Nella bella e pittoresca piazza Lionardo Vigo ad Acireale, il busto dell’omonimo illustre cittadino, dopo ben 135 anni dal suo collocamento, ha ritrovato il suo antico splendore dopo un sapiente lavoro di restauro. Chi meglio del prof. Angelo Cristaudo, che materialmente ha eseguito questo meticoloso e delicato lavoro, può raccontare ai lettori le fasi più importanti, le difficoltà e la soddisfazione di aver contribuito a dare nuova “vita” al busto bronzeo che ormai è diventato parte integrante della piazza, eletta dal FAI “luogo del cuore”.
Professore Cristaudo come si presentava il busto bronzeo a oltre cento anni dal suo collocamento nell’omonima piazza?
Il bronzo presentava solo una normale ossidazione, proveniva da un’ottima fonderia romana e difficilmente poteva degradarsi vistosamente. Non lo stesso si può dire per il marmo che presentava problemi di staticità dovuti alla mancanza dei capitelli, un normale annerimento e piccole fessurazioni. Il degrado è dovuto anche alle piogge acide non presenti nell’800. Inoltre la pietra marmorea presentava fessurazioni probabilmente presenti fin dall’inizio perché il marmo scelto non era una roccia molto compatta.
Quanto tempo è durato il restauro?
Circa tre mesi, ma dobbiamo considerare che i prodotti usati per il consolidamento hanno bisogno circa di 20 giorni di stagionatura. Dunque, considerati i tempi di posa, non è stato un lavoro che ha richiesto molto tempo.
Procedendo nel suo lavoro di restauro, ha notato altri interventi effettuati nel corso del tempo?
No, nessun intervento di restauro è stato fatto sull’opera. Certo, credo che sia fondamentale almeno l’ordinaria manutenzione che spesso qui da noi è carente o totalmente assente.
Da acese, cosa ha provato una volta portata a termine la sua opera di restauro?
Massima soddisfazione, io sono figlio di Acireale, sono nato in una piccola frazione e sin da piccolo ho sempre avuto questa passione, questo desiderio di riportare in vita le cose. Ho studiato e mi sono formato alla scuola del restauro di Roma e mi sento di essere un allievo del grande critico e storico dell’arte Cesare Brandi che fu per un ventennio il direttore dell’Istituto Superiore per la conservazione ed il restauro di Roma. Voglio anche ricordare colui che è stato il mio mentore nel seguire e realizzare questa mia passione e cioè monsignor Sebastiano Giampapa.
Attualmente di quali opere d’arte sta curando il restauro?
Sarò a Palermo, ad occuparmi del restauro della facciata della chiesa di San Carlo Borromeo dei Milanesi, in piazza Rivoluzione. L’interno è spettacolar, ma in uno stato d’abbandono preoccupante. Intanto i lavori si inizieranno con il recupero della facciata e poi, sperando che arrivino i necessari finanziamenti, si recupererà anche il magnifico interno.
Gabriella Puleo