Andando a messa in Cattedrale, domenica scorsa, ho scoperto con piacere che sono stati completati i lavori di ripristino del soffitto della cantoria in parte crollato lo scorso 8 luglio durante un matrimonio, provocando il ferimento di un giovane trentenne e di un bambino di un anno.
Rimosse quindi tutte le impalcature, riaperto il portone centrale e riattivata la piena fruibilità dell’atrio della chiesa.
Il bambino coinvolto nell’incidente, il piccolo Giulio, dopo essere stato ricoverato per qualche giorno presso il Policlinico di Messina per la frattura dell’osso frontale e parietale della testa e per un sospetto trauma cranico, è potuto tornare a casa in tempo per festeggiare il 20 luglio, insieme con i suoi familiari, il suo primo compleanno. Non solo: il 26 luglio, a conclusione del solenne pontificale in Cattedrale per la festa di Santa Venera, il vescovo mons. Antonino Raspanti lo ha presentato alla comunità e lo ha rivestito con l’abito votivo della Santa Patrona. È stato un momento imprevisto di grande emozione, sottolineato da un coro di scroscianti applausi da parte di tutti i fedeli che gremivano la chiesa per l’occasione, mentre il Vescovo sollevava in alto il piccolo Giulio, che gli si è poi stretto al collo quando lo ha riabbassato. Commossi ed emozionati anche i genitori saliti sull’altare con il loro piccolo “miracolato”, che fin da subito il Vescovo aveva affidato alla protezione della Madonna e di Santa Venera. Il padre in particolare – ci hanno detto in chiesa alla fine della funzione – è uno dei devoti portatori del fercolo.
È questo il lieto fine di una vicenda iniziata da un evento piacevole, quale può essere un matrimonio, che ha rischiato di concludersi tragicamente. Lo scorso 8 luglio, infatti, nella nostra Cattedrale, un giovane di 30 anni e ad un ignaro bambino di quasi un anno, mentre stavano partecipando alla cerimonia nuziale, sono stati colpiti da una vasta porzione di intonaco staccatasi improvvisamente e imprevedibilmente dal soffitto della cantoria (praticamente quasi all’ingresso della chiesa). Il primo, portato subito all’ospedale “Cannizzaro”, è stato medicato e gli sono stati applicati dei punti di sutura alla testa, ma è stato dimesso quasi subito. Più gravi sono immediatamente apparse, invece, le condizioni del bimbo, il quale, trasportato in un primo momento anche lui al “Cannizzaro”, è stato subito dopo trasferito con l’eliambulanza al Policlinico di Messina e posto in coma farmacologico, a causa del sospetto trauma cranico. È stata immediatamente sospesa, naturalmente, la funzione, mentre sono prontamente intervenuti i soccorsi ed i Vigili del Fuoco, i quali hanno subito transennato la parte di chiesa interessata e bloccato il portone principale; mentre il resto della basilica è stato dichiarato agibile, tanto che la funzione è potuta riprendere e concludersi regolarmente.
La notizia ha immediatamente fatto il giro di tutte le redazioni giornalistiche e televisive nazionali, riempiendo le prime pagine ed i notiziari di tutte le maggiori testate. E subito qualcuno ha cominciato a parlare di poca sicurezza dei luoghi di culto, di scarsa manutenzione e via di questo passo. Ma nel caso specifico, niente di tutto ciò era accaduto, perché si era semplicemente trattato – come hanno detto pure i Vigili del fuoco – di uno shock termico dovuto all’eccessivo caldo che ha provocato il distacco di una porzione di intonaco, cosa che – purtroppo – è avvenuta mentre era in corso un matrimonio. D’altra parte – come ha pure puntualizzato il Vescovo in un comunicato-stampa – la diocesi “non è mai venuta meno al proprio dovere di provvedere al restauro e messa in sicurezza dei tanti edifici di culto”.
Per fortuna, il piccolo Giulio quattro giorni dopo l’incidente si è risvegliato dal coma e gli sono state staccate le apparecchiature di monitoraggio. Ne ha dato notizia personalmente il vescovo mons. Raspanti, il quale era andato immediatamente a visitare il bambino ed era rimasto in contatto con la famiglia; questa lieta notizia è stata quindi una grande gioia per lui e per tutta la comunità diocesana. Ed infine – come già detto – il ritorno a casa, i festeggiamenti per il primo compleanno e la dedicazione alla Patrona Santa Venera.
La conclusione dei lavori di ripristino della Cattedrale rappresenta quindi l’ultimo atto di una vicenda che poteva avere ben più gravi conseguenze.
Nino De Maria