Acireale / Conferenza-dibattito sull’intervento distorto dei media nella ricerca della verità processuale

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conferenza“Il nome del popolo italiano”: da queste parole con cui iniziano tutte le sentenze pronunciate dai tribunali italiani ha preso spunto una conferenza-dibattito, organizzata dai consiglieri comunali di Acireale Sabrina Renna e Riccardo Castro presso i locali dell’ex “Angolo di Paradiso”, dal significativo sottotitolo: “Assolti dalla Legge e condannati dalla società? Tra distorsione dei media e verità processuale”.

I temi del dibattito, come è facilmente intuibile, sono stati quelli della Giustizia in Italia: tutela dei diritti (in primis quello alla difesa dell’indagato), lentezze, costi e disfunzioni del sistema giudiziario, carcere e reinserimento del condannato; il tutto alla luce del rapporto – spesso distorto – tra mondo dell’informazione e verità processuale. A moderare l’incontro sono stati l’avv. Enzo Di Mauro e il blogger Mario D’Anna. Sono intervenuti Flavia Panzano (magistrato del Tribunale di Catania), Enrico Trantino (avvocato penalista del Foro di Catania), Mario Barresi (giornalista del quotidiano “La Sicilia”) e Raffaele Sollecito, autore del libro autobiografico “Un passo fuori dalla notte”, in cui racconta la sua personale esperienza di indagato, processato ed, infine, prosciolto per la morte della studentessa inglese Meredith Kercher (avvenuta a Perugia nel 2007).

Ripercorrendo la vicenda personale e processuale di Sollecito, gli intervenuti, in rappresentanza del mondo della magistratura, dell’avvocatura e del giornalismo, hanno evidenziato i rischi di un’eccessiva sovraesposizione mediatica, che finisce per avere dei riflessi negativi sulla conduzione delle indagini e sulla stessa dinamica processuale. A volte, comunque, non sono estranei a questa “spettacolarizzazione” del processo neppure i vari soggetti coinvolti (inquirenti, avvocati, magistrati, indagati). Tutti hanno convenuto, quindi, che occorre porre un argine a tali fenomeni distorsivi per garantire maggiore rispetto dei diritti dell’individuo: dell’indagato/imputato alla difesa, dell’opinione pubblica alla corretta informazione e del cittadino alla punizione dei reati. Ciò per evitare che qualcuno finisca ingiustamente nel “tritacarne” mediatico e si trovi ad essere condannato sui giornali o in televisione prima ancora che si celebri il processo o, addirittura, si concludano le indagini. Centrale e decisivo, quindi, è il tema del rapporto tra diritto e informazione, che va ricondotto nell’alveo del rispetto delle norme di legge e delle regole deontologiche, anche alla luce di una recente pronuncia della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, secondo la quale il diritto di cronaca non può mai ledere il principio della presunzione di non colpevolezza.

La serata si è poi conclusa con interventi e domande dal pubblico sui temi dell’incontro.

Guido Leonardi

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