Acireale, è polemica sul ridimensionamento scolastico

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Il piano di dimensionamento scolastico, sulla cui proposta definitiva si è recentemente espresso il consiglio comunale, ha generato da più parti veementi polemiche, se non altro a causa dell’effettiva modulazione che riguarda i comparti di scuola dell’infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di primo grado, da accorpare in unici “poli” secondo criteri stabiliti. Ripercorrendo sinteticamente tutto l’iter, dopo l’istituzione di un tavolo tecnico permanente tra esponenti dell’Amministrazione Comunale e i dirigenti scolastici delle scuole della città, una prima proposta, che prevedeva l’istituzione di sei poli scolastici, era stata “rimandata al mittente” da parte dell’Ufficio Scolastico Provinciale, giacché nel frattempo, con l’entrata in vigore della nuova legge regionale di stabilità, il numero minimo degli studenti per ogni istituzione da formare passava da 500 a 600. Poi, con l’adeguamento del piano in ossequio alle nuove normative, una nuova proposta, che, formulata secondo un’ipotetica distribuzione omogenea della popolazione scolastica, istituiva stavolta sette, e non sei, poli scolastici, passava al vaglio del civico consesso che si esprimeva favorevolmente sulla nuova razionalizzazione.

Di qui le polemiche, arroventate sulla questione legata all’identificazione dei parametri secondo i quali è stata elaborata la proposta, ovvero la continuità didattica e territoriale, la cui presunta inosservanza comporterebbe il rischio, per il piano, di presentare numerosi rischi.  Non venendo rispettati i criteri cardine esisterebbe, difatti, la concreta possibilità che, in futuro, diversi istituti vadano i reggenza e perdano l’autonomia, in quanto il numero di alunni rasenterebbe la soglia minima in territori dove non vi è sviluppo. “ A cosa è servito un tavolo tecnico permanente – si chiede compatto il gruppo consiliare dell’Mpa di Acireale – se poi, come riferito dall’Assessore al ramo ai dirigenti scolastici, erano stati i consiglieri di maggioranza a decidere per l’istituzione di sette poli? Cosi facendo, poiché è stata la politica a decidere, si è palesata una grave mancanza di rispetto verso le esigenze degli stessi dirigenti scolastici.” Numeri alla mano, i casi più eclatanti, stante l’attuale proposta di dimensionamento, si registrerebbero, ad esempio, con l’accorpamento del I° Circolo Elementare “Grassi Pasini” alla Scuola Media di Santa Maria Ammalati e della Scuola Media “Arista” di Guardia col III° Circolo Elementare di Scillichenti, casi in cui agli alunni non potrebbe essere garantita una continuità didattica non potendo, questi,  continuare il percorso scolastico nella struttura nella quale aveva iniziato gli studi.

Non di meno, il caso relativo alla Scuola Media “Paolo Vasta” che, dovendo registrare la gravosa perdita, in termini di iscritti, della scuola materna di via Wagner, riceverebbe “in dono” dal nuovo dimensionamento il plesso Scuola dell’Infanzia “San Giovanni Nepomuceno”, ove il numero attuale  degli iscritti è pari sole 19 unità. Sull’argomento, l’Assessore alle Politiche Scolastiche Nives Leonardi, ha però tenuto a precisare come “la soluzione prospettata, confacente alle normative vigenti, sia l’unica possibile a garantire l’identificazione del maggior numero di autonomie scolastiche, passo necessario a  restituire alla città una piena autonomia sul fronte degli istituti scolastici”. In un clima così infuocato, saranno ancora gli alunni, con le rispettive famiglie, e gli insegnanti a subirne le conseguenze?

Riccardo Anastasi