Acireale / “Ero malato e mi avete visitato”, dall’8 al 13 luglio la Comunità camilliana in missione nel territorio della città

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Quest’anno la festa di S. Camillo de Lellis ad Acireale sarà arricchita da uno straordinario momento di grazia. Le celebrazioni per il santo di Bucchianico, fondatore dell’Ordine dei Chierici regolari dei Ministri degli infermi, saranno infatti precedute, dall’8 di luglio, da una missione interparrocchiale organizzata proprio dalla comunità camilliana di Acireale.
L’iniziativa, dal titolo “Ero malato e mi avete visitato”, consiste in una vera e propria missione popolare che raggiungerà le case degli ammalati del territorio di ben sette parrocchie della città anche grazie alla grande sensibilità e pronta disponibilità dei parroci delle comunità coinvolte (Basilica Cattedrale, S. Maria degli Angeli, S. Maria del Suffraggio, Maria SS.ma di Loreto, S. Maria La Scala, Maria SS.ma del Rosario di Pompei in Scillichenti, S. Giovanni Nepomuceno in Stazzo).
Non solo, però, visite a casa degli ammalati. Le giornate di missione saranno ricche di momenti di preghiera personale e comunitaria e ogni sera si svolgerà alle 20,30 un momento di catechesi davanti alla chiesa di S. Rocco in Corso Umberto, momento che sarà trasmesso in diretta sulla pagina faceebook “San Camillo ci parla ancora”.
Circa 30 i missionari coinvolti tra Camilliani, Suore Ministre degli Infermi, postulanti e missionarie dell’Istituto secolare, e pure 2  Figlie di San Camillo accompagnate da 4 giovani provenienti da Roma. A ciò si aggiunge il copioso coinvolgimento dei ministri straordinari della comunione che porteranno Gesù Eucarestia nelle case degli ammalati.
L’iniziativa si colloca non solo nel periodo che precede la festa di S. Camillo, ma anche (e soprattutto) nel centocinquantesimo anniversario dalla morte della Beata Maria Domenica Brun Barbantini, la religiosa di Lucca fondatrice nel 1829 della Congregazione delle Suore Ministre degli infermi di San Camillo, presenti e attive anche nella nostra città.
Il fine della missione non è solo quello di realizzare un momento ristretto in un determinato arco temporale, apparentemente fine a se stesso, ma vuole essere manifestazione di una attività continua e al servizio degli ultimi sul territorio acese che i camilliani mantengono da secoli e che oggi più che mai continuano a mantenere. Una iniziativa volta pure ad “educare” le comunità parrocchiali e gli acesi tutti ad una maggiore attenzione verso gli emarginati, gli ammalati, i sofferenti nel corpo e nello spirito, gli abbandonati.
“Il senso – ci dice fratel Carlo Mangione – è quello di rendere la festa di S. Camillo non solo un momento di preghiera e celebrazione ma anche un’occasione per esercitare la carità concreta verso i nostri fratelli. L’obiettivo è di passare da una devozione basata sull’ammirazione per S. Camillo alla realizzazione delle opere che Lui stesso faceva in vita, attraverso la visita di consolazione agli ammalati e l’evangelizzazione ai fratelli”.
La missione avrà inizio con il mandato e la consegna della croce rossa di S. Camillo che i missionari riceveranno domenica 8 luglio alle 10,30 in Cattedrale, durante la S. Messa presieduta dal  Cardinale Paolo Romeo.

Andrea Romeo

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