Gli affreschi del Filocamo tornano a risplendere nel presbiterio della Cattedrale di Acireale. Il restauro degli affreschi presenti nelle pareti – come avevamo anticipato – sta riservando e probabilmente riserverà ancora delle sorprese. Oltre alle pitture, opera del messinese Antonio Filocamo (1712), anche le superfici realizzate a stucco e indorate con foglia ad oro zecchino, che compongono cornicione, capitelli e lesene, sono state ripulite da pesanti strati di sporco di deposito e nerofumo. Nel corso dell’intervento di recupero abbiamo sentito il restauratore, Carmelo Calvagna.
Acireale / Gli affreschi del Filocamo tornano a risplendere
“Tutti gli affreschi sono stati puliti, stuccati e ritoccati. La pulitura ha previsto l’asportazione delle pesanti ridipinture eseguite alla fine dell’ottocento, che di fatto falsavano le originali cromie realizzate dal Filocamo. Questa la pulitura ha previsto l’asportazione della pesante cornice dipinta a fine ‘800 portando alla luce quelle originali, realizzate con finiture ad oro zecchino. Tale intervento si è effettuato esclusivamente su quattro dei pannelli affrescati. Nello specifico i primi due, di ridotte dimensioni, e quelli presenti nelle pareti curve. Nei restanti pannelli non è stato possibile eseguire tale operazioni perché le attuali lesene eseguite con finitura a finto marmo, interposte nel grande intervento di fine ottocento, sono collocate in posizione sfalsate rispetto alla posizione originale delle antiche lesene.
Per tale ragione, le cornici dipinte originali in alcuni risultano essere sommerse dalle nuove lesene. Anche le pareti curve di fondo hanno riservato delle soprese. Al di sotto degli affreschi raffiguranti “Adorazioni dei Pastori” e “Adorazione dei Magi” erano presenti due grandi pareti curvilinee, totalmente dipinte di colore bruno. A seguito di saggi di pulitura, è venuto alla luce un grande affresco raffigurante un grande cartiglio. Riporta un’iscrizione ed elementi decorativi quali finti stucchi e festoni, coevi all’affresco soprastante”.
Acireale / Gli affreschi del Filocamo: ritrovamenti
L’area interessata dai ritrovamenti più sorprendenti è quella iniziale della parete destra. Prima dell’approntamento dei ponteggi ciò che era visibile in quest’area era un grande armadio incassato nel muro, provvisto di sportello e rivestito all’interno con carta da parati. Durante i lavori di restauro, ci si è resi conto che questo grande armadio era posto all’interno di una nicchia rettangolare che presentava agli angoli lesene e capitelli di fattura ottocentesca. La parete di fondo risulta invece murata da blocchi di cemento. Da questo dettaglio, si deduce che anticamente il presbiterio e la cappella laterale destra fossero collegate da un’ampia apertura.
Il tetto della nicchia
Era composto da un piccolo solaio realizzato con incannucciato e gesso. Anche questo di fattura ottocentesca, di fatto occultava al di sopra di esso un arco più antico. I lavori sinora realizzati hanno visto lo smontaggio dell’armadio ligneo, l’asportazione del tettuccio in canne e di una trave in ferro che era posta alla base dell’arco. Tali lavori hanno portato alla luce una nicchia ad arco avente finiture di epoche differenti. Il sott’arco infatti, presenta decorazioni seicentesche a fondo bianco, quattro quadri con dipinti degli angeli e cornici e nastri con foglia d’oro zecchino. Mentre dalla zona basamentale dell’arco in giù gli stucchi risultavano essere ottocenteschi.
“Tale situazione – afferma Calvagna – ci ha portato ad eseguire ulteriori indagini realizzate in questi giorni e ancora in corso, insistenti proprio sulle superfici ottocentesche, che ci hanno permesso di effettuare un’ulteriore importante scoperta. Sotto le superfici ottocentesche e sotto decine di centimetri di materiale di risulta, infatti, sono venute alla luce le antiche strutture seicentesche che componevano l’ingresso a questo passaggio. Agli angoli, al posto delle rette lesene ottocentesche sono affiorate splendide colonne in pietra lavica finemente lavorata, riportante tracce di affreschi e decori con finitura ad oro zecchino.
Tale ritrovamento è importante perché ci restituisce una piccola porzione della Chiesa precedente al terremoto del 1693. Curioso il ritrovamento, tra il materiale di risulta che occultava tale apparato seicentesco, di numerosi frammenti di antichi stucchi. Anch’essi seicenteschi, demoliti in uno dei tanti interventi di restauro insistenti in quest’area”. Ulteriori lavori di ricerca sono in corso, mentre, nel frattempo, sono stati rimossi i ponteggi e, grazie anche al nuovo impianto di illuminazione artistica, gli affreschi sono finalmente ben visibili all’occhio del visitatore che entra in Cattedrale. I risultati dell’intervento di restauro saranno ufficialmente presentati il prossimo 28 maggio.
Guido Leonardi