Iniziativa molto significativa, “La città che vorrei”, promossa dai sette gruppi di boy-scout di Acireale, in vista delle prossime elezioni amministrative di maggio.
Moderatore è stato Giuseppe Vecchio, direttore del nostro giornale, che con equilibrio ha condotto l’incontro con i sette candidati sindaco – Michele Alì, Roberto Barbagallo, Mario Di Prima, Michele Di Re, Sebi Leonardi, Marcello Monaco e Salvo Raciti – grazie anche alle problematiche poste dai giovani soci boy-scout.
Attraverso domande chiare e attuali, i giovani sono riusciti a esternare scottanti problemi, che riguardano la nostra città e che esigono una soluzione adeguata nel più breve tempo possibile, perchè i disagi sono notevoli.
L’annoso problema delle Terme con le gravi conseguenze che tutti conoscono è stato al centro dell’attenzione; in parallelo, il problema del verde pubblico, che da tanti anni è posto sul tappeto, trovando intoppi d’ogni sorta. Gli spazi verdi: qui salta all’occhio la ristrutturazione della villa Belvedere, andata per le lunghe, mentre i cittadini premevano perché fosse finalmente riaperta al pubblico.
Angosciante la domanda sul decoro delle strade e, in primo luogo, sul problema della nettezza urbana. La domanda sul turismo, ben organizzato, presupponeva la proposta di dare lavoro a parecchi giovani. E’ stato rilevato come l’intrattenimento serale dei giovani, specie nel centro storico, è scarso. Cosa fare?
Le risposte di ciascun candidato sono state varie, più o meno promettenti, all’indirizzo di un futuro migliore per tutti.
Auspichiamo che nella realtà quotidiana possa avvenire un sostanziale cambiamento che soddisfi i cittadini, rendendo Acireale più vivibile e rispondente alle nuove prospettive del nostro tempo, che, pur essendo travagliato dalla crisi, potrebbe offrire ai giovani, nel terzo settore, delle possibilità di lavoro. Magari promuovendo le specificità che offre il nostro territorio, attraverso progetti lungimiranti: è urgente valorizzare al massimo eventuali finanziamenti dell’Unione europea, capaci di dare speranza, da una parte, a chi è alla ricerca affannosa di lavoro, dall’altra, fornendo alla cittadinanza e ai turisti dei servizi utili, per una qualità della vita a livello internazionale.
Anna Bella