Il prossimo 25 marzo la Chiesa celebra la solennità dell’Annunciazione del Signore. A nove mesi esatti dal Natale, si ricorda il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio, compiutosi grazie al “fiat” di Maria che all’annuncio dell’angelo, serva obbediente, si offrì al progetto del Signore di diventare la Madre di Gesù. In questo giorno speciale, la Chiesa di Acireale è in festa perché due giovani seminaristi del Seminario diocesano esprimeranno per la prima volta il loro personalissimo “fiat” alla vocazione al sacerdozio. Questo rito, che si chiama “ammissione tra i candidati agli ordini sacri del diaconato e del presbiterato”, si svolgerà durante il pontificale presieduto dal nostro vescovo, mons. Antonino Raspanti, nella Basilica Cattedrale di Acireale alle ore 18,30. I due seminaristi, entrambi del terzo anno di Seminario, sono Andrea Grasso della parrocchia “S. Camillo” di Giarre e Arturo Grasso della parrocchia “S. Maria degli Angeli” di Acireale.
Il rito di ammissione segna un passaggio determinante nel percorso seminaristico: da una parte, infatti, rappresenta il momento ufficiale in cui il giovane aspirante al sacerdozio dichiara pubblicamente la sua intenzione di volersi consacrare a Dio nel sacerdozio, dall’altra parte – cosa non meno importante, anzi ugualmente necessaria – è il momento in cui la Chiesa riconosce i segni della vocazione e si assume la responsabilità di preparare i candidati al futuro ministero sacerdotale. La vocazione al sacerdozio, infatti, è dono di Dio che si muove attorno a due polarità: la libera risposta del chiamato e l’attento discernimento e decisione della Chiesa. Non può esistere autentica vocazione che non contempli entrambe le polarità.
Per Andrea e Arturo è arrivato questo momento decisivo. A significare anche esternamente il loro passaggio dalla condizione di aspiranti a quella di candidati, i due seminaristi, nel corso della celebrazione, indosseranno per la prima volta l’abito talare, la veste nera che contraddistingue il sacerdote. Durante il rito, poi, il Vescovo imporrà su di loro la cotta, la sopravveste bianca che d’ora in poi i due seminaristi indosseranno durante le celebrazioni liturgiche.
don Alfio Privitera