La città di Acireale ha ospitato giovedì 13 febbraio un interessante appuntamento di caratura nazionale, che ha visto don Luca Meacci, assistente nazionale del CSI, protagonista di un duplice momento di formazione sullo sport, prima a livello regionale e poi nell’incontro culturale “liberi di pensare”.
Gli eventi, voluti dalla diocesi di Acireale nella persona del vescovo Raspanti, dal CSI di Acireale e dal Rotary Club di Acireale, sono stati di ampio respiro e chiaro interesse.
Il seminario regionale degli assistenti CSI Sicilia
La chiesa di San Biagio ad Acireale ha ospitato nella mattinata del 13 febbraio il seminario regionale degli assistenti CSI rivolto ai presidenti territoriali del CSI siciliano, agli assistenti e ai coordinatori dell’area formativa. L’evento ha registrato la presenza dei comitati siciliani di Acireale, Messina, Catania, Trapani, Agrigento e Caltagirone, a testimoniare la rilevanza regionale dell’incontro.
Il tema che don Meacci ha affrontato è stato “Prospettive e rapporti tra CSI e Chiesa in Sicilia”, sottolineando che “il nostro servizio nel CSI è un impegno che richiede passione e dedizione. Essere assistenti all’interno del Centro Sportivo Italiano significa adottare lo stile di Gesù, mettendosi a servizio degli altri e offrendo un punto di riferimento per il cammino dei giovani. Anche nelle società affiliate al CSI, dove spesso mancano riferimenti cristiani espliciti, il ruolo degli assistenti assume una valenza sacramentale: essi sono segno vivo del Cristo Risorto, capaci di intercettare i bisogni dei ragazzi e di farsi testimoni di speranza attraverso lo sport”.
“Liberi di pensare”….. anche allo sport
Il ciclo di incontri formativi del contenitore “Liberi di pensare, open space della conoscenza” ha toccato questa volta il tema dello sport coniugandolo insieme alla fede, rendendo Acireale culla della formazione sportiva e della promozione umana. Il percorso espositivo e narrativo, dai contenuti semplici e diretti, ha condotto l’uditore in un piacevole ascolto sul valore dello sportivo come testimone di fede.
Ad introdurre l’incontro sono stati Alessio Paradiso, presidente del CSI di Acireale, e don Egidio Vecchio, assistente ecclesiastico locale. Ha avviato i lavori il giornalista Gaetano Rizzo, presidente del Rotary Club di Acireale, che ha sottolineato come “lo sport, vissuto con spirito cristiano, diventa uno strumento straordinario di crescita personale e comunitaria”.
Il dialogo, profondamente costruttivo, è stato condotto da don Meacci, che ha spiegato come “lo sport contribuisce ad avvicinarsi a Dio e aiuta a dare una visione armonica dell’uomo. Non si esalta solo l’aspetto fisico ma una dimensione spirituale”.
Ha ancora aggiunto: “nel cammino della Chiesa piano piano si delinea una visione che pone al centro del gesto sportivo l’uomo. Soprattutto grazie a Giovanni Paolo II la Chiesa ha sviluppato una sua sensibilità nei confronti dello sport, che diventa opportunità pastorale. In questo cammino si inserisce, nel 1995, la nota pastorale “sport e vita pastorale” che riflette sull’importanza dello sport come valore”.
Ad offrire la chiosa finale all’incontro Salvo Raffa, presidente uscente del CSI di Acireale, che nel suo intervento ha dichiarato: “attraverso l’impegno, la disciplina e il rispetto dell’altro, possiamo testimoniare concretamente i valori del Vangelo, contribuendo alla formazione di uomini e donne capaci di costruire una società più giusta e solidale”.
Nello sport una testimonianza di vita e di fede
Nel suo intervento, moderato da don Arturo Grasso, direttore dell’ufficio comunicazioni sociali della Diocesi, ha ancora detto il sacerdote fiorentino “non esiste uno sport cristiano, ma esiste una visione cristiana dello sport che mette al centro la persona. Essere dentro il fenomeno sport vuol dire purificarlo da tutto ciò che è bramosia di vincere a tutti i costi, di spettacolarizzazione. La Chiesa non può non essere vicina, perché permette di vivere lo sport nella giusta dimensione”.
Ha poi proseguito don Meacci: “lo sport va pensato anche come cammino educativo in cui tutta una serie di persone sono chiamate a dare una testimonianza di vita attraverso il fenomeno sportivo. Il ruolo della Chiesa è quello di farsi vicino a tutto ciò che fa parte della struttura organizzativa per dare autorevolezza alla testimonianza”.
Ha infine così concluso il suo intervento: “lo sport accompagna il cammino della persona. L’allenamento è un corroborare il corpo e accettare una serie di rinunce. Questo non fa, forse, parte dell’esperienza cristiana, che è segnata dalla rinuncia e dal sacrificio? Lo sport, inoltre, è esperienza di inclusione, poiché a tutti è permesso vivere il gesto sportivo.
Chi vive lo sport vive le regole, si dà obiettivi e traguardi da raggiungere, vede nascere in sé il desiderio di migliorarsi e migliorare la propria vita. Sport è gioco di squadra e collaborazione, basi imprescindibili della società”.
La cultura dello sport
Lo sport si attesta come una delle maggiori occasioni di crescita umana e sociale, la cui promozione diventa fondamentale per lo sviluppo della società civile che sempre più è bisognosa di disciplina e regole.
Lo sport è un’attività che non solo favorisce il movimento, ma che diventa una palestra di vita vera e propria, che abitua i più piccoli e non solo al sacrificio, all’impegno e al rispetto di codici di comportamento che costruiscono l’uomo del domani.
Oggi più che mai, in una società fin troppo spesso vittima di maleducazione e scarso rispetto delle regole, lo sport è essenziale come palestra per la società.
Il Centro Sportivo Italiano, che ha una delle sue sedi sul territorio di Acireale, è uno dei principali promotori di iniziative che favoriscono l’avvicinamento dei giovani al mondo dello sport. In questa prospettiva la collaborazione con l’iniziativa diocesana “liberi di pensare” ha sottolineato la sinergia che la Chiesa locale ha con le attività del territorio.
Chiara Costanzo