Ancora una volta a proporre un convegno molto interessante, che rappresenta uno dei tanti tendini di Achille della nostra società, è il Lions Club di Acireale.
Il convegno, tenutosi presso la sala Rino Nicolosi dell’ospedale Santa Marta e Santa Venera, affronta la tematica di come gestire le patologie croniche così da misurare l’efficacia di fusione tra sanità pubblica e privata. Secondo il presidente del Lions Club acese e professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Catania, Rosario Faraci, quanto su detto, è fondamentale soprattutto per le patologie croniche, perché “curare” non è equivalente di “prendersi cura ”, quindi l’integrazione tra le politiche sanitarie e istanze di sussidio presentate dalle famiglie, dalle fondazioni per giungere ai club service.
L’incontro, patrocinato dall’Asp e dal Comune di Acireale, ha avuto quali ospiti il direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Catania, Giuseppe Giammanco, il vice sindaco, Venerando Ardita, il direttore della Segreteria tecnica del ministro alla Salute, quale rappresentante delle istituzioni sanitarie nazionali, Roberto Scrivo, e il vicepresidente della v sezione del Consiglio superiore di Sanità, Placido Bramanti.
Afferma Scrivo: «Si stima che circa il 70 % delle risorse sanitarie a livello mondiale sia oggi speso per la gestione delle malattie croniche. Il dato diviene ancora più preoccupante alla luce delle più recenti proiezioni epidemiologiche secondo le quali nel 2020 le cronicità rappresenteranno l’80 % delle patologie nel mondo. Il tema dell’assistenza a questo tipo di patologie si lega inevitabilmente a quello dell’invecchiamento della popolazione: il paziente di riferimento è sempre più spesso una persona anziana le cui esigenze assistenziali sono determinate non solo dalla condizione clinica, ma anche da fattori legati allo status socio-ambientale e all’accessibilità alle cure. Per vincere questa sfida – conclude – è necessaria la definizione di nuovi modelli assistenziali che siano in grado di prendere in carico il paziente nel lungo termine, prevenire e contenere la disabilità, garantire continuità e integrazione degli interventi sociosanitari. Modelli che questo Governo sta attuando in via sperimentale per rispondere in maniera efficace ai bisogni degli utenti, enfatizzando il ruolo centrale del paziente».
Bramanti sottolinea che un cambiamento si potrà avere con la realizzazione di progetti di telemedicina: «Il punto debole è la continuità assistenziale, bisogna predisporre un percorso protetto a partire dalla dimissione del paziente fino alla gestione domiciliare delle cronicità. Con questo scopo abbiamo avviato, grazie all’ex Provincia di Catania – oggi Città metropolitana – il progetto Etnacost in collaborazione con il centro neurolesi Irccs di Messina per il monitoraggio domiciliare di 100 “soggetti fragili” con l’obiettivo di raggiungere i 225 pazienti dislocati negli 11 comuni della fascia jonica coinvolti. Attraverso un dispositivo collegato al televisore o al pc – conclude – si possono monitorare tutti i parametri di interesse: pressione sanguigna, glicemia fino a eventuali crisi nervose o cardiache, dati acquisiti che ci consentono di indicare già in tempo reale la cura e che vengono inoltre condivisi con il medico di base».
Ad evidenziare il sostegno per il terzo settore e la piena integrazione dei servizi socio-assistenziali, il presidente nazionale Acli, Gianni Bottalico, che ha ceduto poi la parola per le conclusioni al governatore Distretto Lions 108YB Sicilia, Francesco Freni Terranova.
Maria Pia Risa