Acireale / I libri dell’umanista Di Maggio donati dalle figlie alla parrocchia di Guardia

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Riccardo Di Maggio insigne professore, acese di adozione, a distanza di quasi 4 lustri dalla sua scomparsa è ancora nel cuore di coloro che ebbero la fortuna di conoscerlo e stimarlo dal punto di vista professionale e umano.correttaDi Maggio 3 (400 x 266)

“Oblitus Obliviscendus” è non solo il motto che il professore scelse per partecipare al “Premio Nazionale di Narrativa” intitolato al giornalista Gandolin (pseudonimo di Luigi Arnaldo Vassallo) ma è anche il titolo del libro curato dalla compianta professoressa Pinella Musmeci, poco prima della sua scomparsa.

Nel 1948 Di Maggio inizia la sua brillante carriera di docente, che svolgerà con tanto amore e passione fino all’età pensionabile. Purtroppo, un malore improvviso lo strapperà ancora nel vigore degli anni alla sua famiglia. L’impegno della professoressa Musmeci è encomiabile perché ha tolto dall’oblio della memoria questa figura di eccellente studioso, scrittore e giornalista, sottolineandone la vivacità intellettuale e culturale che lo porterà a conoscere e frequentare studiosi di fama italiani e stranieri.

Di Maggio (600 x 399)Nell’incontro svoltosi nella biblioteca parrocchiale di Guardia il parroco, don Giovanni Cavallaro, ha ricordato Di Maggio e il suo fondo librario donato alla biblioteca della parrocchia, per espresso volere delle figlie. Moderatrice della serata la maestra Pina Spinella, già docente della scuola primaria “M.L. King” di Guardia, che ha ricordato il professore e introdotto i relatori dell’incontro: Salvatore Valastro, docente presso il “Gulli e Pennisi” e il dottore Marcello Proietto, cultore di Storia Medievale e Paleografia Latina presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania ed esperto in valorizzazione di beni archivistici e librari.

Il primo ha citato alcuni importanti articoli di Di Maggio pubblicati su alcune testate giornalistiche, mentre Proietto ha parlato della biblioteca, recentemente inventariata, che conserva circa 2000 volumi. Il più antico risale al 1889, il più recente al 1996, anno della scomparsa del professore. Questo immenso patrimonio culturale è stato sistemato con affetto dalla figlia Antonella con l’aiuto di alcuni parrocchiani. Una biblioteca privata che ritorna a vivere diventando un bene pubblico da valorizzare e proteggere, in ricordo di colui che ha saputo creare un grande bagaglio di sapere.

Gabriella Puleo

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