I ramoscelli di ulivo sono l’elemento simbolico della domenica delle Palme. Sono stati tenuti stretti tra le mani, alzati verso il cielo e hanno accompagnato i canti, ondeggiando, alla fine della messa. In diversi momenti i fedeli vi si sono riferiti con i loro gesti. Ieri, domenica 24 marzo, la comunità di San Michele di Acireale, ha vissuto il consueto momento di aggregazione all’aperto. Consueto, perché si ripete oramai, in modo sentito, da diversi anni. Si è radunata in processione per percorrere idealmente il proprio cammino di fede. Si è munita dei rametti a cui ciascuno ha affidato il proprio pensiero, il proprio sentimento, le proprie aspettative. Espressione anelante la pace, il ramo verde ha ricevuto la benedizione, con l’incarico di portarla in famiglia e agli altri.
Domenica delle Palme, la comunità di San Michele vive all’aperto esperienza comunitaria
La processione, partita dalle vie limitrofe, ha raggiunto il punto focale nella strada che precede la chiesa di San Michele. Aperta e visitabile nel contempo per la giornata del FAI. Al centro è stato realizzato un altare, i suoi confini erano delimitati dalla palme, a richiamare visivamente l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Palme e ulivo, elementi naturali che si si ricollegano alla storia del figlio di Dio.
Anche l’incenso si diffondeva nell’aria, veicolato da un leggero venticello primaverile e impregnava di sé lo spazio aperto circostante. Completava il novero dei simboli della liturgia domenicale. A guidare i fedeli il parroco, don Marcello Pulvirenti. La voglia di preghiera comunitaria si evinceva dalla partecipazione di grandi e piccoli, ciascuno con il proprio compito. Tutti con l’intento di creare la condivisione spirituale. Tutti uniti per “fare comunità”, per trasmettere il valore dello stare insieme all’insegna della fede.
A San Michele il parroco don Pulvirenti celebra la messa
della domenica delle Palme
Il tratto di strada interessata è diventata chiesa senza pareti. Spazio che ha ospitato fisicamente la gente, senza barriere architettoniche. Luogo da cui sono salite verso il cielo le intenzioni di ognuno dei presenti. Don Marcello guidava i momenti della celebrazione eucaristica in un dialogo fatto di parole e gesti. I canti, eseguiti dal coro, vi facevano da cornice. C’era posto per tutti, i fedeli si erano distribuiti ordinatamente di fronte ed ai lati dell’altare. Qualche passante si univa alla comunità, qualcuno aggiungeva la propria preghiera dal balcone.
Ancora la benedizione rivolta ai presenti, a quanti avevano vissuto quel percorso, stringendo costantemente il loro ramo d’ulivo, quasi ad affidargli un incarico. La richiesta silenziosa di pace è stata dettata con decisione da quanto accade in società. La pace apparentemente così difficile da raggiungere, tanti rametti l’hanno rappresentata idealmente. A salutare il momento spirituale il canto finale, accompagnato dal suono delle campane della chiesa di San Michele. Uno scampanellare prolungato, energico, prodotto dalle due grandi campane centrali e dalle due laterali si accordava al ritmo del canto, vi si univa. Creava l’elemento in più, sanciva la forza dell’aggregazione comunitaria.
Rita Messina