinema d’autore, vista la massa di film usa e getta, che ogni anno si proiettano, con successo, in tutte le sale del mondo?
Il regista Roberto Andò ha dichiarato: “I miei modelli di riferimento sono stati, per la letteratura Leonardo Sciascia, per la fotografia Fernando Scianna. Entrambi hanno saputo raccontare le piaghe della nostra terra, senza, però, il pessimismo atavico, per così dire, con cui sono sempre state raccontate, ma investigandole sotto una nuova luce”.

Il cinema autoriale, quindi, è un cinema che si ispira e trae forma dalla letteratura. Non quei polpettoni d’oltreoceano che riducono l’autorialità a una banale cifra stilistica, che ha ben poco alle spalle. E altro non è che l’altra faccia della medaglia della cinematografia più becera e commerciale.
Non neghiamocelo: il cinema è stato, ed è tutt’ora un’industria; qualcuno l’ha, addirittura, definito un’ “Industria culturale”, l’ossimoro per antonomasia. Per far sì che il cinema d’autore abbia maggiore diffusione, basterebbe che l’industria lasciasse un po’ di spazio alla cultura.

Giosuè Consoli

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