Il giovane Davide Sirna, ha scelto come materia della sua tesi di laurea magistrale in Comunicazione nella cultura e nello spettacolo, presso l’università di Catania, la storia del teatro Bellini di Acireale.
Il libro è stato consegnato dallo stesso autore al sindaco della città, ing. Stefano Alì in municipio . L’opera consta di oltre 200 pagine e contiene una vasta raccolta di documenti riguardanti il teatro , compresi manifesti degli spettacoli e relative cronache su giornali periodici locali e nazionali dell’epoca.
Un acese nel cuore, Davide Sirna, anche se abita nel comune di Aci Sant’Antonio.
Dottore Sirna, come mai per la sua tesi ha scelto di interessarsi della storia del teatro Bellini di Acireale?
Da sempre ho avuto grande interesse e una forte passione per Acireale che ho potuto coltivare, anche per la mia attività giornalistica in testate on line e fino a poco tempo fa con il periodico Akis. Sin da piccolo, frequentando la casa dei miei nonni materni in via Dafnica, ho potuto ammirare le bellezze del centro storico che da allora mi affascinava.
Da questi primi approcci è nato il mio interesse per la storia acese affiancata però dalla delusione per il degrado in cui si è ritrovata negli ultimi decenni. Nonostante il grande patrimonio culturale di cui è provvista e che, in parte, vive da tempo l’abbandono.
Il mio interesse si è concentrato, in modo particolare, sul teatro Bellini tanto da sceglierlo come argomento per la mia tesi di laurea. Volevo ridare dignità ad un luogo importante nella storia della formazione della città e che, purtroppo, è caduto nel dimenticatoio.
Come ha pensato di strutturare la tesi sul teatro Bellini?
Il mio interesse, sin da subito, non era scrivere una tesi finalizzata al solo completamento dei miei studi accademici. Desideravo fare un lavoro serio e certosino, pur con tutti i problemi dovuti alla pandemia che hanno rallentato notevolmente il mio lavoro. Sull’argomento non c’erano lavori precedenti se non dal punto di vista tecnico come tesi in Architettura, mentre il mio lavoro riguardava le comunicazioni della cultura e dello spettacolo.
Dove ha svolto le sue ricerche?
In prevalenza ho potuto lavorare alla biblioteca Zelantea consultando vecchi testi e riviste del tempo ormai ingiallite. Molto utile alle mie ricerche l’archivio storico comunale, che purtroppo versa in condizioni critiche, ed è ubicato nella frazione di Santa Maria degli Ammalati.
Ritiene finito questo lavoro sul teatro Bellini, oppure pensa che possa esserci un seguito?
Io sarei felice se la mia tesi potesse diventare un libro. Certo, richiederebbe alcune trasformazioni che sarei pronto a fare, e avrebbe bisogno, soprattutto, dell’interesse di un editore.
Si sente forte il suo amore per la città ma anche un forte disappunto
Andando in giro per la città, uno sguardo attento nota uno stato di desolazione che sicuramente è da attribuire ad una pessima gestione negli ultimi trent’anni.
Acireale ha una storia artistica alle spalle molto forte, una di queste è quella del teatro Bellini.
Esso, durante la sua “esistenza”, rappresentò un gioiello per la città perché, grazie anche alle attività teatrali, Acireale nella seconda metà dell’800 era in pieno fermento.
Sappiamo che in teatro venne rappresentata un’opera di Bellini, “La Sonnambula”, ancor prima del teatro di Catania, che è la città natale dell’autore. Questo fa capire la modernità di una città in linea con le grandi località italiane con teatri di opera lirica. Purtroppo nel novecento, dopo la seconda guerra mondiale, la politica di Acireale non è stata più in linea con la crescita della cultura.
Questo si nota ancora oggi, visto che le opere del dopoguerra, gli enormi e altissimi palazzi di cemento armato, sono lì a far bella mostra di sé. E ad oltraggiare tutto quello che gli antenati avevano, con ardore verso la cultura, costruito.
Il degrado proviene, allora, da una visione distorta di come doveva essere la città?
Secondo me tutto parte da allora. Chi ha amministrato la città poco si è curato di potare avanti la formazione culturale già esistente e costruita con amore dai nostri antenati. Ha focalizzato l’interesse solamente verso progetti che, magari, portavano un beneficio economico anche personale.
Nelle parole del dott. Sirna molta amarezza che, certamente, è pari alla delusione che vivono tutti coloro che amano la città soprattutto per i suoi trascorsi.
Mariella Di Mauro