Nell’aula magna del liceo scientifico “Archimede” di Acireale, con l’organizzazione dell’omonima associazione culturale, ha avuto luogo la presentazione del libro di poesie “E sento la mia sera” (Edizioni Nuova Prhomos) di Antonio Bonanno, ex alunno del Liceo.
A presentarlo il prof. Gregorio Monaco, con l’ intervento della dott. Gabriella Puleo e della prof. Cettina Ardita, lettrice del recital.
Ad un pubblico attento e partecipe il dott. Michele Russo ha presentato i relatori. Il dotto prof. Gregorio Monaco fa un’analisi approfondita e originale, con lettura di qualche verso, di scelte poesie del Bonanno, che rivelano i suoi particolari stati d’animo.
Prima scelta, “Inverno”, la stagione dalle lunghe serate, dense di letture e di ricordi , che riboccano nelle nostre silenziose case. Conclusione della poesia: “Io non fuggirò”; il sogno, il desiderio grande che l’uomo cerca. “Respirare voglio”, poesia di due versi, enigmatica, che, secondo Monaco, fa riflettere molto. Ed ecco la seguente “Reietto”: “non voglio fare rumori”, il relatore stavolta osserva che tale poesia mette un po’ in crisi. E’ il momento di uscire, andare verso una dimensione diversa, che dà il senso della vita vera, citazione di Montale.
Il prof. Monaco continua leggendo “E sento la mia sera”; poi, “Sicilia”, che ridesta in Bonanno “il sapore della mia terra”; nella poesia “Si apre il mare”, il mare abbaglia l’Autore con la sua luce. “Risacca”: desideri “impotenti”.
Nell’analisi della seconda silloge, “L’amore e oltre”, l’oratore sostiene il principio che “l’amore crea”: non ci si può misurare con gli altri, se non ci fosse l’amore, penetrando nella dimensione evangelica. E sostiene ancora che questa silloge si legge in maniera diversa, essendo basata sulla lotta quotidiana della vita, su esperienze vissute fino in fondo. “Sette gennaio 2004” è una poesia emblematica: “vorrei essere e non essere”. Altre poesie hanno messaggi di speranza. E la vita scorre.
La prof. Cettina Ardita legge con grande bravura alcune liriche del poeta. La dott. Gabriella Puleo, elogiate le poesie di Antonio Bonanno, gli chiede dei chiarimenti su di esse.
La prima domanda riguarda la scelta del principio di Alda Merini, “Le poesie non hanno data”. Perché? Risposta immediata di Antonio: ”Ha fatto scattare tanta ‘roba’ che avevo nei cassetti, quindi le poesie non hanno una data, c’è qualcosa che resta sempre.” La domanda sul sogno e l’infinito, dà adito ad una risposta complessa dell’autore: “Stamane ho riletto la prima silloge. Il sogno e l’infinito mi accompagnano dall’adolescenza; il sogno di poter vivere in un mondo di pace, libertà e giustizia crea una vita nuova da amare. Non muore mai il sogno dell’Infinito.” Un’altra domanda verte sulla citazione di Ungaretti: “La parola non riuscirà mai a dire il segreto che c’è in noi /Lo avvicina” Perché? Risposta di Antonio: “Oltre l’amore cosa c’è? Cosa vuol dire? La parola ha i suoi limiti, non riesce a dire i segreti che non vogliamo rivelare … La parola non può dire tutto “.
L’ultima domanda è sulla misteriosa poesia “7 gennaio 2004”. Risposta dell’Autore: “E’ la data della scomparsa della mia prima moglie. Ci sono tutti i miei sentimenti. L’essere e il non essere”.
Anna Bella