Acireale / Conferenza sulla Cappella Sistina: un itinerario di misericordia che conduce a Dio

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Nella Basilica Cattedrale di Acireale, si è svolta, il 26 aprile scorso, la conferenza dal titolo “La Cappella Sistina: un itinerario di misericordia”, condotta dal dott. Sandro Barbagallo, curatore delle collezioni storiche dei Musei Vaticani e direttore del Museo del Tesoro dell’Arcibasilica Patriarcale di San Giovanni in Laterano in Roma.

L’esposizione del relatore si è articolata in diversi momenti. Partendo dall’accenno storico dell’origine della Cappella Sistina, il dott. Barbagallo ha descritto l’iconografia dei vari affreschi collocati lungo le pareti della cappella e sulla volta.Cappella-Sistina-inaugurazione (425 x 408)

Così ha ricordato che la struttura architettonica della Cappella Sistina ha origini medievali; inizialmente, infatti, si trattava di una caserma a tre piani utilizzata dai militari delle guardie del Papa. Fu Papa Sisto IV che, nell’urgenza di trovare un luogo dove poter celebrare le funzioni di corte senza fedeli, trasformò la caserma in Cappella Palatina. Nel 1480 lo stesso Papa affidò i lavori di affrescatura delle pareti laterali ai più noti artisti del tempo, come Botticelli e il Perugino, che raffigurarono scene tratte dall’Antico e Nuovo Testamento. Lo stesso Papa Sisto IV, il 15 agosto del 1843, consacrò la cappella Palatina sotto il nome di Cappella Sistina dedicandola alla Madonna Assunta. La volta, invece, fu affrescata successivamente sotto richiesta di Papa Giulio II, che affidò a Michelangelo Buonarroti la realizzazione dei lavori. Inizialmente – ha sottolineato il dott. Barbagallo –  il progetto prevedeva la raffigurazione dei dodici Apostoli, progetto che lo stesso Buonarroti cambiò in corso d’opera assumendosi il carico delle spese.
Michelangelo dunque, decise di raffigurare alcune scene tratte dalla Genesi che potessero introdurre, così, il ciclo degli affreschi sottostante, ultimando la sua opera, con il giudizio universale, sito nella parete frontale della Cappella. Secondo il relatore ciò che ritorna nell’iconografia degli affreschi è il continuo peccare dell’uomo, di fronte al costante perdono di Dio.

La serata si è conclusa con l’intervento del vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, che ha sottolineato il senso del cammino dell’uomo dentro la storia, un cammino volto all’incontro con Dio, momento della trasparenza dell’uomo rappresentata dalla nudità dei personaggi raffigurati negli affreschi. L’uomo dunque, sin dalla sua vita terrena – ha sottolineato mons. Raspanti – vive questa storia con Dio, avvolto dal mistero della sua Misericordia.

Giuseppina Spina

Letizia Franzone

 

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