“Florilegio dantesco: parole – musiche – immagini”, manifestazione prevista per il 2 luglio, è stata riprogrammata per venerdì 10 settembre prossimo, il mese della morte del sommo poeta Dante Alighieri. La Consulta della Cultura del Comune di Acireale, presieduta dall’avv. Salvo Emanuele Leotta, ha dovuto prendere atto dell’impossibilità di conciliare la stessa sera la partita della Nazionale di calcio con un evento culturale che merita attenzione e, in certi momenti, anche raccoglimento.
La manifestazione è stata ideata dall’associazione di Santa Venerina “Storia, Cultura e Sviluppo Territoriale”, meglio nota come Sto.Cu.Svi.T., dal suo presidente Gesuele Sciacca in collaborazione con il presidente onorario Giovanni Vecchio. Ma fermarsi a questo punto non sarebbe corretto, perchè la preparazione della manifestazione culturale ha coinvolto i soci dell’associazione, nonché amici e professionisti esterni. L’evento, pertanto, è certamente frutto di una collaborazione corale che è proseguita da marzo fino a tutto il mese di giugno. Man mano si è riusciti a riunificare tutti i tasselli che compongono lo spettacolo.
Florilegio dantesco: così è nata l’idea
Chiediamo al presidente Gesuele Sciacca come sia nata l’idea. “Io amo da sempre selezionare le poesie di autori famosi e meno noti più vicini alla mia sensibilità per rivestirle con rispetto di note musicali. L’occasione del settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri mi ha motivato a cimentarmi con alcuni dei versi più famosi della Divina Commedia. Mentre della “Vita Nova” avevo già musicato qualche lirica. Così, assieme a mia moglie Daniela e con l’apporto del prof. Giovanni Vecchio, ho selezionato sette brani tratti dalla prima cantica (“Inferno”), quella più presente nella memoria collettiva, quattro del “Purgatorio” e tre del “Paradiso”.
L’incontro con l’avv. Leotta, al quale ho illustrato, assieme al prof. Vecchio, il piano di massima dello spettacolo ha avuto un esito favorevole. Anzi ha subito proposto di presentare “Florilegio dantesco” in piazza Duomo per dargli la dovuta rilevanza all’interno del progetto “Dante tra Etna Mare e Barocco”. A questo punto si è pensato all’ingrande coinvolgendo molti altri nella preparazione e nella manifestazione finale”.
Florilegio dantesco: la preparazione
Chiediamo a Vecchio, che ha assunto il compito della preparazione dei testi, del coordinamento e della regia, quale sia stato il lavoro preparatorio.
”Abbiamo avviato l’iniziativa nel mese di marzo in piena pandemia. Tale situazione ci ha indotto a videoregistrare le prove dello spettacolo per produrre un video completo che, in caso di impossibilità di effettuare dal vivo lo spettacolo, avrebbe consentito di lasciarne traccia e/o proporlo in altri contesti.
Così il primo coinvolgimento è stato quello del vice presidente dell’associazione dr. Salvo Sciacca, esperto di tecnologie applicate alla realizzazione di documentari. Nel frattempo abbiamo chiesto ai soci la disponibilità a leggere le sintesi dei canti scelti e ad alcuni attori amici di recitare i versi selezionati. Così da premettere all’esecuzione musicale di Gesuele e Daniela, le informazioni di base e il testo scelto, opportunamente recitato.
Per le registrazioni abbiamo usufruito dell’interno della chiesa “Sacro Cuore di Gesù” di Santa Venerina, grazie alla disponibilità di Padre Giovanni Marino. E ad Acireale, della Basilica di San Sebastiano, messa gentilmente a disposizione dal don Vittorio Rocca.
Per arricchire lo spettacolo abbiamo aggiunto il racconto personale delle tragiche vicende di tre donne: Francesca da Rimini (“Inferno”), Pia de’ Tolomei (“Purgatorio”) e Piccarda Donati (“Paradiso”). Prendendo spunto da un testo di Silvia Bragonzi “Le donne di Dante”, con opportuni adattamenti, e grazie all’amichevole collaborazione dell’attrice Loredana Marino, abbiamo dato voce a queste donne della Divina Commedia. Non solo.
Danza e canto per arricchire lo spettacolo
Per rendere più interessante il racconto abbiamo chiesto a due provette maestre di danza, Simona Cavalli e Tania Caggegi, di predisporre delle coreografie. Ciò per sottolineare i testi recitati con i movimenti di due giovanissime ballerine della loro scuola, registrandoli in tre spazi della villa Belvedere di Acireale.
Infine, per dare ancora più solennità alla parte finale, la preghiera di San Bernardo alla Vergine Maria del XXXIII canto del “Paradiso”, musicata sempre da Gesuele Sciacca, si è affidata al tenore Orazio Vecchio, che si è avvalso della base orchestrale predisposta dal maestro Giuseppe Musumeci.
Ci sarebbe tanto altro, ma mi fermo qui. Spero che il prossimo 10 settembre si possa finalmente presentare al pubblico questo spettacolo, che non è certamente una lezione su Dante, ma coglie del sommo poeta alcune perle della sua opera maggiore in una versione inedita”.
L’entusiasmo di una giovane lettrice
Meritano, comunque, di esssere citati i lettori del contenuo dei canti Sebastiano Lanza, Teresa Maccarrone, Anna Maria Patanè e la giovanissima Serena Sciacca che si è detta entusiasta.
”Quando mi è stato proposto di partecipare alla realizzazione di <Florilegio Dantesco>, ho subito accettato, avendo studiato recentemente dei canti della Divina Commedia. Ho vissuto la partecipazione a questo evento come un’opportunità per ingrandire il mio bagaglio culturale e poter approfondire l’argomento trattato oltre il normale studio scolastico. Le mie aspettative non sono state deluse. Perché sono stata immersa in un vero e proprio viaggio fatto di racconti, musiche e balli che hanno ben raccontato un’opera così grande”.
Un ringraziamento speciale va agli attori dell’ <Officina d’arte> di Alfio Vecchio: Cettina Ardita, Gianni Costa, Orazio Finocchiaro, Tina Leotta nonché di Francesco Russo, attore e autore di testi drammaturgici. Prezioso l’intervento preliminare del docente e saggista Alfredo Sgroi, che ha evidenziato l’attualità di Dante.
Oltre al Comune di Acireale e alla Consulta della Cultura, si è avuto il patrocinio del Lions Club Acireale. Il cui presidente designato per l’anno sociale 2021/2022 prof. Giuseppe Massimino, si è augurato che la rappresentazione possa andare in scena. In conclusione, un percorso articolato e complesso condiviso, che attende l’approdo alla presenza di un pubblico motivato e attento.
L.V.