
Si è tenuto ieri mattina, lunedì 12 settembre, l’incontro – seppur breve – dei campioni olimpionici acesi di scherma Daniele Garozzo, Enrico Garozzo e Marco Fichera con gli studenti del liceo statale “Archimede” di Acireale.
L’incontro – tenutosi nell’aula magna dell’istituto – ha inaugurato il nuovo anno scolastico ed emozionato tanti giovani che hanno, tra l’altro, calorosamente accolto gli olimpionici chiedendo loro scatti fotografici e autografi sul proprio diario .
A presentarli il dirigente dell’istituto, Riccardo Biasco, che ci ha detto:« Questi ragazzi hanno preso una medaglia ma nello stesso tempo rappresentano una medaglia per noi, per la scuola, per Acireale e per tutta l’isola, sono una medaglia vivente», e al quale abbiamo posto alcune domande.
Daniele, Enrico e Mario sono stati studenti di questa scuola?
«Si, in varie misure, modalità e in tempi diversi».
Quanto è importante è lo sport per la maturazione dei giovani?

«Abitua al sacrificio e a strutturare bene il tempo disponibile, cioè a non perdere tempo».
Quale il messaggio che si è voluto trasmettere?
«Far capire che qualsiasi tipo di meta, affettiva, scolastica, lavorativa, sportiva, la si raggiunge solo attraverso l’esercizio e il sacrificio».
Come vede il rapporto tra i giovani e lo sport?
«Purtroppo è distorto dal calcio; i ragazzi che si approcciano al calcio hanno un’idea a volte riduttiva e sbagliata dello sport. Il calcio è uno sport importantissimo però a volte nuoce nella formazione della coscienza sportiva dei ragazzi».
Abbiamo incontrato uno di loro, Daniele Garozzo, per conoscerlo meglio:« Sono un ragazzo umile – ci ha detto -, studio medicina e ho molti amici. Nel tempo libero mi piace giocare a calcio e a tennis»; e gli abbiamo posto tre domande per scoprire di più sulla sua passione.
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Cosa ha significato per te vincere alle Olimpiadi di Rio?
«Si è realizzato un sogno. Sacrificio, impegno, passione e dedizione si convogliano in una gara. Averla vinta è stata una gioia difficile da spiegare a parole. Sono un orgoglioso acese e felice di aver rappresentato la mia città e la mia regione alle Olimpiadi».
Com’è nata la tua passione per la scherma? Ti è stata tramandata?
«Casualmente; Sebastiano Manzoni – presidente del mio primo club ad Acireale – ha aperto una palestra. Il primo ad iscriversi è stato Enrico, mio fratello, poi mi sono iscritto anche io per emularlo. È stato subito amore».
Tornare nella scuola che hai frequentato quali effetti ha suscitato in te?
«Molto belli. Ho ricordi felici di anni passati con belle persone; tanti compagni del liceo sono i miei migliori amici di oggi»
Graziella De Maria