Nel contesto delle celebrazioni per la giornata diocesana “pro beatificazione” del Venerabile mons. Giovanni Battista Arista (1862-1920), secondo vescovo della diocesi di Acireale, svoltesi presso la chiesa dell’Oratorio e culminate domenica 19 marzo con la celebrazione della S.Messa presieduta dal Vescovo mons. Raspanti, sabato 18 si è tenuta una interessantissima conferenza sulla figura del vescovo Arista.
Numeroso il pubblico intervenuto per ascoltare la dotta relazione di don Giovanni Mammino, parroco di Aci Trezza e docente di Storia della Chiesa presso lo studio teologico “San Paolo” di Catania, sul tema “Un Vescovo nella bufera. Le elezioni politiche del 1913 ad Acireale”. Il relatore ha brillantemente illustrato la complessa e dolorosa vicenda che vide mons. Arista (vescovo di Acireale dal 1907 al 1920) invischiato, suo malgrado, nelle beghe che si verificarono in città in occasione delle elezioni politiche dell’anno 1913, tra le due fazioni dei “baiocchi” e degli “scioani” (epiteti questi con cui gli avversari definivano i sostenitori , rispettivamente, dell’on. Giuseppe Grassi Voces e del barone Giuseppe Pennisi di Santa Margherita). Si può certamente parlare di un “martirio bianco”, viste le amarezze, gli attacchi e le calunnie che dovette patire ingiustamente il vescovo Arista ancora per molti anni, anche successivamente ai fatti occorsi nel 1913.
Altri due interessanti interventi sono stati quelli del preside Alfonso Sciacca, che ha presentato l’opera di prossima pubblicazione “Cenni biografici di mons. G.B.Arista d.O., II Vescovo di Acireale” di Pietro Pappalardo (un testimone diretto di molte vicende che riguardarono da vicino Arista nel corso del suo espiscopato acese.) e il dott. Carmelo Miceli, studioso messinese, il quale ha ricordato l’episodio dell’incontro tra mons. Arista e mons. Letterio D’Arrigo, Arcivescovo di Messina, in occasione del catastrofico terremoto che sconvolse il capoluogo peloritano la mattina del 28 dicembre 1908. Episodio che viene riportato, tra gli altri, nel pregevole volume “Rimango a Messina” dello stesso Miceli. Insieme all’autore era presente una numerosa rappresentanza del comune di Itala (Messina), sindaco e parroco in testa, paese di cui era originario mons. D’Arrigo.
La serata ha rappresentato un altro tassello per la conoscenza della vita, dell’opera caritativa e della testimonianza cristiana del vescovo Arista, che speriamo presto – è l’auspicio di tutti gli acesi – sia elevato agli onori degli altari.
Guido Leonardi